L’insostenibile leggerezza degli anni Ottanta. A Parigi

Centre Pompidou, Parigi – fino al 23 marzo 2016. Il museo parigino ospita una piccola mostra di grande spessore sul controverso e teatrale decennio degli Anni Ottanta. Attraverso lo sguardo di artisti, fotografi e film-maker, l’esposizione fa luce sui temi del consumismo, delle pratiche di classe, dell’individualismo propri di un periodo storico pieno di fascino e ambiguità.

I CHIASSOSI ANNI OTTANTA
Gli Anni Ottanta sono un momento storico contrastato e paradossale: chiassosi, festosi e decisamente teatrali, nascondono, dietro questo volto leggero e fantastico, una gravosa stanchezza e la ricerca di un equilibrio sociale e politico di fronte alla religione del consumismo, alla diffusione dell’Aids, all’esacerbazione dei contrasti di classe.
Si fa strada, in questo contesto, una nuova tendenza artistica che, esprimendosi attraverso la fotografia e il filmato, desidera catturare appieno l’essenza bipolare della società del periodo. In aperto contrasto con il filone documentarista (lo scatto rubato alla realtà, testimone “autentico” e non ritoccato della vita), questi artisti amano la messa in scena, la fotografia fabbricata ad hoc in studio, immagini che richiedono una lunga preparazione e ricerca, servendosi di quelli che erano al tempo gli ultimi sviluppi in campo tecnologico: la grafica ad alta definizione, il grande formato, le istantanee Polaroid.

FOTOGRAFIA, SPECCHIO DELLA SOCIETÀ
L’incontro-scontro tra questi nuovi processi tecnici e un ventaglio di soggetti e tematiche estranei alla fotografia tradizionale ha prodotto un paradosso: la fotografia inscenata e il realismo anti-documentarista di queste nuove opere riescono a descrivere perfettamente la realtà del tempo, proponendosi come espressione formale di una società altrettanto votata all’artificio e allo staging.
È il caso di Sans Titre – Série 1: 1988-1989 di Florence Paradeis, immagine talmente ben allestita e studiata da risultare totalmente credibile e, per questo, disturbante. Paradeis indaga le pratiche di classe, i rapporti famigliari e i microriti del quotidiano, conservando, insieme agli altri artisti dell’esposizione, un atteggiamento al contempo ironico (quando non apertamente derisorio) e fortemente critico verso la società contemporanea (come accade in The cost of Living – Royal Commonwealth Society Function for Summer Evening, 1986, di Martin Parr).

Hergo, dalla serie Les Mythos, Sophie, 1994

Hergo, dalla serie Les Mythos, Sophie, 1994

RITRATTI E FINZIONI
Il ritratto occupa un posto di rilievo nella mostra, e a buon merito: nessun genere artistico svela meglio di esso le inquietudini e le dinamiche sociali del contesto che lo ha prodotto. Henri Hergo, con la serie Les Mythos (1992), Ellen Carey con i due Self-portraits (1987), Pierre et Gilles con lo splendido ritratto in grande formato debitore alla ritrattistica ufficiale rinascimentale e secentesca, propongono opere che si interrogano sulla nozione di identità, allontanando il soggetto mentre lo espongono. Ne risultano immagini alienanti che oscillano tra la realtà e la sua occultazione, dove ciò che viene restituito è solo un riflesso artefatto dell’individuo, assorbito da una società divorante.
Les années 1980, l’Insoutenable légèreté è essa stessa una mostra che fotografa con lucidità e senso critico un’intera generazione di artisti e il loro lavoro, condensando in due sale soltanto l’essenza di un periodo storico-artistico ancora tutto da capire.

Giulia Kimberly Colombo

Parigi // fino al 23 marzo 2016
Les années 1980, l’Insoutenable légèreté
a cura di Karolina Ziebinska-Lewandowska
CENTRE POMPIDOU
Place Georges-Pompidou
+33 (0)1 44781233
www.centrepompidou.fr

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