Quando tutto è R-Riparabile

Lanciato durante la design week milanese, l’ambizioso progetto R-Riparabile di Frida Doveil vuole censire tutti gli attori, i professionisti, le idee, i progetti e le aziende che operano da anni nel campo della riparabilità.

Il titolo, volutamente in italiano, dichiara fin dall’inizio l’intento del progetto: una ricerca all’interno della cultura italiana del progetto in dialogo continuo con l’industria.
R-Riparabile, progetto a cura di Frida Doveil, parte da un’idea basilare: introdurre il concetto di ‘riparabile’ all’interno del ciclo di vita dell’oggetto.
Come spiega la stessa autrice: “Molti degli oggetti che oggi ci circondano sono estremamente performanti ma, sotto la pressione dell’innovazione, tendono velocemente a diventare obsoleti e sono destinati a morire nel momento stesso in cui si rompono. È arrivato il momento di instaurare una relazione che restituisca valore agli oggetti stessi, alla fatica del produrli, all’intelligenza nel progettarli e alle conoscenze necessarie per permettere di conservarli”.
Il fine è censire criticamente quello che è stato fatto e si sta ancora facendo attorno a questo tema: quali sono i prodotti semplici e quindi più accessibili, in che direzione stanno procedendo le tecnologie della riparabilità, in che modo vengono studiate le strategie sui pezzi di ricambio, i materiali, i progetti di nuove estetiche. Senza tralasciare i programmi che coinvolgono temi sociali e il territorio, in vista della ri-costruzione di un’economia che preveda logiche nuove di durata e di riparabilità.

Frida Doveil

Frida Doveil

Proprio per questo R-Riparabile ha lanciato, durante la Design Week 2013, una call for entry, un invito a partecipare a questo censimento, un vero e proprio repertorio sulla riparabilità in modo da delineare chiaramente lo stato dell’arte sui nuovi modi di produrre, utilizzare, ri-utilizzare. “In questo scenario, la riparabilità potrebbe diventare il cardine per indirizzare la produzione verso un nuovo paradigma, in cui ricambi, accessibilità, facilità di montaggio e smontaggio e perfino co-progettazione diventino nuovi standard. Qualcuno lo sta già facendo e il nostro lavoro vuole inquadrarlo all’interno di una riflessione culturale più ampia”, illustra Doveil.
E proprio perché un movimento spontaneo nasce, tra crisi, innovazione ed ecologia, con l’indeterminatezza come prima caratteristica, diventa necessario catalogare progetti, oggetti, luoghi, imprese all’interno di un censimento, per poter conoscere, farsi conoscere e connettere gli uni con gli altri. Da qui parte R-Riparabile, ma con l’intenzione di agire toccando tutti i campi e le professionalità che ruotano attorno alla catena del “riuso”: progettisti e produttori, ma anche scienziati, tecnici, ricercatori, autoproduttori. Senza dimenticare quanto maker, comunità web del fai-da-te e gruppi sociali stanno sviluppando come movimento “bottom up” di riappropriazione degli oggetti.

Simone Zeni

www.r-riparabile.com

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Simone Zeni

Simone Zeni

Giornalista di lifestyle, è senior web editor di Fine Dining Lovers. Attualmente, oltre che con Artribune, collabora con Wu Magazine, Club Milano e Wired. Tra le mostre a cui ha lavorato: Da Fuori (Castello Sforzesco, Vigevano, 2015), Pneuma03 (PlasMa, Milano,…

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