Fare arte con le news. A Torino nasce la prima galleria al mondo di opere di information design

Si chiama Prospettiva Italia la stagione che si avvia nel nuovo spazio Wild Mazzini nel cuore di Torino: 4 mostre in 4 mesi con oltre 70 opere di informazione e design, da Bowie a Kant. Ne abbiamo parlato con i tre ideatori.

Data visualization, infografica, video, sculture e installazioni capaci di accrescere la consapevolezza intorno a temi come privacy e identità, copyright e fake news. Questo è l’information design e dal 20 aprile troverà per la prima volta casa a Torino, presso Wild Mazzini – data art gallery: uno spazio fisico e un progetto curatoriale che è un unicum in Italia e all’estero. “Dare, o meglio, restituire forma a piccole o grandi quantità d’informazione è l’obiettivo dell’information design che è una disciplina, si studia nelle università, è rigorosa e non si accontenta. L’equilibrio tra i due poli, “informazione” e “design”, è profondamente legato ad aspetti culturali, all’immaginario e alla competenza delle persone per le quali ciascun lavoro è pensato”, spiegano ad Artribune Clemente Adami, Federica Biasio e Davide Fuschi dell’associazione culturale NFNG in merito al tema oggetto della loro galleria. “Abbiamo letto tanto e continuiamo a farlo – Cairo, McCandless, Falcinelli e prima McLuhan, Munari e Tukey – ma a farci fare il salto è stato il manifesto di Giorgia Lupi pubblicato nel 2017: Data humanism. Il cambio di paradigma è eloquente e mette a fuoco alcune linee guida che abbiamo scelto di adottare nella selezione delle opere”.

COSA SUCCEDE IN GALLERIA

Opere che, in linea con la mission di questa disciplina, saranno in grado di leggere, analizzare e comprendere fenomeni sociali, culturali, economici, ambientali, scientifici, trasformandoli visivamente senza perderne la complessità. Ma chi sono i protagonisti di questa iniziativa alla loro prima esperienza diretta in una galleria? “Clemente è un artigiano, si è sempre occupato di restauri e il suo approccio alle opere è materico, sensoriale”, ci rispondono i tre soci/collaboratori di Wild Mazzini. “Federica ha studiato filosofia e dopo un’esperienza nel mondo dell’editoria ha iniziato a lavorare come ufficio stampa tra Torino e Milano; il suo sguardo è disincantato ma curioso. Davide ha una lunga esperienza come organizzatore culturale, in ambito musicale, teatrale e di promozione della lettura, poi è passato al settore della comunicazione d’impresa”. Lo spazio di via Mazzini in centro a Torino, che prima ospitava una ciclo-officina, è un rettangolo bianco piccolo e stretto di 25 mq, in cui le due pareti lunghe, alte oltre 3 metri, viaggiano parallele prestandosi a un tipo di allestimento particolare.

L’INAUGURAZIONE

Al centro c’è una panca in legno lunga e scura”, continuano i tre galleristi. “Ci piacerebbe che le persone entrassero e spendessero qualche minuto ad osservare i lavori che esponiamo, come in un museo: la concentrazione è fondamentale perché i significati dentro ciascuna opera sono molti”. Si comincia il 20 aprile: in occasione del Record Store Day 2018, l’inaugurazione è affidata alla graphic designer Valentina D’Efilippo e al progetto OddityViz, dedicato a Space Oddity, uno dei capolavori di David Bowie, che indaga l’affascinante “stranezza” poetica dell’artista inglese in una serie di tavole costruite insieme alla giornalista Miriam Quick. Si prosegue il 10 maggio con la personale Numerage&Neometrie di Adriano Attus, Direttore Creativo del Sole 24 Ore (nell’ambito del programma OFF del Salone Internazionale del Libro di Torino), e dal 9 giugno con una selezione di lavori realizzati dalla visual e information designer Federica Fragapane, per l’inserto culturale La Lettura de Il Corriere delle Sera. Infine, a luglio il progetto Minerva dell’information designer Valerio Pellegrini scandaglia e rappresenta tutto il lessico di Immanuel Kant. “Per il momento abbiamo programmato fino a luglio. La stagione si chiama Prospettiva Italia e mette insieme quattro percorsi di altissimo livello, per questo siamo profondamente grati a Valentina D’Efilippo, Adriano Attus, Federica Fragapane e Valerio Pellegrini, per aver accolto il nostro invito”, concludono i tre ideatori di Wild Mazzini. “Con oltre settanta opere in quattro mesi passiamo da Bowie a Kant, dalle dataviz per la Lettura del Corriere che indagano storie e fenomeni con una precisione sconvolgente, alle provocazioni visive dei numeri e delle forme tra collage e calamite”.

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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