Gillo Dorfles a Roma. La vita è una ricerca continua

Macro, Roma – fino al 30 marzo 2016. Il museo capitolino ospita la prima e completa antologica – curata da Achille Bonito Oliva e allestita da Fulvio Caldarelli – dedicata alla vita di Gillo Dorfles. 105 anni vissuti tra critica e pratica artistica, restando sempre al passo con i tempi.

105 ANNI A REGOLA D’ARTE
Più di cento opere – tante quanto i suoi anni, 105 per l’appunto – percorrono a ritroso la vita di Gillo Dorfles (Trieste, 1910), uno dei più grandi storici della cultura italiana, attento osservatore e scopritore del gusto, di nuove tendenze e inedite correnti.
La sua formazione avviene tra le mura dei salotti letterari, l’equivalente (se così si può dire) degli attuali social network. Prima a Trieste – nella cerchia di Elsa Dobra e di Villa Veneziani, insieme a Italo Svevo, Eugenio Montale e Leo Ferrero – poi tra i circoli viennesi, milanesi e romani – come il Caffè Rosati di piazza del Popolo o a Torino da Felicia Casorati – Dorfles forgia la sua immagine di letterato che impara vivendo, cittadino del mondo, non certo soffocato dai libri nella sua torre d’avorio.
Lo dimostrano i numerosi documenti, i vivaci carteggi e le tante fotografie presenti nel percorso espositivo, pensato per essere totalizzante in virtù di un personaggio così eclettico: medico psichiatra, artista e critico, ma anche poeta e musicista dilettante, i cui interessi spaziano dalla filosofia all’architettura, dalla moda alla sociologia del gusto fino al design.

DORFLES CRITICO…
Tuttavia il merito di Dorfles si comprende appieno se si considera il clima culturale del secondo dopoguerra, dominato dalla filosofia idealistica crociana e da una pratica artistica fortemente schierata. È del 1952 il suo primo libro, Discorso tecnico delle arti, che contraddice il pensiero prevalente. La sua tesi lo porta a considerare anche i linguaggi minori o abbandonati, riscoprendo movimenti inattuali e recuperando un vocabolario del passato.
Per capire il suo fare critico e artistico è necessario cogliere quella che potremmo definire l’estetica del frammento o meglio del policentrismo. Perduto l’ottimismo delle avanguardie storiche e la fiducia nel ruolo dell’artista, Dorfles critico adotta istintivamente l’unica via costruttiva: un’identità nomade e transitoria, interessata a percorsi e provenienze differenti, senza ideologie né celebrazioni. La sua è un’estetica trasversale, fatta di sguardi laterali, che raggiunge anche la cosiddetta cultura bassa, popolare e massificata. Rimasticare il passato escludendo le gerarchie e mantenere un occhio sempre vigile sul presente sembra essere il suo dettame.

Gillo Dorfles, Senza Titolo, 1947-2013 - collezione privata, Lucca - photo Eleonora Milner

Gillo Dorfles, Senza Titolo, 1947-2013 – collezione privata, Lucca – photo Eleonora Milner

… E ARTISTA
Dorfles artista, senza scegliere tra il figurativo o l’astratto, punta tutto sulle ragioni interne al mezzo stesso: il colore e la forma, in movimento incessante. La sua pittura non ha significati forti ed eroici, ma è frutto di una mentalità sgombra da qualsiasi superstizione o ideologia. Piacevole, leggera, ironica, è un’arte “neutra” dove astratto e figurativo, avanguardia e tradizione si pareggiano e dove non esistono punti di vista privilegiati. Un’opera in cui il significato è necessariamente plurale e positivamente instabile, aperta in prospettiva a nuove possibili interazioni.
Si intitola proprio Verlust der mite (Perdita del centro) l’opera del 1999 in omaggio a Hans Sedlmayr. In quest’ottica di anticonformismo si inserisce la nascita del MAC –Movimento per l’Arte Concreta, ben documentata dalla mostra romana.

UN MODELLO DA CUI IMPARARE
In un’epoca dominata da sensi unici e ideologie, Dorfles trasforma l’incertezza in un valore. Il grande critico ha vissuto controcorrente: il suo merito è stato quello di aver contribuito a far trionfare l’alternativa. Un militante sorridente e ottimista.
Alcune sue idee geniali risultano quanto mai contemporanee, come lo studio in cui analizza il formarsi del gusto di un’epoca e l’influenza del suo mutare nella società, che ricorda quanto sia determinante il parere della community nei social odierni.
Cosa possiamo imparare oggi da questo maestro ultracentenario?
Certamente a vivere con un orizzonte ampio di riferimenti culturali, a mantenere costante la curiosità verso il nuovo e a non perdere mai di vista il desiderio di andare oltre.
Indubbiamente continuo a essere molto curioso di qualsiasi evento”, dice lui stesso. “Ho sempre avuto una tendenza istintiva, ma anche ossessiva, a essere up to date, aggiornato, al corrente (ma il termine inglese è più efficace)”. Aggiorniamoci dunque: lo dice Gillo Dorfles.

Eleonora Milner

Roma // fino al 30 marzo 2016
Gillo Dorfles – Essere nel Tempo
a cura di Achille Bonito Oliva
Catalogo Skira
MACRO
Via Nizza 138
06 671070400
[email protected]
www.museomacro.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/49489/gillo-dorfles-essere-nel-tempo/

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Eleonora Milner

Eleonora Milner

Eleonora Milner è nata e vive a Venezia. Laureata al DAMS Arte di Bologna e in Fotografia dei Beni Culturali all'ISIA di Urbino, si occupa di fotografia e arte contemporanea, con particolare interesse all'arte partecipativa. Scrittrice e fotografa, si occupa…

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