La pittura astratta secondo l’Italia degli Anni Settanta

Casa Cavazzini, Udine - fino al 3 giugno 2015. Nel capoluogo friulano continua l’indagine sul contemporaneo nostrano e internazionale attraverso l’attenta valorizzazione del bacino collezionistico cittadino. E stavolta l’occhio di bue è sull’astrazione analitica a metà Anni Settanta.

Prosegue con la mostra Un’idea di pittura. Astrazione analitica in Italia 1972-1976 il viaggio del museo d’arte contemporanea di Casa Cavazzini sul doppio binario attualità & storia. L’attualità di un’istituzione museale giovanissima che, insieme al vivace contributo degli ambienti accademici cittadini, esibisce fieri legami con il recente passato storico-artistico e serve ai visitatori un progetto espositivo guarnito della migliore ricerca filologica.
È ancora la collezione civica FriAM – Friuli Arts and Monuments, con le opere donate alla città di Udine da numerosi artisti americani (LeWitt, Stella, Andre e Mangold per tutti) a sostegno della ricostruzione seguita al terremoto del 1976, a costituire il solido perno sul quale ruotano le molteplici identità di Casa Cavazzini. In questo caso il Minimalismo e l’astrazione post-pittorica statunitensi non sono che una base di lancio per fare ritorno alla nostra penisola e a quegli artisti italiani che negli Anni Settanta sceglievano di imboccare a loro volta un sentiero di riqualificazione della tela dipinta. Riqualificazione che (volente o nolente) non raggiungerà la sistematicità d’oltreoceano, tanto da far arricciare il naso alla critica nazionale e allo stesso tempo stimolarne le naturali tendenze speculative.

Pino Pinelli, Pittura 76, 1976 - Collezione privata - photo Claudio Marcon

Pino Pinelli, Pittura 76, 1976 – Collezione privata – photo Claudio Marcon

La coerenza formale e gli scritti teorici non sono tuttavia mancati e hanno permesso di circoscrivere il fenomeno nazionale a un insieme ragionato di nomi e di date. Alcuni di questi nomi, quelli cioè di Enzo Cacciola, Riccardo Guarnieri, Claudio Verna e Gianfranco Zappettini, hanno avvalorato la cerimonia inaugurale a Casa Cavazzini con la loro significativa presenza. Preziosa per il duetto curatoriale si è rivelata anche l’intercessione della galleria Plurima, attiva a Udine e successivamente anche a Milano fino allo scorso 2012 proprio nel contesto della “nuova pittura” italiana. 1972 e 1976 sono invece le date scelte, anni che segnano rispettivamente il fiorire e il diradarsi di molteplici iniziative artistiche e editoriali il cui vaglio ha permesso di accomunare – a partire dalla rassegna Per pura pittura allestita al Centro La Cappella di Trieste nel 1972 – la sensibilità di molti artisti nazionali verso la concezione del quadro come entità autonoma e autosignificante. Un quadro a cui Daniela Palazzoli nel 1973 sembra riconoscere, nonostante tutto, una schiettezza che non pretende nessuna iperbole interpretativa dai propri osservatori, il cui compito in questo caso è solo quello di stare al gioco.

Francesca Coccolo

Udine // fino al 3 giugno 2015
Un’idea di pittura. Astrazione analitica in Italia 1972-1976
a cura di Fabio Belloni e Vania Gransinigh
CASA CAVAZZINI
Via Cavour 14
0432 414772
[email protected]
www.udinecultura.it

MORE INFO:

http://www.artribune.com/dettaglio/evento/43178/unidea-di-pittura-astrazione-analitica-in-italia-1972-1976/

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