Segni del tempo. Cuba a Milano

PAC, Milano – fino al 12 settembre 2016. Una trentina di artisti prova a rievocare la Storia attraverso diverse storie di Cuba. E a stabilirne una contemporaneità. Alcune installazioni dall’estensione monumentale e precise scelte allestitive delineano una molteplicità di letture, di prospettive e di proporzioni. Tra le sigarette di Humberto Dìaz, il bar di Garaicoa, lo specchio di Gonzalez-Torres, gli occultamenti di Ernesto Leal e il lungo disegno su muro di Glexis Novoa.

UNA MOSTRA DENSA
Cuba. Tatuare la storia è un percorso (raccontato in questa intervista da uno dei due curatori, Giacomo Zaza) caratterizzato da continui cambi di densità visiva, da salti proporzionali dei lavori selezionai, da un’integrità narrativa talvolta caratterizzata da passaggi non lineari, ma anche da un’attenta ricerca nel mostrare progetti installativi poco conosciuti di artisti cubani, già noti in Italia e in Europa.
Nel cortile antistante all’ingresso, l’intricato reticolato, il labirinto di rete metallica di Humberto Díaz pone un filtro, un ritmo all’incedere della visita. È la prima volta, in oltre vent’anni, che l’intera superficie della corte, sullo sfondo del parco di cui il complesso è custode, misura della distanza tra il Padiglione d’arte Contemporanea e la Galleria d’Arte Moderna, si trasforma in un ambiente installativo monumentale. Introducendo, più o meno esplicitamente, la poetica di una mostra. Se si potesse, infatti, osservare, allo stesso tempo, dall’alto e da terra, l’installazione, si riuscirebbe con facilità a leggere la scritta IDEAS e non solo ad attraversarla. Parola che però rimane intrappolata nei passi e nei reticolati aranciati dalla ruggine dell’inizio, perdendo la portata dell’effetto paradossale del primo impatto.

Cuba. Tatuare la storia - installation view at PAC, Milano 2016

Cuba. Tatuare la storia – installation view at PAC, Milano 2016

UNIVERSI CUBANI
All’interno del PAC, Cuba. Tatuare la storia offre un’atmosfera che si modifica, che auto-genera molteplici universi cubani, durante l’attraversamento. Se dunque l’incisione in lingua inglese di Luis Gomez Armenteros (would you like to buy my misery?) agisce come nuovo monito per il visitatore, fin da principio, il percorso procede componendo una scrittura visiva disomogenea, presentando, ad esempio, la cascata dei martelli di Carlos Garaicoa (Deleuze & Guattari Fixing the Rhizome, 2008) di fronte alla dispersione contenitiva delle sigarette Hollywood, di Humberto Díaz (Aliento, 2015); ma anche la prima realizzazione effettiva, non progettuale, de La última cena (2004) di Lázaro Saavedra e un recente lavoro a parete di Maria Magdalena Campos-pons (Finding Balance, 2015).

Cuba. Tatuare la storia - installation view at PAC, Milano 2016

Cuba. Tatuare la storia – installation view at PAC, Milano 2016

IL CORPO DI CUBA
Tra i pesi disposti in crescendo in El peso de la muerte (serie de pesas de 1 g. a 1 Kg. fundidas con latón de balas), 2016 di Reynier Leyva Novo e il plinto di cristallo di No me guardes si me muero (Cenizas de las obras completas de José Martí, más los últimos 2 tomos que son la guía y el índice de dicha publicación), 2016, quel che colpisce maggiormente è l’assortimento selezionato, talvolta concentratissimo, di video e fotografie documentali. Tracce di un corpo, di una fisicità di Cuba testimoniate da Ana Mendieta, Tania Bruguera, Angel Delgado, ma anche, fra gli altri, da Marta Maria Perez Bravo ed Eduardo Ponjuan. Segni indelebili sulla pelle di un’isola senza tempo.

Ginevra Bria

Milano // fino al 12 settembre 2016
Cuba. Tatuare la storia
a cura di Diego Sileo e Giacomo Zaza
Catalogo Silvana Editoriale
PAC
Via Palestro 14
02 88446359
www.pacmilano.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/55011/cuba-tatuare-la-storia/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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