L’arte in palestra o dietro le sbarre

Leoni assenti e bilancieri iper-presenti. Reclusione e allenamenti. Dov’è l’arte? Più si cerca la definizione di “creazione”, più confini e barriere si allargano. David Robbins e Torbjorn Vejvi a Napoli, da Raucci e Santamaria, fino a fine gennaio.

Video, parole, scultura, pittura, installazione. Tutto per affermare che “artista” è anche il personal trainer, se scolpisce menti e corpi con spinta consapevolezza-tékne, e se a presentarlo come tale, nel linguaggio artistico dell’esposizione, è un artista che nell’arte così lo risucchia. È pointing estremo, quello di David Robbins (Whitefish Bay, 1957; vive a Milwaukee), che trasferisce l’intenzionalità artistica a un soggetto, anziché a un oggetto.

I confini e le griglie tra arte e realtà – o natura – sono evocati anche dalla più emotiva ricerca di Torbjorn Vejvi (Vätjö, 1972; vive a Los Angeles). Nel suo video e nelle sue costruzioni, le barre di uno zoo o di sculture-camere della mente divengono, per l’autore, “luoghi del pensiero” in cui meditare il concetto di “arte in gabbia”. Scoprendone anche, come Robbins, inspiegabilità e paradossi.

Diana Gianquitto

Napoli // fino al 27 gennaio 2012
David Robbins – The Lift Trilogy
Torbjörn Vejvi – Matter Matter Physically Dead

GALLERIA RAUCCI/SANTAMARIA
Corso Amedeo di Savoia 190
081 7443645
[email protected]
www.raucciesantamaria.com


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Diana Gianquitto

Diana Gianquitto

Sono un critico, curatore e docente d’arte contemporanea, ma prima di tutto sono un “addetto ai lavori” desideroso di trasmettere, a chi dentro questi “lavori” non è, la mia grande passione e gioia per tutto ciò che è creatività contemporanea.…

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