Bar, ristoranti e hotel d’autore: i vincitori del Premio Internazionale di Architettura e Design

Cinque premi ad altrettante architettura realizzate, cinque menzioni speciali, tre riconoscimenti sul fronte design: questi gli esiti della III edizione del Premio organizzato da IN/ARCH con Archilovers, Gambero Rosso, FederlegnoArredo, Dipartimento Architettura-Uni Roma Tre, HostMilano e Artribune.

© Oskar Da Riz

© Oskar Da Riz

Sono stati 177 i progetti presi quest’anno in esame in occasione di “Bar, ristoranti, hotel d’autore Premio Internazionale di Architettura e Design 2017”, la cui cerimonia ha avuto luogo in concomitanza di HostMilano – International Hospitality Exhibition, nel capoluogo lombardo. Organizzato dall’Istituto Nazionale di Architettura – IN/ARCH – con Archilovers, Gambero Rosso, FederlegnoArredo, Dipartimento Architettura-Università degli Studi di Roma Tre, HostMilano e Artribune e con il patrocinio di ADI – Associazione per il disegno Industriale – il riconoscimento si articola in due sezioni competitive: “Architettura” e “Design”. Lo sguardo dell’iniziativa si rivolge ai progettisti quanto ai commettenti, individuando in entrambi le figure chiave di processi virtuosi nel campo della progettazione. A tale premessa, si affianca il duplice interesse del Premio, orientato sia verso la nuova costruzione, sia verso ristrutturazioni di qualità, in un’ottica estesa anche all’inserimento paesaggistico e allo studio degli arredi. Per il 2017 la giuria è stata composta da Renato Arrigo – IN/ARCH, Paolo Desideri – Dipartimento Architettura-Università degli Studi di Roma Tre, Paolo Cuccia – Gambero Rosso, Massimiliano Tonelli – Artribune, Ferdinando Napoli – Archilovers, Simona Greco – Fiera di Milano, Patrizia Di Costanzo –ADI e Andrea Margaritelli – FederlegnoArredo. Nella gallery, tutti i progetti premiati o insigniti della menzione speciale.

ALBA PALACE HOTEL

Alba Palace Hotel

Alba Palace Hotel

Progettata da Anchitrend a Favara (Agrigento) per Alba Antonino, questa struttura alberghiera si inserisce nel filone degli interventi di rigenerazione urbana avviato con l’esperienza di Farm Cultural Park. La capacità del progetto di “coniugare allo stesso tempo la conservazione e la valorizzazione per mezzo di un continua azione di misurato bilanciamento tra progetto di restauro e progetto di nuova costruzione, e di superare così la falsa dialettica tra antico e moderno” è uno degli aspetti messi in evidenza dalla giuria.

ALKIMIA

Alkimia

Alkimia

Nel centro di Barcellona, External Reference (Carmelo Zappulla, Nacho Toribio) e Chu Uroz, hanno risposto all’incarico del noto committente – lo chef Jordi Vilà – intervenendo al primo piano di un edificio modernista catalano, risalente al 1864. In questo contesto stratificato, hanno combinato elementi preesistenti, fortemente identitari della città, con un’innovativa “scenografia che favorisce un’esperienza sensoriale fluida e continua”.

ALTER SCHLACHTHOF BRIXEN

© office 27 - foto by Ingrid Heiss

© office 27 – foto by Ingrid Heiss

Su impulso di Lissi Tschöll, in qualità di committente, lo studio IMOYA design&architecture ha ristrutturato il vecchio macello cittadino di Bressanone (Bolzano). Dismesse, nel 1957, le funzioni originarie, l’edificio che lo aveva ospitato è infatti stato oggetto di una recente operazione di riuso e rigenerazione, che si è svolta nel 2016. Nella positiva valutazione complessiva, la giuria ha evidenziato le modalità “di riorganizzare lo spazio interno e le destinazioni funzionali senza mai tradire il senso dei materiali preesistenti”, segnalando anche la “capacità di mantenere un rigoroso minimalismo nel rispetto della tradizione artigianale locale.”

DOPOLAVORO – JW MARRIOTT VENICE RESORT&SPA

DOPOLAVORO © Daniele Domenicali

DOPOLAVORO © Daniele Domenicali

Per la nota catena alberghiera, Matteo Thun & Partners ha recuperato un edificio in stato di abbandono sull’Isola delle Rose di Venezia, situato in prossimità del molo di attracco privato. Risalente agli inizi del Novecento, la struttura ospita quattro ristoranti e bar del resort 5* di lusso JW Marriott Venice Resort & Spa, ed è frutto di un intervento che per la giuria attiva “una fluida continuità tra visioning evocativo e tecniche costruttive”.

