Otto artisti (e un’assenza) in dialogo. A Prato

LATO / BBS, Prato – fino al 6 marzo 2014. Una mostra in due fasi sovrapponibili, in due spazi cittadini che invitano a “fare rete”, e con un curatore che cerca di non farsi (troppo) notare. Un esperimento espositivo che cerca nuove vie, rinunciando alla programmaticità.

Basare una mostra sul concetto di “dialogo” significa da un lato richiamarsi a una delle esperienze costitutive del fare artistico (laddove l’arte sia intesa come un indagarne i nodi più profondi) ma dall’altro può anche divenire un gesto di frattura all’interno di un sistema intrappolato da crescenti forme (più o meno celate) di dirigismo. Gli artisti che dialogano sono otto, e un ulteriore strappo è dato da quel “+1”, facilmente interpretabile come la “regia” del curatore, ma infine risolto in una presenza-assenza (l’arte stessa) su cui interrogarsi. La struttura del progetto, insomma, non è pensata come rigida intelaiatura concettuale, ma diviene un’agile architettura che sostiene il libero svilupparsi del dialogo.
Da qui deriva un’attenzione più specifica al rapporto con gli spazi architettonici e urbanistici. LATO e BBS, le due sedi della mostra, sono edifici di recente ristrutturazione, che uniscono attività professionale ed espositiva. Prato, poi, è città dalle mille problematiche, divisa tra ribollenti underground culturali e cattedrali nel deserto di periferia. E questi stimoli, pur in larga parte accolti, non bastano a esaurire il progetto. Perché l’idea del curatore Matteo Innocenti esalta in primo luogo le “affinità elettive” tra gli artisti. I quattro partecipanti alla prima fase della mostra (conclusa il 6 gennaio) hanno infatti invitato altri quattro artisti per “sovrapporre” nuovi interventi a quelli già installati.

8+1 – veduta mostra – LATO / BBS – Prato, 2013 – ph: Lucilla Bellini

8+1 – veduta mostra – LATO / BBS – Prato, 2013 – ph: Lucilla Bellini

Virginia Zanetti e Serena Fineschi avevano portato in BBS le loro riflessioni sul rapporto fra interno ed esterno. La prima ha invitato Enrico Vezzi, che ha accolto le suggestioni musicali e i colori cittadini dell’opera di lei, traducendoli in un’installazione di “rumore verde” (ideale unione di tutti i suoni del pianeta terra). Con Serena ha invece dialogato Emanuele Becheri, il quale ha contrapposto alla lunga impressione degli agenti atmosferici un suo tipico gesto attimale: un intreccio di ragnatele catturato sulla carta adesiva.
T-Yong Chung e Marco Andrea Magni avevano dialogato tra gli estremi dell’ideale e del materico da LATO. David Casini ha lasciato quindi deflagrare l’equilibrio instabile del primo in una formazione cristallina, sospesa tra il reale e il contraffatto. Mentre Giovanni Kronenberg ha esaltato le fragranze latenti del secondo, giocando anch’egli fra realtà e rappresentazione. Otto discorsi paralleli ma intrecciati: un assaggio di dove l’arte può arrivare se la si lascia in mano (quasi) ai soli artisti.

Simone Rebora

Prato // fino al 6 marzo 2014
8 + 1
a cura di Matteo Innocenti
LATO
Piazza San Marco 13
BBS
Via del Carmine 11
057 4071696
[email protected]
www.lato.co.it

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Simone Rebora

Simone Rebora

Laureatosi in Ingegneria Elettronica dopo una gioventù di stenti, Simone capisce che non è questa la sua strada: lascia Torino e si dedica con passione allo studio della letteratura. Novello bohémien, s’iscrive così alla Facoltà di Lettere a Firenze, si…

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