L’opera? Al Macro è un work in progress

Quattro artisti al lavoro negli spazi di un museo. E l’istituzione si fa laboratorio. Al Macro di Roma è in corso la prima edizione del nuovo programma di residenze d’artista, che a partire da domani aprirà le porte ai visitatori ogni sabato. In attesa di vedere i lavori finiti.

Il visitatore accidentale o un po’ distratto potrebbe anche capitarci dentro in uno degli orari non consentiti perché non ci sono chiusure o segnali di divieto particolari. In fondo siamo in un museo, e l’arte, che sia esposta o in corso di realizzazione, è lì per essere fruita. Così può capitare che qualcuno, visitando il Macro di via Nizza, si imbatta, anche casualmente, in una delle più importanti novità inaugurate dalla nuova direzione di Bartolomeo Pietromarchi: le residenze d’artista. Veri e propri studi, con materiali e attrezzature, dove i primi artisti di questo progetto sperimentale, Graham Hudson, Carola Bonfili, Ishmael Randall Weeks e Luigi Presicce, sono al lavoro da febbraio. L’open studio, previsto dal 24 maggio al 22 luglio, chiuderà questa prima residenza e presenterà al pubblico i lavori pensati appositamente per il Macro dai quattro artisti, che in questa prima edizione sono stati scelti per “chiamata diretta”. Età media trent’anni, i quattro, due italiani e due stranieri, lavorano tutti i giorni nel loro studio all’interno del museo e ricevono per appuntamento. Racconta Graham Hudson: “chi entra, trovandosi in un museo, pensa che questi miei pezzi, per ora appoggiati e non assemblati, siano già l’opera. Non capiscono che questo invece è uno studio. Ma è un’esperienza curiosa e molto interessante, mi sta piacendo.”

Graham Hudson L’opera? Al Macro è un work in progress

Graham Hudson

Hudson, un po’ artista un po’ architetto, sguardo analitico, ha attaccato alla parete una piantina gigante di Roma, su cui segna tutti i cantieri in corso e quelli che ha già visitato. In ognuno di questi luoghi, va e porta via qualcosa, per documentare il suo passaggio e la trasformazione della città. Attraverso materiali poveri e dismessi, pezzi di asfalto, archeologia industriale, panchine di legno, led luminosi o sonori e riprese video, Hudson costruisce delle installazioni instabili e “incompiute”, che, come sempre nel suo lavoro, rappresentano una critica aperta alla società contemporanea.
Il progetto di Luigi Presicce invece è il proseguimento di un’esperienza già testata per sei mesi presso il Brown Project Space di Milano, dove un collettivo di artisti lavorava insieme a progetti diversi.

Carola Bonfili L’opera? Al Macro è un work in progress

Carola Bonfili

Tra loro Vittorio Cavallini, Davide Daninos, Attila Faravelli, Andrea Kvas, Jonatah Manno, Nicola Martini, Jacopo Menzani, Fabrizio Prevedello e Maurizio Vierucci, oltre allo stesso Presicce. Il risultato finale non si conosce, è un work in progress quotidiano che comprende il lavoro di ogni artista e quello che elaborano tutti insieme. “È proprio come se fossero dieci artisti con i loro studi, ma tutti lavorano insieme”, spiega Nicola Martini, “il lavorare dell’artista è già opera d’arte, il fatto che abbiamo lo studio in un museo dice che l’opera è già questa, e noi non sappiamo dove arriveremo.” Il 24 aprile partirà un workshop didattico del Macro realizzato con il collettivo del Laboratorio, dove i partecipanti (massimo 20) saranno a stretto contatto con il lavoro degli artisti di questa residenza.

Luigi Presicce L’opera? Al Macro è un work in progress

Luigi Presicce

Nello studio di Ishmael Randall Weeks, artista peruviano che vive tra New York e Lima (già visto a Roma nella galleria di Federica Schiavo) sono protagonisti i detriti ambientali. Anche qui materiali poveri, legno, acqua, carta di giornali e strutture metalliche. Oggetti con cui l’artista vuole creare una particolare “topografia dell’erosione”, con un risultato in progress e molto evocativo legato al tema dell’urbanizzazione.
Carola Bonfili, infine, dividerà il suo studio in due stanze. Nella prima, una “dark room,” il visitatore sarà sollecitato a utilizzare il senso del tatto, toccando e riconoscendo materiali e oggetti che potrà vedere soltanto nella seconda stanza.
Gli studi d’artista saranno aperti a partire da sabato 21 aprile e nei sabati successivi fino al 20 maggio, dalle ore 15 alle 22. Subito dopo, la prima serie di residenze verrà chiusa con l’apertura degli open studios (dal 24 maggio al 22 luglio), con in mostra le creazioni finali degli artisti. Da agosto partiranno poi le nuove residenze, assegnate tramite bando di concorso.

Geraldine Schwarz

Roma // fino al 20 maggio
Artisti in residenza. Studio in progress
Carola Bonfili, Graham Hudson, Luigi Presicce, Ishmael Randall Weeks
MACRO
Via Nizza 138
06 0608
[email protected]
www.macro.roma.museum


Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati