Archeologia del presente. Sterling Ruby a Vienna

Palazzo di Inverno, Vienna – fino al 16 ottobre 2016. Sterling Ruby presenta la sua personale nella storica dimora viennese. Dibattiti concettuali sul presente, duellando con il barocco, in un percorso espositivo a cura di Mario Codognato.

UN LOSANGELINO A PALAZZO
È politico, ma non troppo il lavoro che Sterling Ruby (Bitburg, 1972) presenta nella sua grande mostra personale al Palazzo di Inverno di Vienna. L’artista, tra i più significativi della nuova America che emerge nell’arte, è protagonista di un percorso estremamente articolato curato da Mario Codognato, a capo del team curatoriale del dipartimento del XXI secolo del Belvedere dal 2013. Con un’offerta ampia, nel racconto del presente, che mette insieme al progetto dell’artista losangelino, quello dell’eminente collega Ai Weiwei sui rifugiati.
L’ex giovane ribelle Sterling Ruby, un tempo a fianco delle sottoculture e a caccia di narrative da concettualizzare tra le fila della scena underground della California, tra bikers e carcerati, si presenta nella residenza del Principe Eugenio con i capelli corti e ben sbarbato, seppur con un look informale, e con una mostra che ha messo la testa a posto, ben pensata dal curatore italiano. Non era facile, infatti, accostare gli splendidi interni dalla decorazione barocca di una delle residenze più affascinanti del mondo, a un lavoro che, pur con riferimenti alla figurazione, tende fortemente alla astrazione e necessita di allestimenti puliti, immacolati oseremmo dire, che l’opulenza del Settecento fatica a offrire.

Sterling Ruby, Candle (5650), 2015 - photo R. Wedemeyer

Sterling Ruby, Candle (5650), 2015 – photo R. Wedemeyer

LE OPERE
Sono tempi meno fastosi i nostri, dove la paura si racconta con la cancellazione, la negazione, il non detto. Ma come si fa a rimuovere, quando i corpi sformati e allungati della serie Soft Works (Candles, Figures, 2014-16) giacciono abbandonati sul pavimento o si stagliano immobili come dolmen di un presente guerrafondaio, celebrando (o irridendo?) memorie di imperialismo americano? Che ritorna, affaticato e sempre più sbiadito, qui cancellato, rielaborato, oscurato da una pittura espressiva e dalle tinte acide nella “sala delle bandiere” dove campeggiano gli stendardi Deep Flag, Flag (Pink Space), Window Quilt/ Americana, tutti del 2016, e dove la ricerca di Jasper Johns a encausto fa un nuovo passo in avanti.

Sterling Ruby, MS42-3034, 2010 - photo R. Wedemeyer

Sterling Ruby, MS42-3034, 2010 – photo R. Wedemeyer

RICHIAMI ALL’ITALIA
E anche se non Mr. Ruby non parla di guerra né di politica, non si può fare a meno di pensare alle cupe atmosfere del nostro presente così violento e incerto quando entriamo nella sala delle “armi”, le MS Series, anche se queste sono tutte del 2010 e manifestano un approccio che non può non ricordare il “nostro” Pino Pascali, nonostante le dimensioni tragicamente ridotte. E sanno di Italia, anche se in maniera più ideale, le ceramiche Sandal e Basin Theology (2014, 2011) che, concepite come reperti archeologici della nostra epoca visti da un futuro lontano, riportano alla plastica sanguinante di Leoncillo, così come la serie dei suoi bronzi (2007 – 2014) mette in scena un linguaggio scarnificato che ha il sapore, inevitabilmente, delle avanguardie storiche.

Santa Nastro

Vienna // fino al 16 ottobre 2016
Sterling Ruby
a cura di Mario Codognato
PALAZZO DI INVERNO
Himmelpfortgasse 8
www.belvedere.at

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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