Roba buona che non arriva in sala

Sezione a cura di Giulia Pezzoli all'interno della rubrica Meanstreets, L.I.P. – Lost in Projection è dedicata al cinema d’autore che, per vari (e spesso futili) motivi, non viene distribuito in Italia. Film eccezionali che hanno percorso circuiti periferici e marginali, dispersi tra sedicenti blockbuster e cinepanettoni stantii. Resi invisibili da un mercato che pretende di “creare” i gusti del pubblico, con la scusa di assecondarli. Ve li proponiamo qui, perché vale la pena di fare finalmente la loro conoscenza.

Frank è uno spacciatore in ascesa nella Copenhagen della piccola e media criminalità. Sempre affiancato dall’amico e “collega” Tonny e già in debito con un grosso trafficante serbo (Milo), Frank si lascia convincere da un ex compagno di galera a trattare una grossa partita di eroina in tempi record. Ma le cose non andranno come previsto e Frank, tra fallimentari riscossioni di debiti e inutili atti di violenza, inizierà la sua inesorabile discesa all’inferno.
Caratterizzato da un montaggio serrato che alterna abilmente scene di una quotidianità a dir poco banale ad atti criminosi spietati e ridicoli allo stesso tempo, Pusher indaga con cinismo lucido e lineare il mondo della piccola criminalità. I movimenti della camera a spalla, specchio di quella necessaria e continua azione a cui il protagonista viene costretto per sopravvivere, seguono una galleria di personaggi a dir poco grotteschi, stravaganti ibridi di noir e normalità. Regia “sporca”, forse un po’ forte, ma onesta e capace di stupire anche attraverso una sceneggiatura ben orchestrata che, con un linguaggio forte e diretto, mette in luce la miseria dei protagonisti e la loro insondabile mancanza di umanità.

Tra puttane e trafficanti, in una Copenhagen costellata di night club e di locali spogli e claustrofobici, si muovono divertiti Tonny e Frank, alternando estorsioni e spaccio a tarantiniane gare di machismo. Con incredibile abilità e freddo distacco, Nicolas Winding Refn descrive un mondo popolato da un’umanità sola, alla continua e disperata ricerca del “colpo della vita”, lasciandoci spiazzati e sospesi davanti a un finale che ci impone di scegliere tra redenzione e condanna.

Curiosità
Nicolas Winding Refn nasce a Copenhagen nel 1970. Newyorchese d’adozione, inizia la sua carriera a soli 25 anni, diventando l’enfant terrible del cinema danese. Il suo lungometraggio d’esordio è Pusher, nato da un corto che il regista girò per la tv via cavo.


Dati interessanti
Film del 1996, Pusher viene distribuito negli Stati Uniti dieci anni dopo, nel 2006. In Italia esce solamente in dvd nello stesso anno. È il capostipite di una trilogia. Seguiranno Pusher 2 e Pusher 3, entrambi all’altezza del primo e fortunatamente già reperibili in dvd.

Altri titoli dello stesso autore
Bleeder
(1999), Fear X (2003), Bronson (2008), Valhalla Rising (2009).

Giulia Pezzoli


Titolo: Pusher
Origine: Danimarca, 1996
Genere: Gangster Movie
Regia: Nicolas Winding Refn
Cast: Kim Bodnia (Frank), Mads Mikkelsen (Tonny), Zlatko Buric (Milo), Laura Drasbaek (Vic)
Sceneggiatura originale: Jens Dahl, Nicolas Winding Refn
Prodotto da: M. Albigaard, H. Danstrup, T. Gerberg, P.A. Jensen (?)
Distribuito da: Balboa Entertainment
Budget stimato: 32.000.000 DDK
Durata: 105 min

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Pezzoli

Giulia Pezzoli

Giulia Pezzoli (Bologna 1978) si occupa di arte contemporanea dal 2003. Ha lavorato per la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, per la 50esima Biennale d'Arte di Venezia, per il Centro d'Arte Contemporanea di Villa Manin e per il MAMbo di…

Scopri di più