Museo Paul Valéry. Intervista alla direttrice Maïthé Vallès-Bled

Parola alla direttrice del museo intitolato a Paul Valéry da Sète, la sua città natale nella regione dell’Occitania.

Come nasce il museo dedicato a Paul Valéry, a Sète, sua città natale?
Sète è una città giovane, creata per decisione reale nel 1666. Il primo museo civico fu aperto nel 1891. Nel 1948 e 1949 Jeannie Valéry, vedova del poeta, scomparso nel 1945, effettuò due importanti donazioni: il fondo comprende arti grafiche, manoscritti, documenti d’archivio e piccole sculture di Valéry, tra cui una che ritrae Mallarmé. Siamo l’unico museo al mondo che conserva il carteggio tra Valéry e Mallarmé.

Come descriverebbe il legame tra Paul Valéry e Sète?
Molto forte, evidenziato anche nei suoi scritti, disegni, acquerelli. Gli furono riservati qui funerali solenni.

Chi è l’architetto dell’edificio attuale, aperto nel 1970, con vista sul mare e prospiciente il cimitero dove riposa il poeta?
Guy Guillaume, influenzato da Le Corbusier. Dopo un importante restauro, il museo ha riaperto le sue porte nel giugno 2010, con un nuovo allestimento, ordinato sia su base cronologica che tematica.

Nel 2017 ha avuto luogo la donazione del poeta franco-libanese Salah Stétié.
Stétié, grande figura della poesia francofona, nato nel 1929 a Beirut, ha pure presenziato alla donazione: opere d’arte, manoscritti e libri d’artista. La sala che porta il suo nome crea una passerella forte e simbolica tra le due rive del Mediterraneo.

Gabriel Couderc, L’ingresso al porto di Sète, 1942 © Musée Paul Valéry

Gabriel Couderc, L’ingresso al porto di Sète, 1942 © Musée Paul Valéry

Ci può descrivere le collezioni permanenti?
Abbiamo circa 4mila opere, tra cui un migliaio di disegni e un fondo grafico comprendente lavori di Doré, Degas, Cézanne, Matisse… Le pitture sono oltre 200, dal XVII secolo a oggi. Annoveriamo tele di Le Sueur, Cabanel, Courbet, Jongkind, Mols, Hintz, Troncy, Marquet, Luce, Dufy, Messagier… Si va dalle marine alle scene religiose o di genere al Realismo alle Avanguardie del Novecento fino alla contemporaneità.

Che attività svolge il museo per il suo territorio e per i visitatori in genere?
Ci rivolgiamo a ogni tipo di pubblico, abbiamo un servizio di mediazione culturale anche per le scuole. E proponiamo pure atelier di poesia.

Effettuate scambi con altri musei o istituzioni?
Sì, anche all’estero, ad esempio con prestiti di opere. In Italia abbiamo un legame speciale con Genova per via della cosiddetta “notte di Genova” quando, nel 1892, Valéry cadde in una grave crisi esistenziale che lo portò a dedicarsi all’introspezione.

Il museo è statale o comunale?
Comunale.

Che tipo di budget ha?
Un budget comunale e sovvenzioni statali.

Si appoggia anche a degli sponsor privati?
Stiamo andando in questa direzione.

Albert Marquet, Velieri a Sète, 1924 © Musée Paul Valéry

Albert Marquet, Velieri a Sète, 1924 © Musée Paul Valéry

Come si è arrivati al progetto espositivo Pittura e poesia, i pittori visti dai poeti, visibile fino al 4 novembre prossimo?
Volevamo fare un catalogo che riunisse tutte le opere della collezione permanente. Abbiamo pensato che fosse una buona idea chiamare dei poeti a osservare le pitture.

Nel percorso espositivo, a fianco di ogni opera c’è una poesia. Come sono stati scelti i poeti?
Li ho selezionati io, conoscendoli personalmente. Ho proposto, in base alla sensibilità di ognuno, una rosa di opere (da una a quattro) pregandoli di effettuare una scelta. Hanno risposto con entusiasmo, ognuno ha trovato la “sua” opera per cui scrivere.

Tra i poeti quali nazionalità sono presenti?
Tutto il bacino del Mediterraneo: Francia, Spagna, Tunisia, Algeria, Marocco, Turchia, Cipro, Israele, Palestina, fino alla Siria, Iraq, Iran, Argentina, Portogallo, Canada, Bolivia, Guadalupa, Nuova Caledonia, Cuba…

Era suo desiderio riunire voci multiple della poesia contemporanea originarie di diverse culture?
Esattamente.

Ci può citare gli italiani?
Franco Buffoni, Viviane Ciampi, Giuseppe Conte, Mauro Macario, Valerio Magrelli, Enzo Minarelli, Claudio Pozzani, Paolo Ruffilli, Fabio Scotto.

Musée Paul Valéry, Sète

Musée Paul Valéry, Sète

In occasione di questa mostra avete esposto tutte le opere del museo, anche quelle che erano nei depositi?
Proprio così, abbiamo messo in magazzino tutte le sculture, le opere grafiche e i disegni. Abbiamo così potuto far posto a tutte le 235 pitture, utilizzando tutti gli spazi museali, nei tre piani, per mostrare tutti i quadri della collezione permanente, anche quelli che non si vedevano da anni.

Sono state restaurate opere per l’occasione?
Sì, stiamo restaurando i quadri e le cornici già da alcuni anni.

Quali sono le caratteristiche salienti del volume pubblicato?
È un catalogo esaustivo di tutte le pitture del museo, con notizie storiche, schede tecniche, menzione sulle acquisizioni delle opere, loro esposizioni precedenti ecc. A fianco di ogni opera è pubblicata una poesia: del poeta e della poetessa abbiamo inserito una biografia succinta.

Fino al 4 novembre prossimo sono previste attività legate all’esposizione?
Sì, ogni giorno, alle 16, c’è un incontro: un poeta / un’opera o un artista / un’opera.

Maria Sensi

Sète // fino al 4 novembre 2018
Peinture et poesie, les peintres vus par les poètes
MUSÉE PAUL VALÉRY
Rue François Desnoyer
http://museepaulvalery-sete.fr

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