Un graphic designer reinventa l’identità visiva del Festival dei Sapori di Cisternino

Il comune di Cisternino ha affidato a Giuliano M. Guarini il compito di svecchiare l’immagine della sagra creando un nuovo brand declinabile per una serie di eventi a tema gastronomico. Il risultato riunisce motivi tradizionali ed elementi pop, strizzando l’occhio ai Millennials

Alla maggior parte delle persone, e senz’altro a chi è nato prima della metà degli anni Ottanta, la parola sagra evoca cibi tradizionali distribuiti in porzioni generose, convivialità e manifesti dalla grafica che nella migliore delle ipotesi può essere definita naif. Il comune pugliese di Cisternino, poco più di diecimila abitanti in mezzo agli ulivi della Valle d’Itria, ha provato a ribaltare questo stereotipo, per lo meno per la parte che riguarda la comunicazione, affidando il compito di riprogettare la visual identity del suo Festival dei Sapori in chiave contemporanea a un giovane grafico, Giuliano M. Guarini. Il risultato gioca sulla reinterpretazione di un elemento decorativo tradizionale, il galletto rampante onnipresente sulle ceramiche pugliesi e spesso affiancato da un motivo floreale. Un simbolo comune e riconosciuto che risulta immediatamente comprensibile a tutti, anche stilizzato e traslato in un contesto più moderno, accanto a orecchiette e gnummareddi – i tipici involtini di frattaglie – decisamente pop.

Festival dei Sapori di Cisternino, graphic design di Giuliano M. Guarino

Festival dei Sapori di Cisternino, graphic design di Giuliano M. Guarino

UNA COSTELLAZIONE DI SAGRE RIUNITA SOTTO UN UNICO BRAND

“L’idea del Festival nasceva anzitutto dall’intenzione dell’amministrazione di raccogliere all’interno di un unico format tutte le sagre estive del Comune, sette in tutto, organizzate da cinque contrade, per la durata dell’intera estate, da luglio a settembre” racconta Guarino, diplomato in Design della Comunicazione e Product Service System Design al Politecnico di Milano e reduce da un’esperienza di studio e lavoro in Cina. “Prima la comunicazione delle singole sagre era gestita dalle associazioni delle contrade partecipanti, l’idea è stata quindi di uniformare la comunicazione creando un nuovo brand declinabile per tutti gli eventi”. Un altro obiettivo importante era riuscire a toccare nuove fasce di pubblico, quelle più giovani, e avvicinarle a un mondo percepito come più tradizionale parlando la loro stessa lingua, in senso letterale ma anche per quanto riguarda i riferimenti a un certo immaginario condiviso. Ecco, quindi, che il dialetto locale incontra il linguaggio dei meme: Arrotola. Cuoci. Mangia. Repeat.

– Giulia Marani

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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