Storia di Palazzo Curtatone, edificio razionalista degli anni 50 occupato abusivamente

È l’argomento più dibattuto degli ultimi giorni: lo sgombero da parte della polizia di Palazzo Curtatone, occupato abusivamente da quattro anni da centinaia di immigrati. E mentre divampano le polemiche sull’intervento delle forze dell’ordine, noi vi raccontiamo la storia del Palazzo, piccolo gioiello dell’architettura razionalista assolutamente da tutelare…

Da tre giorni a Roma è attraversata da uno stato di forte agitazione in seguito allo sgombero di un immobile di pregio nel pieno centro della capitale, occupato dal 2003 da centinaia di immigrati provenienti dal Corno d’Africa, in particolare da Etiopia e Eritrea. Uno sgombero che ha causato molte polemiche tra coloro che hanno giudicato troppo violento l’intervento delle forze dell’ordine e chi invece sostiene che l’accoglienza non possa cedere mai il passo all’illegalità. Sullo sfondo un edificio che rappresenta un piccolo gioiello dell’architettura tardo razionalista. Un’opera assolutamente da tutelare.

UNA ARCHITETTURA DEGLI ANNI ’50

Il palazzo, di sette piani più due interrati, vanta una posizione prestigiosissima nel cuore della capitale, a pochi passi dalla stazione Termini, nel punto in cui convergono via Curtatone, via Goito, piazza Indipendenza e via Gaeta. Un edificio d’impronta razionalista costruito negli anni Cinquanta su progetto degli architetti Aldo Della Rocca, Ignazio Guidi, Enrico Lenti e Giulio Sterbini, tra i massimi esponenti dell’architettura italiana del Novecento. Personalità di spicco dell’architettura con una visione urbana precisa che hanno traghettato Roma, città nella quale tutti hanno operato, in una dimensione decisamente più contemporanea. Ignazio Guidi (Roma, 1904 – 1978), ad esempio, ha coordinato la progettazione delle opere pubbliche per le Olimpiadi di Roma del 1960 e ha realizzato nel 1962 il piano regolatore di Roma, mentre Giulio Sterbini (Roma 1912 – 1987) ha realizzato diverse opere a Roma come l’Istituto Massimiliano Massimo all’Eur, Sede del Credito Fondiario in via Cristoforo Colombo, il Quartiere ALPI alla Serpentara, progetto che gli è valso il Premio nazionale In/Arch nel 1969. Internamente l’edificio, che è sotto vincolo della Soprintendenza, è decorato con le sculture di Pericle Fazzini (Grottammare, 1913 – Roma, 1987). Di Fazzini è anche il grande fregio bronzeo sul terrazzo che si vede in tante foto, con le bombole del gas appoggiate sopra a mo’ di minaccia per allontanare le forze dell’ordine intervenute per lo sgombero.

DALL’OCCUPAZIONE ALLO SGOMBERO

L’edificio, che in passato è stato sede di Federconsorzi e dell’Istituto superiore di protezione ambientale (Ispra), ha nelle sue immediate vicinanze la sede del Consiglio Superiore della Magistratura, alcune ambasciate e alcune redazioni di giornali, tra cui quella romana del Sole 24 Ore e quella del Corriere dello Sport. Una superficie complessiva di oltre 33 mila metri con una quotazione di mercato di circa 80 milioni di euro. Una storia particolare, a tratti incredibile, per questo edificio passato da essere sede prestigiosa di istituzioni statali a casa abusiva per centinaia di immigrati che vivevano al suo interno in condizioni igienico-sanitarie davvero precarie e senza che fossero garantite le condizioni minime di sicurezza dato che sono state rinvenute decine di bombole a gas utilizzate per cucinare.  L’edificio è stato acquistato nel 2011 dal fondo immobiliare Omega gestito da Idea Fimit con quote di San Paolo Intesa, Enasarco e Inarcassa con lo scopo di trasformarlo in un hotel di lusso. Ad ottobre 2013 il palazzo è stato occupato abusivamente e ci sono voluti quattro anni ed una sentenza del Gip presso il Tribunale di Roma che ha emesso un decreto di sequestro preventivo per rendere attuativo lo sgombero. Tutto questo nonostante l’immobile fosse tenuto sotto stretta osservazione dalle forze dell’ordine per prevenire il rischio di infiltrazioni terroristiche. A sgombero ultimato, mentre il Campidoglio sta affrontando l’emergenza di capire dove collocare le  oltre 200 persone che rifiutano di lasciare piazza Indipendenza per un altro alloggio, aspettiamo di sapere in che condizioni riversa il Palazzo e quali costi ci saranno per riportare allo stato originario l’edificio.
E il futuro? Dopo il dissequestro l’edificio potrebbe trasformarsi in una sede di uffici o, probabilmente, in un grande albergo. Speriamo che il cambio di destinazione d’uso serva a valorizzare e tutelare i tanti elementi di interesse architettonico e artistico che sono al suo interno.

Mariacristina Ferraioli

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Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli è giornalista, curatrice e critico d’arte. Dopo la laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte, si è trasferita a Parigi per seguire corsi di letteratura, filosofia e storia dell’arte presso la Sorbonne (Paris I e Paris 3).…

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