RIBA International Prize 2018: un giro del mondo tra le architetture in lizza per il premio

Tra i 62 edifici selezionati per la seconda edizione del riconoscimento promosso dal Royal Institute of British Architects molti sono i musei e gli spazi per la cultura. Presente anche l’Italia, con i progetti di Renzo Piano Workshop Buildings, Stefano Boeri Architects e GGA Gardini Gibertini Architetti.

Chi si aggiudicherà, il prossimo novembre, il RIBA International Prize 2018? Dopo l’edizione d’esordio del premio assegnato al “migliore edificio del mondo” – nel 2016 è stato conferito a Grafton Architects per l’UTEC University campus a Lima, in Perù -, l’istituzione del Regno Unito ha stilato la lista delle 62 strutture in lizza per il riconoscimento biennale. Realizzati in 28 paesi del mondo, Italia inclusa, questi interventi offrono una panoramica multiforme dello scenario contemporaneo: si tratta infatti di costruzioni estremamente eterogenee, per dimensioni, programma funzionale, budget, luogo di realizzazione. Immancabili i grandi nomi internazionali, tra cui Zaha Hadid Architects presente con la Stazione Marittima di Salerno, in Campania, Foster + Partners con la sede della Xiao Jing Wan University di Shenzhen, in Cina, e Heatherwick Studio con il nuovo Zeitz MOCAA di Città del Capo, in Sudafrica. Eppure le sorprese non mancano, come testimoniano i professionisti italiani selezionati: oltre ai più noti Renzo Piano Workshop Buildings, che concorre con lo Stavros Niarchos Foundation Cultural Center di Atene, e Stefano Boeri Architects, con il pluripremiato Bosco Verticale di Milano, risalta il nome di GGA Gardini Gibertini Architetti. Di base a Rimini, lo studio guidato da Alice Gardini e Nicola Gibertini si occupa di progettazione ad ampio raggio: concorre con l’AP House di Urbino, il progetto di “rinascita di un antico borgo rurale collocato sulla sommità di una delle colline più alte e di maggior pregio paesaggistico dell’intero urbinate”. Nutrita la presenza dei musei e degli spazi culturali, tra cui si segnalano il Palestinian Museum di Heneghan Peng Architects a Birzeit, il MAAT di Lisbona di AL_A_, il Museum Voorlinden di Kraaijvanger Architects, a trenta chilometri da Rotterdam e il Museum Tirpitz di Blåvand, in Danimarca, di BIG – Bjarke Ingels Group. Forte del recente successo al World Architecture Festival, dove ha conquistato il titolo di World Building of the Year 2017, il prototipo di abitazione in terra battuta in grado di resistere ai terremoti, messa a punto da un team dell’Università cinese di Hong Kong, ha attirato anche l’attenzione del RIBA, emergendo tra le centinaia di candidature pervenute. Il riconoscimento al “più impressionante talento architettonico” sarà conferito da una giuria di esperti, di cui fa parte anche Liz Diller, co-fondatrice dello studio Diller Scofidio + Renfro, dopo la visita a ciascun edificio. Il prossimo step? La proclamazione dei quattro finalisti.

– Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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