Scoprire 4 case-museo con un gioco in chat. Milano all’avanguardia anche nell’edutainment museale

Presto un progetto di game museale via chatbot, un personaggio virtuale di messaggistica web, coinvolgerà Museo Poldi Pezzoli, Museo Bagatti Valsecchi, Villa Necchi Campiglio e Casa-Museo Boschi Di Stefano

A partire dai prossimi mesi i visitatori di quattro case-museo milanesi potranno giocare un’avventura digitale che li porterà a scoprire dettagli inediti e affascinanti dei musei e del quartiere che li circonda. Il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo, si chiama ChatbotGame e lo sta sviluppando Invisiblestudio – studio di comunicazione culturale con sede a Milano e a Londra -, insieme al Museo Poldi Pezzoli, Museo Bagatti Valsecchi, Villa Necchi Campiglio e Casa-Museo Boschi Di Stefano. Per creare un’esperienza di visita completamente nuova: tra i primi esempi a livello mondiale di gioco interattivo via chat per i musei. Per realizzarlo basterà avere installato Telegram o Facebook Messenger – il sistema di messaggistica di Facebook usato da oltre 900 milioni in tutto il mondo – dopodiché i visitatori potranno interagire con un personaggio virtuale (un chatbot) che li porterà a scoprire man mano le splendide case-museo milanesi, giocando un’avventura alla caccia di indizi per sconfiggere un misterioso mago del Rinascimento realmente esistito.

STORYTELLING INTERATTIVO

I chatbot sono sistemi automatici che chattano con gli utenti via Facebook Messenger o Whatsapp, rispondendo ai loro messaggi e aiutandoli in compiti complessi come la selezione del miglior biglietto aereo o la risoluzione di guasti. La novità milanese non consiste solo nell’usare un chatbot in ambito museale (diversi musei lo stanno già facendo, tra cui in Italia il Mart di Rovereto), ma di usarli per costruire un vero e proprio gioco. Unendo infatti la propensione a chattare delle giovani generazioni con la potenzialità di coinvolgimento propria dei giochi, il progetto punta a far vivere il museo in modo nuovo: lo storytelling interattivo è curato in modo da spingere i visitatori a esplorare dettagli inaspettati delle collezioni e a non limitarsi a un solo museo, ma a visitare tutti e quattro i musei (anche in giorni diversi) per poter arrivare alla soluzione finale del gioco. Milano si avvia quindi ad essere uno dei primi esempi a livello mondiale di utilizzo di Facebook Messenger e Telegram nel campo dell’edutainment museale via game.

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Redazione

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