Antonio, Bartolomeo e Alvise. In nome dei Vivarini

Palazzo Sarcinelli, Conegliano – fino al 5 giugno 2016. Quella allestita a Conegliano è la prima monografica mai dedicata alla famiglia di pittori muranesi. Quella che anticiperà, assieme ai Bellini, la grandiosa stagione artistica veneta del Cinquecento.

(S)FORTUNA CRITICA DI UNA FAMIGLIA
Ancora nel dibattito storico-artistico degli Anni Sessanta, il linguaggio figurativo sfoderato da Antonio Vivarini, da suo fratello Bartolomeo e dal figlio di Antonio, Alvise (attivi a Venezia e fuori Venezia per circa un sessantennio a partire dal 1440) era considerato un “binario morto” nell’evoluzione dell’arte veneta a cavallo fra XV e XVI secolo.
Nonostante questo, proprio nel 1961 la prima fatica critica interamente dedicata ai tre pittori muranesi – firmata dallo storico dell’arte Rodolfo Pallucchini – avrebbe avuto il merito di sdoganare un approccio sempre meno schierato con la formazione vincente Bellini-Giorgione-Tiziano e sempre più a favore di un nuovo ruolo storico e culturale per la famiglia Vivarini.

UN PERCORSO CHIARO
Grazie all’appassionata curatela di Giandomenico Romanelli (ex direttore dei Musei Civici di Venezia) e alla promozione del Comune di Conegliano assieme a Civita Tre Venezie, la mostra ospitata nella raffinata sede di Palazzo Sarcinelli si presenta come il fortunato esito di questa graduale rivalutazione critica.
Un assortimento di opere che abbraccia, in un percorso espositivo chiaro e mai lezioso, i polittici dorati di Antonio, le sacre conversazioni di Bartolomeo – traditrici ormai della rivoluzione spaziale in atto – e infine le vedute atmosferiche di Alvise (l’unico dei tre a tentare la carriera di Stato presso il Senato della Serenissima). La sua a lungo dibattuta Sacra conversazione del 1500, conservata al Musée de Picardie di Amiens, esce in quest’occasione per la prima volta dai confini francesi.

Alvise Vivarini, La Vergine con il Bambino e i santi Pietro, Gerolamo, Agostino e Maddalena,1500 - Amiens, Musée de Picardie

Alvise Vivarini, La Vergine con il Bambino e i santi Pietro, Gerolamo, Agostino e Maddalena,1500 – Amiens, Musée de Picardie

SANTI CAMPIONI
Altre opere giungono dalla Puglia e dalla Campania, dall’Istria e dalla Dalmazia. Il vasto bacino geografico dei Vivarini è in parte giustificato dall’importante rete di committenze – esclusivamente devozionali – che a partire dal 1440 fino ai primi anni del Cinquecento Antonio, Bartolomeo e Alvise seppero intrecciare. La loro produzione era andata infatti specializzandosi nella raffigurazione dei santi “campioni” della grande riforma degli ordini che almeno dalla metà del Trecento passerà sotto il nome di “osservanza”. D’altra parte il vorace mercato collezionistico di fine Settecento e dell’Ottocento avrebbe fatto il resto, parcellizzando l’importante repertorio gotico-rinascimentale della bottega vivariniana.
Alla Città di Conegliano quindi il merito di aver condensato gli episodi figurativi più salienti nella carriera dei tre pittori in un unico grande evento, un cardine per chiunque voglia conservare un’idea onesta e coerente delle eleganti premesse alla grande stagione rinascimentale veneziana.

Francesca Coccolo

Conegliano // fino al 5 giugno 2016
I Vivarini. Lo splendore della pittura tra Gotico e Rinascimento
a cura di Giandomenico Romanelli
Catalogo Marsilio
PALAZZO SARCINELLI
Via XX Settembre 132
0438 1932123
www.mostravivarini.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50716/i-vivarini-lo-splendore-della-pittura-tra-gotico-e-rinascimento/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati