Milano Moda Uomo. Un bilancio tra gioco e ironia

Bando al pessimismo e ai sentori malinconici. Le sfilate che hanno animato la rassegna milanese dedicata alla moda in chiave maschile hanno sottolineato l’atteggiamento giocoso e ironico adottato da molte maison. Lasciando sullo sfondo i drammi del presente.

Il clima generale tra la guerra, il dopoguerra e lo sport da Bronx viene serenamente ignorato dalla collezione maschile di Fendi, basata su colori e capi contemporanei. Sono ragazzi di questo mondo – che non promette loro niente di buono – ma la cui aria imbronciata si stempera in accessori e dettagli al limite dell’ironia. Borse come zerbini colorati e piegati, fasce alla Tenenbaum griffatissime ma per gioco, maniche di pelliccia su cappotti seri e parka in tessuto e impermeabili di taglio elegante. Gli zaini completano il look di qualcuno che vuole dimostrarsi ancora vitale e lontano dal fronte quotidiano; zaini allegri e colorati da riempire di documenti che progettano un futuro.
Federico Curradi, con i suoi uomini scalzi, selvatici ma romantici, sensuali, e con profonde V sulle maglie abbondanti e con leggeri gilet kimono, si aggiudica una menzione particolare quanto a leggiadria e bellezza.
Bravi ragazzi anche quelli di Prada, che sembrano uscire da un camp universitario, effetto del velluto a coste color miele. Sia lui che lei denunciano intelligenza e affidabilità, smentita da qualche vezzo come cinte di pelliccia e tasche in pelle su tessuto che trasformano in sahariane le giacche da professore.
Storie raccontate dalle collezioni come quella del paese dei bambini grandi di Miaoran: le facce di pezza come bambole fatte a mano, lo stile di una banda di trovatelli coperti con le cose rubate ai grandi. Cancellata una forma definita, c’è la poesia dell’illustrazione, i buoni sono colorati, mentre i cattivi sono in bianco e nero.

PAROLA D’ORDINE: SPORT

Alle serie degli uomini ispirati al disagio comportamentale di Wes Anderson, tra i più evidenti quelli di MSGM, che qualcuno ha accostato all’immagine della Regina Elisabetta con foulard e giacca trapuntata, ha risposto il fronte oramai radicatissimo degli sportivi senza palestra o campo di gioco.
I ritratti di Gosha Rubchinskiy aprono definitivamente le porte a un manierismo degno di testo critico: felpe, tute e cappucci sbucano da maniche e colli di eleganti cappotti come spiriti dell’indemoniato che è in ognuno di noi. Slogan e firme ovunque, sugli zaini e sulle maglie, e sarebbe ora che qualcuno scrivesse la frase che compare sulla pancia di Linda Blair nell’Esorcista: “Help me!”.
Lo sport/streetwear è il contesto dove rivisitare più facilmente vecchi loghi e disegnare graffiti sull’abito. “Ogni cosa è svarowskata”, suggerisce Philippe Plein. Vero stratega, lo stilista tedesco, consapevole del fatto che Nike sia il marchio più famoso al mondo e che anche la couture oggi produca sneaker, ha dato vita a un nuovo brand di activewear. Plein Sport è il primo di cinquanta store previsti in tutto il mondo e nei primi tre giorni di apertura ha firmato ordini per 11 milioni di euro.

Milano Moda Uomo 2017 - Antonio Marras

Milano Moda Uomo 2017 – Antonio Marras

DALLA DOLCEZZA ALLA DIVISA

Come Fendi ci restituisce il sorriso, così Antonio Marras ci riporta con malinconica e teatrale dolcezza nel mondo interiore di chi pensa, legge e va a teatro. La presentazione della sua collezione usa lo scenario della bellissima mostra, ricca di appunti come i suoi notebook, allestita in Triennale. Uno spettacolo che avrebbe potuto sembrare “antico” se all’ingresso non ci avesse accolto l’esaltazione contemporanea del valore del corpo e del movimento. La danza dei ballerini era sincopata alla Pina Bausch ma, soprattutto, ricordava quei cinque movimenti che consentono di non morire che abbiamo imparato su Netflix con The OA.
Tra i cultori della divisa, come vero archetipo senza tante chiacchiere, MYAR ha presentato una collezione che supera la rielaborazione del segno tessile, nel senso che non rielabora solo la giacca militare, ma usa dettagli che trova su un fucile o sul retro di un carro armato.
Andrea Rosso aveva debuttato nel 2015 con una collezione che riadattava l’uniforme militare, ma qui fa un passo avanti che gli consente di guadagnare uno stile sobrio, fatto di dettagli ma senza nessun orpello. Non riporta alamari, gradi, decorazioni ma linee e tagli funzionali che generano stile, nessuna citazione incollata. Grazie alla collaborazione con il designer giapponese Teppei Sugoya, nasce questa collezione chiamata BAS-ITO dove i componenti strutturali dell’artiglieria e dei veicoli militari servono da ispirazione per uno stile militare raffinato.
La qualità resta il nostro punto di forza: sartorialità, tessuti pregiati, dettagli che solo il made in Italy garantisce per vestire un popolo di poeti, spacciatori, sportivi e nostalgici reduci.

Clara Tosi Pamphili

www.milanomodauomo.it

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Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili si laurea in Architettura a Roma nel 1987 con Giorgio Muratore con una tesi in Storia delle Arti Industriali. Storica della moda e del costume, ha curato mostre italiane e internazionali, cataloghi e pubblicazioni. Ideatrice e curatrice…

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