Philippe Halsman oltre i cliché. In mostra a Losanna

Musée de l'Elysée, Losanna - fino all'11 maggio 2014. Una mostra dal taglio scientifico riassume la carriera del grande fotografo. Riunendone le icone, ma soprattutto esplorandone motivazioni e rapporti col contesto artistico e culturale.

Tra i musei europei più importanti nel campo della fotografia, l’Elysée di Losanna svolge un lavoro di ricerca fondamentale quanto quello espositivo. Ogni mostra è il frutto di anni di catalogazione, riscoperta e archiviazione di provini e scatti d’epoca (la collezione conta 100mila pezzi).
E questo approccio scientifico si riflette anche nelle mostre temporanee. Tanto più quando si tratta di autori di scatti notissimi come Philippe Halsman (Riga, 1906 – New York, 1979), protagonista di una retrospettiva aperta fino all’11 maggio. Nonostante non manchino le icone dell’artista (ad esempio l’immagine dei corpi nudi che formano un teschio o la serie della Jumpology) la mostra non riduce la poetica di Halsman a una sequela d’immagini celebri, ma analizza cronologicamente e tematicamente i passaggi della sua carriera, mostrandone ragioni profonde e rapporti col contesto.
A partire dagli Anni Trenta a Parigi, segnati da un’adesione al Surrealismo mai scontata, allo stesso tempo ortodossa ed eccentrica. Con una poetica sempre raffinatissima, tanto che le sue foto del periodo colpiscono ancora oggi per sobrietà e freschezza. Per passare poi al periodo in cui definisce il suo stile, dando vita a una personalissima fusione dei canoni della fotografia soggettiva con le reminiscenze del Surrealismo.

Philippe Halsman

Philippe Halsman

Il percorso successivo è segnato da incontri con star e artisti – sempre interpretati con ritratti originali e in parte dissacranti, dalla lunga serie di copertine per la rivista Life, dai lavori per il cinema, in particolare con Hitchcock, e dalla serie dei Jump – in cui l’artista inventa un espediente oggi diffusissimo, quello di riprendere le celebrità nell’atto di saltare. E alcuni degli scatti più curiosi della mostra sono proprio tra quelli della Jumpology: non solo le star ma anche insospettabili come i duchi di Windsor si prestarono al gioco. La conclusione della mostra, poi, analizza con dovizia di particolari l’intensa collaborazione di Halsman con Salvador Dalí.
Nel complesso, la carriera di Halsman è una lunga esplorazione della società di massa, mai puramente celebrativa ma condotta con spirito e ironia. Come a voler scovare ciò che di esteticamente valido c’è anche in soggetti abusati e universali, e proprio per questo estremamente rappresentativi. A patto di strapparli ai luoghi comuni.

Stefano Castelli

Losanna // fino all’11 maggio 2014
Philippe Halsman – Etonnez-moi!
a cura di Sam Stourdzé e Anne Lacoste
MUSEE DE L’ELYSEE
18, avenue de l’Elysée
[email protected]
www.elysee.ch

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Stefano Castelli

Stefano Castelli

Stefano Castelli (nato a Milano nel 1979, dove vive e lavora) è critico d'arte, curatore indipendente e giornalista. Laureato in Scienze politiche con una tesi su Andy Warhol, adotta nei confronti dell'arte un approccio antiformalista che coniuga estetica ed etica.…

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