Spazio Ridotto, grandi idee. A Venezia

Spazio Ridotto, Venezia – fino al 26 aprile 2015. La Zuecca Project si sdoppia, dando vita a un luogo in cui si è scelto di sposare l’arte digitale e la net art, con piccole esposizioni di 1-2 mesi. Ora è il turno di Margot Bowman, con i suoi lavori sul climate warming, per poi lasciare il posto alla sperimentazione del regista lituano Jonas Mekas.

Facciamo mente locale. Che cosa manca, da Milano a Palermo, nelle esposizioni d’arte contemporanea? Ormai siamo abituati un po’ a tutto: opere concettuali, performance, arte effimera, land art. Però manca ancora qualcosa. E quel qualcosa, per non svelare subito le carte, si può trovarlo a Venezia, nello Spazio Ridotto. Va tenuto presente, però, un altro fattore, che a quelli della Zuecca Project non è sfuggito: la Biennale d’Arte di Okwui Enwezor – ormai alle porte – s’intitola All the World’s Future e quella parola, futuro, non lascia dubbi.
Torniamo alla domanda iniziale: che cosa manca alle esposizioni d’arte contemporanea? Il futuro. O meglio: l’arte del domani. Ed ecco su cosa hanno puntato allo Spazio Ridotto: net art e digital art.
Margot Bowman è un’artista britannica, nata nella generazione che già sapeva parlare ai computer, che con la sua prima personale italiana W.E.T. esplora in chiave digitale l’impatto dei cambiamenti climatici. Il progetto si divide in due fasi. La prima: attraverso il sito w-e-t.net, la Bowman invita a compilare un questionario (potete farlo anche adesso dal vostro laptop) che vuole far riflettere sull’impatto che ha il vivere contemporaneo sulla società e sull’economia. Il sito è la sede digitale del progetto: questa, in primis, è la grandissima risorsa della net art, l’abbattimento degli spazi fisici.

Margot Bowman – W.E.T. - veduta della mostra presso Spazio Ridotto, Venezia 2015

Margot Bowman – W.E.T. – veduta della mostra presso Spazio Ridotto, Venezia 2015

Successivamente, le informazioni raccolte dal questionario – questa è la seconda fase –  servono per ispirare l’artista nella creazione di quello che possiamo definire il nuovo Mondo (per intenderci: una sorta di Waterworld). Comprendete, adesso, come questa piccola esposizione si sposi benissimo con Venezia, col suo passato e col suo futuro. Una città sospesa sull’acqua, in perenne bilico. È anche questo il pathos di W.E.T. che, con piccole gif riprodotte su schermo, con immagini d’acqua – dalla laguna all’oceano –, cerca di avvicinarsi il più possibile a uno dei possibili World’s Future.
Possiamo definire il lavoro veneziano di Margot Bowman il teaser di questa Biennale d’Arte, anche grazie all’intuizione dei ragazzi di Zuecca Project e alla curatela di Gloria Cappelletti e Fabrizio Meris. Vogliamo anche anticiparvi qualcosa: in calendario, sempre allo Spazio Ridotto, è prevista da maggio una mostra con i lavori del regista 93enne Jonas Mekas che, nonostante la classe di nascita, è stato tra i primi a sperimentare prima col cinema e poi con le potenzialità di internet. Il nome della mostra? The Internet Saga.

Paolo Marella

Venezia // fino al 26 aprile 2015
Margot Bowman – W.E.T.
a cura di Gloria Cappelletti e Fabrizio Meris
SPAZIO RIDOTTO
Calle del Ridotto 1835
041 2406840
www.zueccaprojectspace.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/43791/margot-bowman-w-e-t/

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Paolo Marella

Paolo Marella

Barese, classe 1987, trapiantato maldestramente a Venezia. Laureando in Economia e Gestione dei Beni Culturali all'Università Ca' Foscari, coltiva da anni una forte passione per l'arte e la scrittura. Gli piace il mondo della comunicazione: quest'anno ha lavorato nell'ufficio stampa…

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