Istantanee dalla Via Emilia. A Bologna

MAST, Bologna – fino all’11 settembre 2016. Inserita nel circuito di Fotografia Europea, la mostra allestita negli ambienti dell’istituzione bolognese riunisce gli sguardi sulla Via Emilia di alcuni grandi artisti dello scatto. Con un’attenzione particolare alla dimensione del lavoro.

TRA PERIFERIE E NEBBIA
“Mi fanno male i capelli…”, lamentava la diva Monica Vitti in una drammatica scena de Il deserto rosso (1964) di Michelangelo Antonioni. Bollata in prima battuta come snobistica, sarebbe diventato una frase celebre quel verso tratto in realtà da una poesia di Amelia Rosselli, che conferiva valore lirico alla crisi psicologica del personaggio interpretato dalla Vitti, alle prese con il disagio profondo della periferia industriale di Ravenna. Una tematica delicata questa, tratteggiata con il filtro naturale della nebbia da una pellicola presto cult, di cui alcuni fotogrammi aprono e chiudono il percorso espositivo di Ceramica, latte, macchine e logistica – Fotografie dell’Emilia-Romagna al lavoro, a cura di Urs Stahel, proposto dalla Fondazione MAST di Bologna.

VIA EMILIA IN TRASFORMAZIONE
Parte del circuito della XI edizione di Fotografia Europea (dedicata quest’anno a La via Emilia. Strade, viaggi, confini), la retrospettiva racconta con approccio innovativo le trasformazioni del territorio regionale rilevate negli ultimi decenni, specchio dei cambiamenti seguiti allo sviluppo economico e industriale, nonché fili ideali di una narrazione per immagini – oltre 200 – che indagano il rapporto fra l’uomo e l’ambiente, restituendo la bellezza per certi versi nuova di luoghi entrati di diritto nell’immaginario collettivo.
“L’Emila-Romagna” – sottolinea il professor Marco Antonio Bazzocchi, dell’Università di Bologna, in un testo per la presentazione dell’evento – “è un luogo di lavoro e di fatica, dove l’uomo è legato alla terra e all’acqua, lavora nella terra e nell’acqua. Le fantasie di coloro che hanno creato opere artistiche a partire da questa regione sono sempre connesse a questa lontananza, a uno spazio in cui la terra sfuma verso l’orizzonte, o verso il mare, dove va a perdersi l’acqua del fiume. Non a caso, l’Emilia è il suo fiume, il Po, ma poi la Romagna è il suo mare, l’Adriatico”.

Guido Guidi, Rimini Nord, ottobre 1991 - Collezione Linea di Confine, Rubiera © Guido Guidi

Guido Guidi, Rimini Nord, ottobre 1991 – Collezione Linea di Confine, Rubiera © Guido Guidi

OBIETTIVI PUNTATI SUL LAVORO
Per il curatore, “la mostra intende creare una trama narrativa organizzata per coppie di immagini contrapposte. Immagini a cui è affidato il compito di raccontare come le vecchie strutture produttive scompaiano, sostituite da nuovi impianti e sistemi ad altissimo contenuto tecnologico, come al paesaggio tradizionale e a un territorio dal sapore antico si contrappongano le nuove aree del terziario avanzato, dei commerci, della tecnica, dell’accelerazione e come simili fenomeni siano riscontrabili non solo nei settori dell’industria meccanica e della ceramica, ma anche in quelli della produzione alimentare e della piccola impresa”.
L’allestimento fotografico, che accoglie contributi di maestri come Lewis Baltz, Olivo Barbieri e Gabriele Basilico, è arricchito da una esposizione di 35 volumi su ambienti, contesti e realtà dell’Emilia-Romagna. Al livello O del MAST, invece, il viaggio continua con la proiezione del documentario realizzato nel 2015 da Francesca Zerbetto e Dario Zanasi, Le radici dei sogni – Emilia Romagna tra cinema e paesaggio, quasi un inventario di un patrimonio culturale decisamente vasto.

Domenico Carelli

Bologna // fino all’11 settembre 2016
Ceramica, latte, macchine e logistica. Fotografie dell’Emilia-Romagna al lavoro
a cura di Urs Stahel
MAST
Via Speranza 42
051 6474345
[email protected]
www.mast.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/53250/ceramica-latte-macchine-e-logistica/

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