Olio e pallottole

Una sala verde e una marrone. Così si divide la Galleria Monitor di Roma. grazie alla frattura proposta da Ian Tweedy. Ma di vera frattura si tratta?

Ian Tweedy (Hahn, 1982; vive a New York) approda a Roma con la sua seconda personale italiana, dal titolo Debris. La mostra presenta circa 30 opere, eterogenee per stili, tecniche e materiali. Tele dipinte a olio, sculture, oggetti reinterpretati attraverso l’uso del colore, paramenti murali si collocano in una disposizione classica, che ricorda quella di un museo.
Le due stanze che ospitano i lavori dividono la mostra in due metà nettamente diverse, che però appaiono complementari e tessono un dialogo ininterrotto. Il visitatore si trova così quasi a rimbalzare da una parte all’altra, nel tentativo di percepire i collegamenti invisibili tra i due momenti espositivi.
Nella prima sala, tutta dipinta a tinta verde, ogni opera mostra chiara l’idea di ciò che accade se a strato si aggiunge strato, a colore ancora colore: le opere evidenziano infatti sfumature composite, tracce e stratificazioni, quasi come se fossero realizzate da mani diverse. E in un certo senso è così, se si pensa all’utilizzo di oggetti destinati ad altro uso, come i vecchi libri o i piccoli trofei di volo.

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Ian Tweedy - Debris - 2011 - olio su tela - cm 300x150

La seconda stanza, resa più cupa dalla tinta marrone delle pareti, mostra invece il tema del passato, inteso come riscoperta delle proprie radici: una questione probabilmente ancora aperta in Tweedy, se si pensa alla sua vita, trascorsa tra basi militari e passaggi da un Paese all’altro, da una storia all’altra. Questo suo essere “sradicato”, e la continua esigenza di adattare se stesso a ciò che ha intorno, sono evidenti nelle tele prive di colore, anch’esse recuperate dal passato, tutte a toni scuri: si tratta infatti di quadri già dipinti negli anni ’50, sui quali l’artista interviene non direttamente, ma sul retro della tela, lasciando intatto – sebbene nascosto allo sguardo – il lavoro svolto da altri. A queste immagini di volti e corpi, per lo più femminili, si affiancano pallottole, divenute non più simbolo di guerra, ma elementi scultorei.
Potrebbe sembrare che Tweedy porti avanti la sua ricerca artistica in modo confusionario, intendendola quasi come una miscellanea di ricordi, immagini, passato e futuro, a creare una materia che diventa fluida, capace di esplorare territori inediti. In realtà, il suo è un caos ordinato, una sorta di “mappatura” artistico-sentimentale che cattura l’attenzione di chi guarda, e suggerisce una volontà chiara: Tweedy vuol proporre una “sua” storia che incida su un ipotetico passato e ad esso si relazioni.

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Ian Tweedy - Composition with Flame - 2011 - pittura a olio sul retro di una vecchia tela - cm 56x71

Così, l’artista trascina il visitatore nel suo mondo privato di “artigiano” d’immagini, e gli propone un nuovo canone di comunicazione, più forte e persuasivo, nell’illusione di esorcizzare l’azione del tempo e le paure dell’animo.


Marzia Apice


dal 5 febbraio al 26 marzo 2011
Ian Tweedy – Debris
Monitor – Palazzo Sforza-Cesarini
Via Sforza Cesarini, 43a-44 (zona via Giulia) – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 13-19
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0639378024; [email protected];
www.monitoronline.org

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Marzia Apice

Marzia Apice

Marzia Apice, romana, si è laureata nel 2002 al Dams di Roma Tre con una tesi in Storia e Critica del Cinema. A partire dal 2003, anno di iscrizione all'ordine dei giornalisti del Lazio, ha lavorato come giornalista free lance…

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