Estetica del transitorio, oltre la pittura. Matteo Montani al Museo Andersen

Museo Hendrik Christian Andersen, Roma – fino al 1° febbraio 2015. La personale “Andarsene” rappresenta una svolta per Matteo Montani. Un’apertura alla multimedialità e ad esiti che varcano il consueto confine pittorico della sua produzione. Negli spazi del museo l’artista si confronta infatti con una dimensione nuova di una casa-studio trasformata in luogo espositivo.

La novità più grande della mostra è l’introduzione della figura e l’apertura a una dimensione più intima legata allo spazio espositivo: una casa-studio”. Varie opere sono in relazione con la destinazione privata degli ambienti. A partire da Esseri viventi, un’installazione concepita in rapporto alla Fontana della vita di Andersen, che è la parziale realizzazione di un progetto incompiuto: un’imponente scultura in cui avrebbe dovuto scorrere una cascata, allegoria di un utopico fluire interdisciplinare dei saperi. Matteo Montani (Roma, 1972) elabora un’istallazione di disegni intorno a tale complesso statuario, disponendoli ad altezze diverse e ricreando l’effetto di uno zampillo dinamico.
In un monitor viene trasmessa in tempo reale (e in streaming) l’immagine di un’opera al piano superiore: un’installazione composta dal calco in cera dei volti dei familiari dell’artista. Nella sottostante scatola ignifuga corrono delle resistenze al quarzo che azionano lo scioglimento della materia. I colori nascosti all’interno di queste maschere daranno luogo a grandi macchie cromatiche, con effetti di un pittoricismo informale. Non è solo un passaggio di stato ma anche una trasformazione dalle valenze ultrasensibili. Seguono sette strutture metalliche verticali contenenti oggetti e nature morte in cera, con sotto candele accese che creano la combustione. È il tema della Vanitas e del transeunte, di secentesca memoria.

Matteo Montani, Ansarsene, 2014 - cera, pigmenti, ferro, legno, elettroresistenze - cm 90x120x70

Matteo Montani, Ansarsene, 2014 – cera, pigmenti, ferro, legno, elettroresistenze – cm 90x120x70

Una stanza è dedicata alla soglia, diaframma fra terreno e ultraterreno, con pitture a olio e trementina su carta abrasiva. Si prosegue con Spettro, un quadro a scomparsa e a doppio strato: il primo è fatto di bande di colore realizzate con l’aerografo, l’altro, soprastante, in calce e latte. Nebulizzando dell’acqua sulla superficie bianca emerge la stesura colorata ma, quando la superficie si asciuga, lo spettro scompare.
Sul Tavolo da lavoro si trovano sculture policrome e una barra di ferro verticale, ideale cerniera fra terra e cielo. Altri tre piani di lavoro in truciolare nobile si trasformano in ampie opere parietali: “Ho assecondato le macchie di colore che già c’erano”, racconta l’artista. Succede anche in Così è come veniste al mondo: nello sfondo policromo una sagoma capovolta richiama il martirio di San Pietro che, crocifisso a testa in giù, pronunciò proprio la frase che ha dato il titolo all’opera. Montani chiude il percorso con il tema della rinascita (“Tutti nasciamo a testa in giù”), intesa come ulteriore momento di transizione.

Giulia Andioni

Roma // fino al 1° febbraio 2015
Matteo Montani – Andarsene
a cura di Gabriele Simongini con Maria Giuseppina Di Monte
MUSEO ANDERSEN
Via Pasquale Stanislao Mancini 20
06 3219089
[email protected]
www.museoandersen.beniculturali.it
www.andarsene.net

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/40759/matteo-montani-andarsene/

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Giulia Andioni

Giulia Andioni

Giulia Andioni (Roma, 1985) è storica dell’arte e guida turistica di Roma e provincia. Dopo la maturità classica, consegue la laurea triennale in Storia e conservazione del patrimonio artistico (con lode - tesi in Storia e tecnica del restauro) e…

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