Picasso e gli altri: tris di mostre a Madrid

Il Kunstmuseum di Basilea chiude per ampliamento ed esporta i suoi capolavori a Madrid. Per tutta la primavera e la prossima estate il Prado ospita dieci meravigliosi Picasso, mentre al Reina Sofía due mostre da non perdere raccontano la storia del collezionismo in Svizzera.

È ormai una tendenza, se non una moda: quando i musei chiudono, le opere viaggiano per il mondo per incontrare nuovo pubblico. Il successo è assicurato, soprattutto se nel pacchetto sono inclusi capolavori di Picasso, degli Impressionisti o in generale della grande stagione pittorica dell’Otto-Novecento. Il triplice appuntamento con l’arte moderna e contemporanea offerto a Madrid dal Kunstmuseum di Basilea è il frutto degli sforzi congiunti di molte istituzioni, ma si propone con una coerenza e un interesse notevoli grazie senz’altro alla professionalità dei curatori e alla sapiente supervisione dei direttori dei tre musei pubblici coinvolti.

DIECI PICASSO AL PRADO
I visitatori del Prado possono godere di uno straordinario spettacolo accedendo alla galleria centrale dell’edificio del Villanueva, asse portante della collezione permanente del museo. Dieci capolavori di Picasso campeggiano in fila, nel corridoio al primo piano, in un dialogo immaginario ma vivacissimo con la pittura del Rinascimento e del Barocco esposta alle pareti, e che tanta influenza ebbe nella formazione del pittore spagnolo. Si tratta di dieci dipinti realizzati da Picasso tra il 1906 e il 1967, otto dei quali mai esposti prima in Spagna, che compongono una piccola ma chiara retrospettiva che dal periodo rosa giovanile passa attraverso il periodo blu, il Cubismo sintetico, il ritorno al neoclassicismo fino agli esperimenti figurativi della vecchiaia. Tutte opere magnifiche, di medio e grande formato, che si specchiano di volta in volta con i vicini Tintoretto, Tiziano, Veronese, e l’immancabile Rubens, mentre nelle sale laterali si intravedono i capolavori di Velazquez, El Greco e, sul fondo la Famiglia di Carlo IV di Goya.
Due di tali opere raccontano anche una vicenda legata alla storia del museo di Basilea e alla biografia di Picasso: I due fratelli (1901) e l’Arlecchino seduto (1923) erano di proprietà del collezionista Rudolf Staechelin, che nel 1947 li depositò nel museo di Basilea. Vent’anni più tardi, quando il proprietario li voleva vendere, fu la stessa città ad acquisirli attraverso un referendum e a raccogliere il denaro attraverso un primo esempio di crowdfunding popolare. Lo sforzo e la lungimiranza dei cittadini svizzeri commosse il pittore spagnolo a tal punto che regalò al museo spontaneamente altre opere sue, tra cui i dipinti Uomo, donna e bambino del 1906, Venere e amore e La coppia del 1967, tutti esposti ora al Prado.

10 Picasso del Kunstmuseum di Basilea - veduta della mostra presso il Museo del Prado, Madrid 2015

10 Picasso del Kunstmuseum di Basilea – veduta della mostra presso il Museo del Prado, Madrid 2015

LA STORIA DEL KUNSTMUSEUM
L’affascinante storia del Kunstmuseum di Basilea prosegue con due mostre nelle sale del Reina Sofía. È la storia di un’istituzione antica, fondata nella seconda metà del XVII secolo quale primo esempio di museo pubblico municipale, sviluppatosi soprattutto attraverso le donazioni di collezionisti privati, numerosi all’interno della borghesia protestante centro-europea, arricchitasi grazie alla fiorente industria della stampa.
È però nei primi anni del Novecento che nella città di Basilea fiorisce un tipo di collezionismo privato orientato alla modernità e interessato soprattutto alle avanguardie. Il fiuto lungimirante dei diversi direttori del Kunstmuseum – che non si lasciano intimorire dalle nuove proposte e dai movimenti artistici del proprio tempo – permette l’acquisizione di opere del Cubismo, della cosiddetta “Arte degenerata” vietata dal nazismo, e in seguito anche di un fondo notevole dell’Espressionismo astratto e del Minimalismo statunitense.