OBERHOLZ MOUNTAIN HUT

OBERHOLZ MOUNTAIN HUT © Oskar Da Riz

OBERHOLZ MOUNTAIN HUT © Oskar Da Riz

A Obereggen (Bolzano), PPA – Peter Pichler Architecture in collaborazione con Pavol Mikolajcak, ha ultimato la realizzate di un “rifugio” a 2000 metri di altezza. Progettato per Obereggen AG / Spa e raggiungibile con la seggiovia, è stato considerato in grado di “assicurare un eccellente inserimento nel paesaggio senza mai cedere al mimetismo e la cura nell’uso dei materiali locali come l’abete rosso e il larice.”

MENZIONE SPECIALE A N’ORMA

Foto © Fausto Mazza

Foto © Fausto Mazza

A Chiaramonte Gulfi (Ragusa), Patrizia Sbalchiero ha firmato per i committenti Andreina Iebole e Maurizio Di Gregorio un piccolo albergo, dotato anche di residenza privata. Il progetto, secondo i giuranti, “coniuga i materiali e le forme della tradizione per interpretare, in una più moderna chiave, il vivere rurale. La ‘concretezza del vecchio’ viene accostata e si fonde con la ‘purezza’ e la ‘regolarità’ di linee e volumi più attuali.”

MENZIONE SPECIALE A BÜHELWIRT

© bureau rabensteiner

© bureau rabensteiner

La “sfida” dello studio Pedevilla Architekten era rispondere alla richiesta di ampliamento di un edificio esisteste, espressa dalla committenza formata da Michaela e Matthias Haller, nel rispetto dell’ambiente circostante: la Valle Aurina, in provincia di Bolzano. La giuria ha posto attenzione sul ricorso a materiali naturali autoctoni – larice, rame e ‘Loden’ – sulla “reinterpretazione, in chiave contemporanea, degli elementi tipici della trazione costruttiva locale”.

MENZIONE SPECIALE A HOTEL PFÖSL

© mads mogensen

© mads mogensen

Sorge a Nova Ponente (Bolzano) ed è stato messo a punto da bergmeisterwolf architekten per Hotel Pfösl – Eva e Brigitte Zelger e Daniel Mahlknecht questa struttura alberghiera provvista di tre lussuosi chalet in legno, costruiti nel bogno, e di 18 suite panoramica con giardino. Per la giuria, si tratta di un complesso contraddistinto da un riuscito contrasto “di temperature del colore e di volumetrie tra esterno e interno”. Il risultato “pur di grande impatto, risulta inserito in maniera interessante nel paesaggio, in evidente dialogo con le vette circostanti”.

MENZIONE SPECIALE A LA PETRILLERIA

© Luigi Filetici

© Luigi Filetici

Nella Capitale, i progettisti di Insula architettura e ingegneria s.r.l, per il nuovo locale di Sara e Luca Petrillo, hanno agito in un ambiente di dimensioni contenute – pari a 63 mq – nel segno di un’articolata composizione. Ne è protagonista il cosiddetto “tavolo sociale”, enfatizzato dall’efficace illuminazione e accompagnato da spazi più intimi. “Interessante – ha precisato la giuria – anche il rapporto con l’esterno, risolto pur in assenza di tavolini all’aperto e nonostante lo stretto marciapiede.”

MENZIONE SPECIALE A LIBRERIA BRAC

© Anna Positano

© Anna Positano

La preesistente libreria, situata nel centro storico fiorentino, è stata rimodulata da DEFERRARI + MODESTI attraverso un suggestivo restyling che ha arginato anche una problematica di tipo acustico. “Il progetto riesce a tenere insieme la cultura (in vendita sotto forma di libro), l’architettura e l’allestimento scenografico degli spazi (e dunque, per certi versi, il teatro). Una sinestesia di linguaggi che caricano lo spazio, ma non lo rendono pesante”, ha indicato la giuria.

PREMIO PER IL DESIGN A CASA MAKI – SUSHI BAR

ph Sergio Campione

ph Sergio Campione

Il nuovo sushi bar di Pescara che zero85 studio ha progettato per Crudes s.r.l. dispone di una serie di strutture leggere – “chioschi” – che intendono evocare i mercati giapponesi. Per la giuria si tratta di una “equilibrata composizione di geometrie che evidenziano nella semplicità compositiva del luogo la funzionalità ed il minimalismo secondo la più radicata tradizione nipponica.” 

PREMIO PER IL DESIGN A WALKING

© Filippo Bombace

© Filippo Bombace

In Walking, l’architetto Filippo Bombace si è ispirato all’operosità della Brianza per disegnare una “serie di piatti in due finiture (lucido e opaco) e due dimensioni, corredati tutti di ‘piedini’ che consentono all’oggetto di avere funzionalità diverse.”

MENZIONE SPECIALE PER IL DESIGN ALLA LAMPADA DA PARETE APPLICO

Lampada Applico

Lampada Applico

L’architetto Luciano Fazi ha impiegato elementi di serie, prodotti e commercializzati da TIGER – Flying Tiger Copenhagen, conseguendo un risultato meritevole di menzione “ per la sua semplicità di esecuzione e funzionalità che la rende adatta a qualunque ambiente, sia classico che contemporaneo.”

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Redazione

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