Grovigli e matasse

“Non ho da offrire colori, posso solo tentare di trattenere questo nero che cola”. E se Informale dev’essere, sia quello di Emilio Scanavino, della forza del suo segno. In mostra alla Dep Art di Milano fino al 14 aprile.

Rossi, neri, grigi, in un aggrovigliarsi che sembra filo spinato, anche se non lo è. E forme che paiono creature primordiali stagliate su fondi piatti o sui reticoli degli Alfabeti senza fine. La pittura di Emilio Scanavino (Genova, 1922 – Milano, 1986) prende vita dalla costruzione di legami, di fili che abbracciano i colori, che li attraversano, in un disporsi sulla tela mediante pennellate sicure e taglienti, quasi violente. La selezione esposta presso la Dep Art mostra il meglio del periodo tra 1971 e 1986: dipinti di qualità superba disposti senza orpelli, con un ordine e una semplicità che esaltano la potenza e l’intensità comunicativa di Scanavino. Serietà e qualità evidenti anche nel catalogo – con saggio di Flaminio Gualdoni – prodotto con estrema cura e dove la scientificità della ricerca del gallerista Antonio Addamiano si fonde con un forte senso estetico.

Marta Santacatterina

Milano // fino al 14 aprile 2012
Emilio Scanavino – Opere 1971-1986
DEP ART
Via Mario Giuriati 9
02 36535620
[email protected]
www.depart.it

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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