Analisi in tre tempi sul destino dell’uomo. Al Palais de Tokyo di Parigi

Palais de Tokyo, Parigi - fino al 7 settembre 2014. “L’état du ciel” è il nuovo fil rouge che si snoda lungo la stagione espositiva del centro d’arte parigino. Tre tappe inaugurali, per raccontare nientemeno che il destino dell’uomo.

Scrutare le immagini, il mondo, la società e le vite. Osservare le strane congiunture del destino, formulare le poste in gioco del presente e le ipotesi dell’avvenire. Curiosa e dinamica, ricca ed enfatica, L’état du ciel è una rassegna che vuole cercare un comune sentire riguardo al destino degli uomini. Il risultato è un insieme di voci diverse che mostrano il contributo di artisti, poeti e filosofi riuniti a riflettere intorno a circostanze fisiche, morali e politiche del nostro mondo. Il Palais de Tokyo si spinge oltre l’idea di esposizione tradizionale: infatti il museo francese crea una grande collettiva di artisti, presentati da curatori differenti che  perseguono l’intento di demolire il concetto classico di mostra d’arte, puntando alla creazione di un nuovo linguaggio espositivo, più contemporaneo e articolato, che supera la sua stessa definizione.
Inaugurata il 13 febbraio con un eclettico vernissage con musica, canti corali e perfomance dal vivo, L’état du ciel presenta altre due inaugurazioni previste per il 24 aprile e il 3 giugno che scandiscono i tre momenti strutturali dell’esposizione. Un’evoluzione di pensiero, un ricambio di presenze artistiche, un dinamismo che durerà fino a settembre.
Protagonisti indiscussi di questa prima parte sono Georges Didi-Huberman e Arno Gisinger, che presentano Nouvelles Histoires de fantômes, installazione ispirata a Mnemosyne di Aby Warburg e realizzata in collaborazione con Fresnoy, Studio National des Arts Contemporains (fino al 12 maggio) per indagare in maniera fortemente visiva il tema del lamento all’interno del cinema. Altri lavori interessanti sono Mo’ Swallow di David Douard, curato da Rebecca Lamarche-Vadel, che racconta le assurde mutazioni del mondo; Terre de départ di Angelika Markul curata da Daria de Beauvais, e ancora Des choses en moins, des choses en plus, un lavoro curato da Agnès Violeau e Sébastien Faucon e realizzato in coproduzione con il Centre National des Arts Plastiques.

Georges Didi-Huberman & Arno Gisinger, Nouvelles Histoires de fantômes - Palais de Tokyo, Parigi 2014 - photo Silvia Neri

Georges Didi-Huberman & Arno Gisinger, Nouvelles Histoires de fantômes – Palais de Tokyo, Parigi 2014 – photo Silvia Neri

Jean de Loisy, presidente del Palais de Tokyo, spiega che il significato del titolo L’état du ciel è ispirato all’opera Il promontorio del sogno di Victor Hugo, che scriveva: “Lo stato normale del cielo è la notte”, affermazione che riguarda bene il tempo attuale, un tempo politico, un tempo in cui il vedere è già una maniera di agire.
Per quello che concerne la seconda parte, una grande curiosità è riservata all’installazione Flamme Éternelle di Thomas Hirschhorn curata da Julien Fronsacq, che indaga le relazioni tra arte e filosofia. Altri lavori saranno firmati da Vivien Roubaud, Thomas Teurlai e Tatiana Wolska, presentati in collaborazione con Villa Arson e curato da Eric Mangion e Daria Beauvais, mentre Hiroshi Sugimoto presenterà uno studio intitolato Aujourd’hui, le mond est mort (Losthumangeneticarchive) curata da Akiko Miki.
La terza e ultima parte vedrà come protagonisti i lavori di Ed Atkins, curato da Rebecca Lamarche-Vadel, All that falls, presentato da Marie de Brugerolle e Gérard  Wajcman, e Michaela Elchwald, vincitrice del premio Lafayette 2012 e presentata da Katell Jaffrès.
In attesa del prossimo vernissage, non ci resta che immergerci in questo tripudio di riflessioni e visioni e lasciare che la nostra mente lavori nella progettazione di un nuovo futuro.

Silvia Neri

Parigi // fino al 7 settembre 2014
L’état du ciel
PALAIS DE TOKYO
13 avenue du Président Wilson
+ 33 (0)1 81973588
[email protected]
www.palaisdetokyo.com

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Silvia Neri

Silvia Neri

Silvia Neri nasce a Vicenza nel 1985. Si laurea nel 2010 in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Padova con una tesi in Storia dell'Arte contemporanea su Cremaster 3 di Matthew Barney. Nel 2008/2009 collabora con il Centro Nazionale…

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