Mario Nigro: la pittura tra espressione e razionalità

Si è aperta alla Kunstsammlungen Chemnitz, in Germania, un’importante antologica che, a vent’anni dalla sua scomparsa, ripercorre la ricerca di Mario Nigro, uno dei maggiori protagonisti dell’arte italiana del secondo dopoguerra. Fino al 3 febbraio.

La grande sala che accoglie il visitatore della mostra Mario Nigro. Werke 1952-1992 richiama per impatto visivo e poetico lo storico allestimento della personale dell’artista alla Biennale di Venezia del 1968. In quell’occasione Nigro presentò opere di grandi dimensioni rappresentative della sua riflessione sui concetti di spazio e di tempo, come Le stagioni, ispirate alla musica di Vivaldi, e Dallo spazio totale 1954: 4 colonne prismatiche a progressioni ritmiche simultanee (passaggio psicologico). Esposte in mostra accanto a lavori degli anni Settanta, come Ettore e Andromaca – in cui il convergere di due linee tracciate secondo i principi della sezione aurea diventa rappresentazione assoluta dell’amore narrato dal mito greco – queste opere introducono alla ricchezza e radicalità della ricerca di Nigro. Una ricerca in cui convivono la razionalità di una costruzione astratta basata su principi geometrico-matematici e la tensione espressiva data da linee e colori ritmati secondo simultaneità e variazioni che richiamano la struttura musicale.

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Mario Nigro – Werke 1952-1992 – veduta della mostra presso Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz 2012 – Courtesy Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz e A arte Studio Invernizzi, Milano – Foto André Koch, Chemnitz

Autodidatta, dopo studi scientifici (una doppia laurea in chimica e farmacia) Nigro si avvicina all’astrattismo alla fine degli anni Quaranta sull’esempio dei grandi maestri delle Avanguardie, giungendo all’inizio del decennio successivo all’elaborazione dei suoi primi “spazi totali”, caratterizzati da fasce di colore sovrapposte che si espandono dinamiche verso e oltre i limiti della tela, superando idealmente la bidimensionalità dello spazio pittorico. Una riflessione centrale nel percorso dell’artista, ampiamente documentata in mostra, che si sviluppa nei cicli del “tempo totale”, della “metafisica del colore”, dei “ritratti” fino ai lavori intitolati “dipinti satanici” e “strutture” realizzati tra anni ’80 e ’90 che chiudono il percorso espositivo.

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Mario Nigro – Werke 1952-1992 – veduta della mostra presso Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz 2012 – Courtesy Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz e A arte Studio Invernizzi, Milano – Foto André Koch, Chemnitz

La scelta di far dialogare opere di diversi momenti secondo nuclei tematici più che cronologici, mette in luce come il problema della ricerca pittorica di Nigro non sia mai astrattamente teorico, ma sempre espressivo e si nutra della storia individuale e collettiva. La sua poetica è legata infatti a un’idea di impegno che, come afferma lo stesso artista, si esprime attraverso “segni e colori”: la conflittualità tra gli elementi dello “spazio totale” rappresenta la drammaticità della storia, così come il colore carico ed “espressionista” dei “dipinti satanici” è dichiarazione di lotta contro ogni costrizione e rivendicazione di libertà.

Chiara Mari

Chemnitz // fino al 3 febbraio 2013
Mario Nigro – Werke 1952-1992
a cura di Ingrid Mössinger e Francesca Pola
KUNSTSAMMLUNGEN CHEMNITZ
Theaterplatz 1
+49 (0)371 4884424
www.kunstsammlungen-chemnitz.de

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Chiara Mari

Chiara Mari

Nata a Milano, si è laureata in Storia dell’arte e sta attualmente svolgendo il dottorato di ricerca. I suoi interessi di studio, inizialmente concentrati soprattutto sull’arte della prima metà del Novecento, si sono ampliati negli ultimi anni alle ricerche dei…

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