Big Bambù. Spicchi di Roma da un universo casuale

Enel festeggia i suoi cinquant’anni con la sesta edizione di Enel Contemporanea, al Macro Testaccio. Big Bambù è una scultura-architettura ideata dai gemelli Doug e Mike Starn, sotto la direzione artistica di Francesco Bonami, e regalata alla città di Roma. Un organismo pulsante, un nuovo concetto di spazio pubblico, tutto da vivere ed esplorare.

“Big Bambù nasce dalla constatazione della casualità dell’esistenza. Tutti abbiamo un’idea di dove vorremmo andare nella vita, ma non c’è affatto un percorso. Siamo influenzati da altre persone, costretti a continui adattamenti, tutto cresce in modo incredibilmente caotico”. “ I Big Bambù sono l’architettura della vita. Niente è pianificato, tutto è strettamente legato e ogni elemento aiuta a sostenere l’altro.” Così i gemelli Starn raccontano la grande installazione che campeggia negli spazi aperti del Macro Testaccio. Terza di una serie inaugurata nel 2010 sul tetto del Metropolitan Museum di New York e proseguita nel 2011 alla 54. Biennale di Venezia, è un’intricata installazione composta da migliaia di canne di bambù, contemporaneamente un’opera d’arte, una scultura, un’architettura. Rapisce il visitatore introducendolo in un mondo “altro”, un labirinto selvaggio e ancestrale. Una casa-albero, un’enorme capanna, un sistema organico; sono molte le definizioni possibili, nessuna esauriente, proprio perché l’essenza stessa di Big Bambù è nella complementarietà dei significati che incarna. Per costruirla sono stati necessari tre mesi e una squadra di venticinque arrampicatori, che hanno affiancato gli stessi autori. Partendo da una struttura di tre tronchi, senza ponteggi, hanno assemblato uno spazio permeabile e organico, in cui ogni nodo tra gli elementi in bambù è frutto della decisione degli arrampicatori, tessendo una forma frastagliata, frutto del caso.

Tutto, in Big Bambù, è metafora dell’esistenza e di energia incessante. È l’imprevedibilità della vita, incarnata da un microcosmo vivente e in continua trasformazione. È la giocosità dell’animo umano, concretizzato nella spiazzante selva di canne di bambù legate da lacci colorati. È un ritorno a metodi di costruzione tradizionali, negli antichi nodi artigianali e corde di scalatori. È un percorso spirituale, vissuto da chi si abbandona all’esplorazione di questo grande ventre di legno. Abbraccia i concetti di interconnessione e interdipendenza che caratterizzano i momenti della vita umana, esplicitati dall’uso del bambù, materiale elastico e chiarificatore, simbolo di vita e di percorso interiore, idealmente teso verso il cielo. È un inno all’architettura come esperienza comunitaria e individuale: due scale a doppia elica si arrampicano in alto per venticinque metri, diramandosi in una giungla di camminamenti e aree di sosta, panchine, sedute ergonomiche e tavolini. Si può scegliere di incontrarsi, di stare insieme, di assistere a proiezioni o performance, o di vivere un’esperienza sensoriale in modo individuale, addentrandosi in solitudine in un’ascetica cattedrale naturale. Un momento di esplorazione e di avventura, che ci fa riscoprire novelli Peter Pan pronti a giocare con tessiture fitte e dilatate, con corde colorate che sembrano liane, con nodi che echeggiano visioni nautiche.

Doug e Mike Starn Big Bambú MACRO Testaccio Roma 2012 Big Bambù. Spicchi di Roma da un universo casuale

Doug e Mike Starn – Big Bambú – MACRO Testaccio – Roma 2012

E infine, Big Bambù ci regala spicchi della vecchia Roma industriale su cui sdraiarsi, in un inedito corto circuito spaziale. In poco più di un mese dall’inaugurazione, l’installazione è stata visitata da oltre 6.500 persone. “Sono estremamente felice, mi aspettavo un successo del genere e me lo aspetto per il futuro, quando il tempo permetterà una serie di eventi per il quale il Big Bambù è stato pensato. L’idea è quella della Serpentine Gallery a Londra, uno spazio polifunzionale che possa ospitare cinquanta persone al piano terra e al piano superiore ambienti per letture e approfondimenti. Nella nuova stagione partiranno nuove attività del Macro legate alla riqualificazione del quartiere Testaccio, senza dimenticare che è in arrivo un migliaio di studenti d’architettura in concomitanza con l’apertura della nuova sede della Facoltà di Architettura di Roma Tre”, afferma Bartolomeo Pietromarchi, direttore del Macro.

Marta Veltri

Roma // dall’11 dicembre 2012
Doug + Mike Starn: Big Bambú
direzione artistica Francesco Bonami
MACRO TESTACCIO
Piazza Orazio Giustiniani 4
06 0608 / 06 671070400
[email protected]
www.museomacro.org
www.enelcontemporanea.enel.com

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Marta Veltri

Marta Veltri

Marta Veltri (Cosenza, 1983) si è laureata in architettura a Roma con una tesi sull'allestimento museale delle Terme di Caracalla. Subito dopo ha fatto parte del team che ha dato alla luce UNIRE, progetto vincitore dell'ultimo YAP (Young Architects Programs)…

Scopri di più