Archeologia del fallo. Secondo Simon Fujiwara

Inglese, ma dal cognome evidentemente giapponese. E con partecipazioni a rassegne importanti e premi nel suo giovane carnet. L’esordio italiano da Giò Marconi, a Milano fino al 21 maggio.

Il nome di Simon Fujiwara (Londra, 1982) sta rimbalzando con insistenza negli ambienti “giusti” dell’arte contemporanea. Il giovane inglese dai tratti tipici del Sol Levante ha conquistato il pubblico e la critica con il suo bizzarro immaginario, inanellando una serie di partecipazioni a biennali e premi. Eccolo dunque alla prima personale italiana, dove sceglie di riproporre il progetto Phallusies (già passato per l’ottava Manifesta). Per l’occasione, gli spazi della galleria sono invasi da cantieri con sabbia e cemento, studi di archeologia e archivi che rievocano questo fantomatico museo nel mezzo del deserto di un imprecisato Paese mediorientale. Al centro di quello che il sottotiolo presenta come “un mistero arabo” c’è la controversa esistenza e provenienza di una gigantesca scultura: per alcuni un enorme pene, una semplice colonna pre-islamica per altri. È su questi elementi contrastanti fra mistero, ironia e censura che Fujiwara costruisce il suo racconto sul filo della realtà e della fiction. Ma che fine ha fatto tale reperto? Ai visitatori il brivido della scoperta.

Riccardo Conti

Milano // fino al 21 maggio 2011
Simon Fujiwara – Phallusies (Un mistero arabo)www.giomarconi.com

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Riccardo Conti

Riccardo Conti

Riccardo Conti (Como, 1979; vive a Milano), critico d’arte e pubblicista, si occupa principalmente di cultura visiva e linguaggi come video e moda. Collabora con riviste come Vogue Italia, Domus, Mousse, Vice e i-D Italy, ha curato diverse mostre per…

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