Da Max Mara, l’Atelier dell’Errore. Uomini come cibo

Max Mara, Milano – fino al 15 settembre 2015. In collaborazione con la Collezione Maramotti Max Mara inaugura una nuova mostra. Quaranta disegni realizzati dai ragazzi dell’Atelier dell’Errore, laboratorio di arti visive nato come complemento all’attività clinica della neuropsichiatria infantile di Reggio Emilia.

Capovolgendo il tema di Expo Milano 2015, i disegni dei ragazzi dell’Atelier dell’Errore mettono al centro un bestiario fantastico di creature che si cibano di uomini. In questo mondo del fantastico gli uomini, fagocitati, si trasformano in oggetti di consumo, mentre gli animali divengono divoratori, incarnano le paure di chi li ha disegnati e assumono una funzione salvifica, diventando meccanismo proiettivo di difesa della loro fragilità nelle relazioni con il mondo reale.
I disegni che riempiono lo spazio di via Monte di Pietà si comportano come indizi inquietanti, allestititi in ordine sparso sui cinque piani dell’edificio in abbandono. Sono perlopiù disegni di grande formato che si sviluppano su diversi fogli uniti tra loro da semplici nastri adesivi. La loro presenza è sottolineata dai supporti in scatole di legno povero che li evidenziano. Il visitatore è invitato a fare un viaggio che si snoda dalle cavità sotterranee e, attraverso il mare e la terra, giunge fino al cielo in una stratificazione che ristabilisce un apparente ordine biologico fra le varie specie fantastiche.
Luca Santiago Mora, fondatore dell’Atelier dell’Errore nel 2002, ripercorre con Artribune i passaggi di questa esposizione.

Chi o cosa si è rivelato essere il vero pro-motore dell’Atelier dell’Errore? Quale il suo principio, quale il suo scopo?
I ragazzini certificati dalla NPI che arrivano in atelier non possono farsi carico di una nuova, ultima sconfitta. Per questo da ognuno bisogna saper tirar fuori il meglio, scoprendo lentamente tesori. Li aiuta un ambiente strutturato, progettato metodologicamente a partire da quello che a poco a poco, il loro essere, il loro stare in atelier, mi ha insegnato. Poche regole ma chiare. La prima: racconti e disegni a tema unico, gli animali. E poi l’errore come metodo di lavoro: non si cancella, non si cambia il foglio, si va sempre avanti.

Autori vari, Atelier dell’Errore, L'immane RagnoFerro di Curnasco, 2015 - Courtesy and © Atelier dell’Errore

Autori vari, Atelier dell’Errore, L’immane RagnoFerro di Curnasco, 2015 – Courtesy and © Atelier dell’Errore

Da quale ispirazione nasce il tema Uomini come cibo? Quale intento apotropaico la mostra porta in sé, ai tempi di Expo 2015?
Sublimare in queste creature immaginarie le proprie sconfitte, scoperchiare l’inconscio che agisce in profondità e costruirsi un sistema difensivo credo li faccia sentire capaci di reazione, più fiduciosi in se stessi, più normali, perché è così che loro vorrebbero essere considerati. Quindi da cibo per uomini a: uomini come cibo, specialistica prettamente oltre-zoologica a cui la Libera Università dell’Atelier dell’Errore avrebbe potuto dare un contributo importante con un nuovo dipartimento di studi dedicato non ad animali che si nutrono occasionalmente di umani, ma ad animali speciali, a caccia esclusiva di uomini.

Quale è stata la rappresentazione prevalente di mostro, di inconnu?
È inconcepibile per la maggior parte dei miei ragazzini il concetto di mostro: lo tengono a dovuta distanza perché spesso succede che questo epiteto se lo sentano addosso, sempre grazie alla spietatezza gentile di noi normaloidi.

Arianna, Atelier dell’Errore, Carniforo Tortura Ossa, 2015 - Courtesy and © Atelier dell’Errore

Arianna, Atelier dell’Errore, Carniforo Tortura Ossa, 2015 – Courtesy and © Atelier dell’Errore_xl

Come dialogheranno i lavori dei ragazzi con lo spazio di via Monte di Pietà?
Lo spazio è un immobile che era occupato da uffici. Ora è completamente vuoto, in attesa di nuova destinazione, senza alcun arredo né pareti divisorie. Abbiamo trasformato la transitorietà di un luogo, i segni residui di un’architettura d’interni démodé, grazie al potere trasformante e perturbante di un accampamento nomade di creature di Cieli, Terre e Acque. Promuovendo l’attenzione verso una messa in sicurezza dei locali in stile filologico e la progettazione di un semplice guscio di legno, come spazio definito a misura per ognuno dei nostri animali.

Come sono stati realizzati e quali le patologie prevalenti che hanno costretto i ragazzi a passare attraverso la clinica della neuropsichiatria infantile di Reggio Emilia?
In atelier sono contemplate tutte le patologie della NPI, dai ritardi più o meno gravi ai disturbi di ogni tipo – personalità, concentrazione, apprendimento, sindromi dai nomi aggraziati ma traditori (Tourette, X Fraglie…) – fino al contenitore dell’autismo.

Ginevra Bria

Milano // fino al 15 settembre 2015
Atelier dell’Errore – Uomini come Cibo
MAX MARA
Via Monte di Pietà 23
342 9146508
[email protected]
www.atelierdellerrore.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/45770/atelier-dellerrore-uomini-come-cibo/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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