Apre al pubblico la fiera Investec Cape Town Art. Il report dalla preview sudafricana

È in svolgimento fino al 19 febbraio in Sudafrica la fiera Investec Cape Town Art. Siamo stati alla preview e abbiamo incontrato la direttrice (italiana) Laura Vincenti. Ecco le immagini dagli stand.

“La fiera di Cape Town si è assestata nell’agenda dell’arte a partire dallo scorso anno”, chiarisce fin da subito il direttore, l’italiana Laura Vincenti.  “Il nostro impegno ha riguardato soprattutto l’ampliamento dell’offerta culturale, con l’obiettivo di alzarne il livello. Abbiamo lavorato per aprire i nostri orizzonti verso nuove gallerie internazionali e per costruire insieme alle gallerie locali nuove progettualità. Senza perdere di vista l’obiettivo: un delicato equilibrio fra locale e internazionale, in cui ‘the importance of being in Africa’ e rappresentare il continente è rimasta la priorità”.
Molto importante è la collaborazione portata avanti con le istituzioni, le fondazioni e i musei, sia locali che internazionali, che si riflette nel programma culturale cittadino e nella sezione Cultural Platforms, in fiera.
Ma non mancano gli eventi collaterali, come la mostra di El Anatsui al Iziko South African National Gallery, quella di Nicholas Hlobo al Maitland Institute, la collaborazione con lo Zeitz MOCAA, A4 Arts Foundation, AVA e Greatmore Studios, per citarne solo alcuni. O la partecipazione di curatori di istituzioni internazionali nel talk program. Tra questi, rappresentanti del Virginia Museum of Fine Art, del Minneapolis Institute of Arts, dello Zoma Museum di Addis Abeba (con spazio in fiera) e di diversi collettivi in rappresentanza di Zimbabwe, Village Unhu, Namibia, NJE Collective, Democratic Republic of Congo, Picha Foundation.

LA FIERA INCLUSIVA

“La nostra preoccupazione è stata anche quella di coinvolgere la città”. Diventare inclusivi, le chiediamo? “Se vuoi, certo”, chiarisce, “ed è stato quello che abbiamo fatto, in modi diversi, ad esempio con ‘After Hours Hub’, un evento collaterale curato da Brent Meistre di Analogue Eye e organizzato in collaborazione con il Waterfront e il Consolato Italiano di Cape Town, che vede una selezione di opere video di artisti internazionali (Film Screenig Programme), proiettati in container”. Lasciamo il direttore e ritorniamo alla fiera. Gli spazi sono ben costruiti, percorribili, i booth ampi. Il pubblico si divide in modo bilanciato tra la ‘Main Section’ e le ‘Curated Sections’. Tra le ‘Curated Section’ riscuote grande interesse Tomorrow/Today dove le dieci gallerie selezionate dal direttore artistico della fiera Tumelo Mosaka presentano ciascuna un solo show di giovani autori internazionali, i prossimi “tomorrow leading names”.  Qui Ed Cross espone il lavoro del fotografo Mario Macilau, artista che indaga in modo estremamente realistico, senza la minima enfasi e con il rigore del bianco e del nero, le diverse identità africane.
Ed ancora di ‘notion of identity’ si parla da Fried Contemporary, dove in un booth preso d’assalto dal pubblico, sono esposte le sculture realizzate con materiali domestici, anche riciclati di Usha Seejarim.
Stessa situazione nello stand di Alida Anderson in cui il pubblico scopre le raffinate decorazioni di Amy Lin.

Investec Cape Town Art

Alcune immagini dalla preview a Cape Town. Jacopo Mazzonelli, “Eject”, Giovanni Bonelli Gallery.

POWER OF WOMEN

Percorrendo sempre le sezioni dedicate, SOLO è un’esplorazione internazionale dedicata al lavoro delle artiste donne, curata da Nontobeko Ntobela. Tra le dieci gallerie presenti, Officine dell’Immagine di Milano, con una selezione di opere di Maimona Guerresi, le cui immagini poggiano su un’estetica esilarante e rimandano a significati profondi. Su una linea analoga, in dialogo tra estetica ed eleganza iconica, le fotografie di Lola Keyezua, proposte dalla galleria angolana Mov’art, così come quelle si Buhlebezwe Siwani da Whatiftheworld di Cape Town.  Sempre di artiste donne si parla in Unframed, dove Lungiswa Gqunta, Turiya Magadlela Sethembile Msezane riflettono sui modelli di vita delle donne, con una inedita serie di opere, in questo caso ‘commissioned’. Il pubblico occidentale sembra amare particolarmente la sezione Past/Modern in cui sono presentati i lavori degli artisti moderni africani. Entriamo da Frittelli Arte di Firenze, nel suo booth, un solo show dell’artista del Benin, George Adéagbo.

UNA FIERA AUTENTICA

La ‘Main Section’ -qui a Cape Town ci fanno notare in molti- offre un’autentica opportunità per conoscere l’arte globale. Trenta le gallerie internazionali presenti, con una selezione di opere di autori africani e internazionali. Una tale scelta dimostra come i galleristi abbiano posto fiducia nella fiera e la considerino tra quelle established. Per la prima volta qui, espongono importanti gallerie come Gregor Podnar e Perrotin. Podnar porta una selezione di autori dell’est Europa, concettuali, difficili: Dan Perjovschi, Attila Csorgo, Irma Blank. Tra le gallerie italiane figurano Primo Marella Gallery, Massimo Minini e Francesca Minini, Studio Raffaelli, Galleria Continua. In un crescendo di pubblico, chiediamo l’ultima battuta al direttore Laura Vincenti. Quale vorrebbe fosse il commento di collezionisti e visitatori riguardo la fiera? “Che è una fiera fresh. Dove si trovano cose nuove, interessanti. Che portino a fare nuova ricerca”.

– Riccarda Mandrini

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