Senza chiedere nulla. Takeshi Murata a Varsavia

Kasia Michalski Gallery, Varsavia – fino al 28 luglio 2016. Nature morte cibernetiche, luci stroboscopiche e ambienti glitch. Il mondo psichedelico di Takeshi Murata in mostra per la prima volta a Varsavia.

UN NOVELLO GIORGIO MORANDI
Prendi Giorgio Morandi e fallo crescere sulla East Coast americana, nel bel mezzo degli Anni Ottanta, a contatto con la cultura skate e quella cyberpunk. Il risultato? Un artista affascinato dalla banalità del quotidiano, che forse metterebbe da parte tavolozza e pennello per dedicarsi alla realizzazione di algide composizioni digitali. Qualcosa di non distante, insomma, da quello che è oggi Takeshi Murata (Chicago, 1974). Per la prima personale in Polonia, l’artista americano porta lo spettatore all’interno del suo mondo glitch, proponendo un percorso a ritroso nella sua ricerca degli ultimissimi anni.
Ad aprire la mostra sono innanzitutto le grandi stampe, raffiguranti nature morte di oggetti  assemblati all’interno di misteriose ambientazioni generate al computer, senza spazio né tempo. In queste atmosfere distaccate e impersonali, e vagamente nostalgiche, un elenco di articoli estratti dalla cultura contemporanea di massa si somma senza una logica apparente: custodie di cassette VHS, una pianola, un pugno di limoni sparsi tutt’intorno. Il risultato è un pastiche piatto e asettico, che investiga – pur mancando volutamente di risposte – i limiti e le intersezioni tra la cultura mainstream e quella underground.

Takeshi Murata, Condos, 2012 - courtesy of the artist and Salon 94, New York

Takeshi Murata, Condos, 2012 – courtesy of the artist and Salon 94, New York

SENSAZIONI CONSAPEVOLI
Un po’ come Morandi, infatti, Murata “esprime qualcosa senza chiedere nulla” (per parafrasare le parole dello stesso), presentando composizioni dal forte stampo classico che si lasciano osservare, nonostante l’assenza di una narrazione in grado di compattare e dare un senso proprio al tutto. Piuttosto è una “sensazione” quella che avvolge l’osservatore, e la consapevolezza remota di esser davanti a immagini che, pur ponendosi distaccate, ci riguardano da vicino.
A occupare la seconda sezione della mostra sono i video, con una sequenza di lavori realizzati tra il 2010 e il 2015. Anche in questo caso a essere indagata è la cultura mainstream, manipolata e distorta dall’artista attraverso giochi di dissolvenza/distruzione dell’immagine, e un audio spesso aggressivo che ne ostacola la visione. Frammenti di film vengono ripetuti e destrutturati, o addirittura completamente reinterpretati (come nel caso di I, Popeye, 2010) attraverso l’impiego di tecniche di rendering digitale.

Takeshi Murata, Melter 3-D, 2014 - courtesy of the artist & Ratio 3, San Francisco

Takeshi Murata, Melter 3-D, 2014 – courtesy of the artist & Ratio 3, San Francisco

UNA MOSTRA BEN PENSATA
Ultimo atto del percorso è occupato dalla scultura cinetica Melter 3-D (2014): una sfera di metallo che, grazie alla rapida successione di luci stroboscopiche diffuse nell’ambiente, sembra liquefarsi davanti agli occhi dello spettatore. La mostra, nel complesso ben pensata e allestita nello spazio pur ridotto della galleria, è uno dei risultati migliori ottenuti dalla Kasia Michalski gallery, attiva da appena un anno e già capace di attestarsi come una tra le realtà polacche più attive e attente su scala internazionale.

Alex Urso

Varsavia // fino al 28 luglio 2016
Takeshi Murata – Second Nature
KASIA MICHALSKI GALLERY
Ul. Poznanska 16
+48 (0)22 4093307
[email protected]
www.kasiamichalski.com

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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