Alberto Giacometti, Le chat

Alberto Giacometti, Le chat

CAPOLAVORI AL REINA SOFÍA
Dall’iniziativa pubblica e privata viene dunque l’ampio corpus di opere del Novecento esposte ora a Madrid. Un insieme di capolavori in gran parte sconosciuti in Spagna e che gli spagnoli stessi non hanno mai avuto la possibilità di raccogliere, date le diverse condizioni politiche e sociali della Spagna negli anni di fioritura delle avanguardie europee.
Il percorso espositivo di Fuego blanco – la prima delle due mostre dedicata alla collezione del museo – parte da due magnifiche tele di Munch per arrivare alle più moderne proposte di Donald Judd, Gerhard Richter, Pierre Huyghe e Steve McQueen. In mezzo c’è il meglio dell’arte moderna, da Kandisky a Picasso, da Juan Gris a Léger, ma anche Braque, un interessante Le Corbusier cubista e un’intera sala con meravigliosi Giacometti. Il lascito di Margherita Arp Hagenbach (moglie di un altro svizzero illustre, Hans Arp) orienta gran parte della collezione del museo nell’ambito dell’astrazione.

Marc Chagall, Ritratti di tre ebrei

Marc Chagall, Ritratti di tre ebrei

COLLEZIONISTI: DUE CASI STUDIO
Al quarto piano del Reina Sofía, infine, si svolge l’ultima parte del viaggio nel cantone di Basilea. Sotto il titolo Collezionismo e modernità. Due casi di studio è raccolta una selezione di 62 dipinti per la prima volta esposti fuori dalla Svizzera. Appartengono alle collezioni gemelle di Karl Im Obersteg e Rudolf Staechelin, due mecenati e amici che, tra il 1914 e il 1916, cominciano a raccogliere capolavori dell’Otto e Novecento che, in seguito, depositano nel Kunstmuseum della loro città.
Staechelin, figlio di una borghesia filantropica, riunisce in pochi anni capolavori della pittura francese del XIX secolo e XX secolo, un corpus omogeneo e coerente: Renoir, Pissarro, Monet, Manet, Cézanne, van Gogh e Picasso. Fra questi, il bellissimo Nafea fama ipoipo di Paul Gauguin, recentemente venduto per più di 300 milioni di dollari all’Autorità dei Musei del Qatar, e che sarà esposto a Madrid solo a partire da luglio.
Im Obersteg, invece, non segue l’andamento del mercato e compra opere in gruppo che dialoghino tra loro, caratterizzate dall’aspetto colorista e dalle tinte espressioniste dei soggetti. Di Picasso, ad esempio, possiede un’intensa Dama che beve l’assenzio del 1901, visibile anche per il lato verso della tavola, dove campeggia una diversissima Donna nella loggia dello stesso anno. Ama le figure di Alexij von Jawlenskij (tra cui un piccolissimo ma meraviglioso quadro di ascendenza vermeriana dedicato alla madre), colleziona opere di Chaïm Soutine, Modigliani, Kandinsky e tre intensi ritratti di rabbini ebrei di Chagall.
Un autentico piacere della vista, malgrado l’assenza di apparati didattici esaustivi che accompagnino adeguatamente il visitatore nelle sale delle mostre.

Federica Lonati

Madrid // fino al 14 settembre 2015
10 Picasso del Kunstmuseum di Basilea
MUSEO DEL PRADO
Paseo del Prado
+34 (0)913 302800
www.museodelprado.es

Madrid // fino al 14 settembre 2015
Fuego blanco. La collezione moderna del Kunstmuseum Basel
Collezionismo e modernità. Due casi di studio. Collezioni Im Obersteg e Rudolf Staechelin
MUSEO REINA SOFÍA
Calle de Santa Isabel 52

+34 (0)917 741000
www.museoreinasofia.es

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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