Isterico Zipp a Venezia

Fra gli eventi collaterali di questa Biennale di Venezia, di considerevole merito è “Comparative Investigation about the Disposition of the Width of a Circle”, progetto espositivo del tedesco Thomas Zipp curato da Zdnek Felix, organizzato dalla Fondazione KAI10 | Arthena di Düsseldorf. È ospitato a Palazzo Rossini, a pochi metri da Rialto, fino al 24 novembre.

Oltre ad alcuni precedenti organi installativi – White Refermation Co-op | Mens Sana in Corpore Sano (Fridericianum, Kassel 2010) – in Comparative Investigation about the Disposition of the Width of a Circle si profila una mise-en scène quanto en-espace tipica della metodologia espressiva di Thomas Zipp (Heppenheim, 1966). L’esperienza dell’umano viene deviata in molteplici congetture di pensiero – filosofia, scienza, arte, politica, antropologia – per confluire in un dinamico ed eterogeneo organigramma di pitture, disegni, sculture e ambienti installativi. Gli ambienti del palazzo vengono commutati in otto diverse stanze di un possibile sanotorio: auditorium, ufficio del direttore, biblioteca, area trattamenti, zona svago,  dormitorio e corridoio.

Seppur il procedere intellettivo, quanto la visita stessa della mostra, porti a suggerire svariate ed estese appendici semantiche, in perfetta sintonia con il virale enciclopedico, il progetto interessa due direttive di significato comuni ai fenomeni del “malessere” pscicosomatico e mentale, oltreché sociale. Il primo fa riferimento allo studio sull’isteria del noto neurologo francese Jean Martin Charcot portato avanti durante il suo operato presso l’ospedale della Salpretrière a Parigi; il secondo menziona il brano heavy metal di David Bowie The Width of a Circle uscito nel 1970 all’interno del celebre album The Man Who Sold the World. Nella canzone, una voce racconta della propria relazione sessuale con un dio-demone, la droga. Nella comparazione di questi due vertici si forma l’ampiezza del cerchio, residuo di sogni e camere oscure, una visione caleidoscopica che non presenta alcuna unità, se non quella dell’affermazione dell’instabilità e dell’indeterminazione individuale. Il tema centrale è quello del sé, riflesso di un Io sensibile che si protrae verso il fascino della mistica allucinogena. In un irrealismo dispotico, Thomas Zipp ristabilisce il rapporto del malessere sociale con la profezia artistica; il suo gesto lascia al centro prospettico l’azione dello spettatore, che siede, suona, legge, dorme, ride, quasi ad animare un teatro dell’assurdo, in cui prevale l’istintività e l’azione.

La costruzione di Comparative Investigation about the Disposition of the Width of a Circle crea spazi di intellettiva e psicopatica espansione, definisce il momento di torsione da scienza ad arte, la connotazione scientifica muore nell’incontro con la vitalità espressiva dell’individuo, un viaggio extraterreno in cui l’opera è compresenza di diversi elementi, compreso lo stesso artista che qui è paziente, attore e medico; la sua soggettività è astratta e mutevole secondo la presenza dell’altro. Un’immersione totale nell’immaginifico crepuscolare di Thomas Zipp.

Geraldine Zodo

Venezia // fino al 24 novembre 2013
Thomas Zipp – Comparative Investigation about the Disposition of the Width of a Circle
a cura di Zdnek Felix
PALAZZO ROSSINI
San Marco 4013
[email protected]
http://www.kaistrasse10.de/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati