Tirana: a BIG-Bjarke Ingels Group l’incarico per il National Theatre of Albania

Dall’altra parte dell’Adriatico, l’architettura contemporanea sembra aver trovato un terreno fertile. Nel cuore culturale e amministrativo della capitale, l’edificio di BIG sostituirà il teatro esistente degli anni Trenta.

Per i detrattori dell’architettura di Bjarke Ingels il progetto del teatro “a forma di papillon”, messo a punto per la Scanderbeg Square, a Tirana, probabilmente non mancherà di fornire spunti di riflessione. Al di là delle valutazioni di ordine compositivo, l’annuncio della sostituzione della struttura esistente, risalente agli anni Trenta del secolo scorso, con un nuovo National Theatre of Albania costituisce l’ennesima attestazione della “vivacità architettonica” della capitale albanese. Un fenomeno, monitorato da Artribune con approfondimenti e analisi, in larga parte legato alle azioni avviate dall’ex-sindaco e artista Edi Rama, attuale Premier del Paese. In questo senso vanno dunque interpretate le entusiastiche dichiarazioni rilasciate da Erion Veliaj, Sindaco in carica della città: “Tirana sta vivendo un’era di trasformazione e innovazione senza precedenti. La città sta diventando più verde con la piantumazione di 2 milioni di alberi! È a misura di bambino e dei pedoni, con innumerevoli campi da gioco e grandi aree senza auto come la piazza Scanderbeg e il nuovo bazar. Il turismo è anche cresciuto. (…) Il nuovo teatro di BIG diventerà il fiore all’occhiello di questa trasformazione nel cuore della capitale!

TRE IN UNO

Dopo aver chiuso il 2017 con le aperture della LEGO House di Billund e del “museo invisibile” Tirpitz a Blåvand, in Danimarca lo studio BIG-Bjarke Ingels Group, in particolare attivo sul fronte residenziale, con questo progetto si è misurato con il tema degli edifici pubblici con finalità culturali. Il programma funzionale del National Theatre of Albania – del quale sono stati diffusi alcuni render e non sono noti, per ora, tempi e costi -, è stato messo a punto per consentire all’edificio di ospitare un’ampia gamma di spettacoli dal vivo. Non a caso la formula “3-in-1” inserito nella campagna stampa di presentazione del complesso può essere assunto a mo’ di slogan: il complesso disporrà di 9.300 metri quadrati all’interno, di un anfiteatro sul tetto e di uno spazio pubblico coperto, ricavato al di sotto del volume costruito. Ad evocare l’aspetto di un tradizionale papillon è proprio la scelta da cui deriva quest’ultimo spazio: al centro, infatti, l’edificio subisce una compressione e viene parzialmente sollevato da terra. In questo modo si apre un varco tra due porzioni della piazza che favorisce connessioni e scambio.

UN ANFITEATRO IN COPERTURA

Oltre alla “piazza coperta”, negli intenti di Bjarke Ingels la relazione tra città e il teatro sarà assicurata anche dalle generose aperture vetrate di entrambe le facciate principali e dalle molteplici possibilità di impiego della copertura. “Le due facciate vengono aperte per esporre all’esterno gli spazi interni dell’edificio. Un lato rivela un foyer, un lounge, un bar e un ristorante e due teatri sperimentali per i passanti, come le stanze di una casa delle bambole. L’altro lato rivela l’intera sezione del backstage, i side stages, gli under stage e la torre scenica, svelando l’intera macchina teatrale agli osservatori curiosi.” Pensato come luogo di produzione teatrale, non solo destinato alle esibizioni secondo un calendario predefinito, e per essere accessibile in ogni momento della giornata, il futuro National Theatre of Albania disporrà di un caffè e di un anfiteatro sul tetto – sempre aperti al pubblico – ottenuto “sfruttando” l’inclinazione della copertura. Qual è il risultato atteso da progettisti e amministratori? La realizzazione di un complesso capace di essere, nello stesso tempo, “teatro e attore nella città di Tirana”.

-Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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