Il futuro anteriore delle Strutture Romane. Al Maxxi

Maxxi, Roma - fino al 5 ottobre 2014. Oggetti che appartengono al paesaggio di quello che doveva divenire la metropoli romana. Opere d’ingegno, arte e fantasia che svolgono funzioni essenziali, ma restano sommerse nell’indifferenza. Sono le strutture romane di un futuro trascorso, che si disvelano (o quasi) al Maxxi.

Esistono e basta. Allo sguardo distratto del passante appaiono solo come presenze sommesse. Eppure a una lettura consapevole si rivelano intuizioni dell’avvenire, testimonianze del futuro. Anche se di un futuro trascorso.
Prendiamo il caso della Stazione Termini, il cui atrio, realizzato nel 1947-48 su progetto di Eugenio Montuori (Pesaro, 1907 – Roma, 1982) e altri, è delineato da una copertura tanto colossale ed evocativa da divenire subito “il dinosauro”. Attraversare quello spazio rivolgendo per una volta l’attenzione alla teoria di travi sinuose ed esili piedritti che lo costituisce è il genere di esperienza che viene suggerita solo dalla consapevolezza della genialità dell’opera.
Ma non è certamente l’unico esempio.
Fagocitato dalla città e assalito dal degrado, si rivela oggi ai soli occhi di chi ne conosce la visionaria concezione strutturale il viadotto di Via Cilicia sull’Appia Antica di Sergio Musmeci (Roma, 1926-1981). Mentre risulta totalmente e sapientemente mimetizzata dallo stesso progettista la sottile semicupola che corona l’abside della Basilica di Massenzio (1961-62), esito delle sue straordinarie capacità matematiche.
Forse meno sprofondate nella palude dell’indifferenza restano le opere di Pier Luigi Nervi (Sondrio, 1891 – Roma, 1979): il Palazzetto dello Sport e l’aula per le udienze Pontificie. Ma come oltrepassare la cortina di una percezione distratta senza comprendere l’originalità della loro impostazione statica, vanto dell’ingegneria italiana nel mondo?

Sergio Musmeci

Sergio Musmeci

La funzione di stimolo a questa lettura consapevole dovrebbe essere svolta dalla mostra Strutture Romane allestita nella Sala Centro Archivi del Maxxi, un ambiente riservato alla consultazione di documenti realizzato da Zaha Hadid in fondo alla Galleria 1. Si tratta però di un’area non del tutto idonea, che tradisce in parte le finalità stesse dell’esposizione. Vi si accede solo attraversando altri spazi espositivi e passando per un angusto recesso. Poi, una parte del materiale grafico e fotografico trova posto nello stretto percorso di accesso alla saletta e un’altra parte è collocata sulla parete opposta a un’altezza inadeguata alla fruizione.

Stazione Termini, Roma. 1947/1950 particolare esterno,  Fotografia b/n, courtesy Fondazione MAXXI

Pier Luigi Nervi – Stazione Termini, Roma. 1947/1950 particolare esterno, Fotografia b/n, courtesy Fondazione MAXXI

L’allestimento, anche se arricchito con il restauro di un modello originale in legno e carta di Musmeci e con uno spaccato costruttivo del Palazzetto dello Sport, non rende pienamente giustizia alla meritevole missione della mostra, che intende valorizzare la preziosa collezione di fondi dei più prestigiosi progettisti del XX secolo costudita dal Centro Archivi.

Alessandro Iazeolla

Roma // fino al 5 ottobre 2014
Strutture Romane. Montuori, Musmeci, Nervi
a cura di Margherita Guccione e Tullia Iori
MAXXI
Via Guido Reni 4a
06 3201954
[email protected]
www.fondazionemaxxi.it

 

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Alessandro Iazeolla

Alessandro Iazeolla

Alessandro Iazeolla (Roma, 1960), Architetto iscritto all’Ordine professionale dal 1988. Ha conseguito i diplomi di maturità classica e di maturità artistica. Attualmente è quadro direttivo di una società a controllo pubblico. Ha operato dagli Anni Ottanta nel campo della ricerca…

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