Lettere da un collettivo. Passeggiate notturne

La lettera 32 è uno scambio di email fra l’artista Sreshta Rit Premnath e il collettivo ALAgroup in occasione della quinta passeggiata notturna del progetto A-ghost City (Nightwalks).

5 AGOSTO

Caro Rit,
in merito al fatto che il tempo presente è forse un’illusione, una costruzione a noi necessaria per sopravvivere, Roland Barthes scrive che il pre-metodo ha un tempo di preparazione espandibile, in quanto il suo compimento viene costantemente ritardato. Il metodo invece è ammissibile solo in quanto miraggio, ed è dell’ordine del più tardi. Il tempo presente quindi è un tempo impossibile, stretto tra il mai più e il dopo. Sancisce però il diritto alla digressione.

14 AGOSTO

Care Maria Rosa, Maria Pia, Sara e Marco,
riflettendo sul tempo e su come collegare questi due diversi eventi di oscuramento che si svolgeranno a breve distanza temporale tra loro, ho rivisto le prime sequenze del film Werckmeister Harmonies di Béla Tarr. Dentro un bar, il protagonista Valushka tenta di spiegare il fenomeno dell’eclissi solare totale a un folto gruppo di operai ubriachi. In questa scena ipnotica, Valushka descrive l’evento celeste come se si trattasse di un fatto esistenziale, capace di disarmare chiunque. La sua natura è equiparata allo stato di confusione tipico della veglia. Eppure, i lavoratori ubriachi non sembrano per nulla coscienti dell’importante lezione appena ricevuta, mentre si allontanano dal bar incerti sulle gambe. Mi è sembrata una specie di scuola notturna, in sintonia con quella che state organizzando con gli altri No Workers!.
Nelle righe seguenti, tratte dal romanzo di László Krasznahorkai che ha ispirato il film, l’autore parla di “un po’ di bruciore, di cui ancora non hanno piena coscienza”. Forse si tratta solo di un leggero slittamento di percezione e di pura curiosità (oppure di fame) che alla fine rimane. L’eclissi è una fessura nel tempo che si produce quando il presente apocalittico sembra non passare mai e quando l’universo celeste ci ricorda la contingenza della nostra esistenza. E proprio come gli ubriachi che vanno via barcollanti, per nulla impressionati dalle parole appena ascoltate, anche noi consideriamo questo evento celeste per un momento e poi, subito dopo, riprendiamo indifferenti la nostra vita. La “grande eclissi americana” (è così che negli Stati Uniti la chiamano!) sembra essere diventata una dichiarazione sul momento politico che stiamo vivendo. In realtà i movimenti celesti seguono una temporalità che non considera la storia umana e siamo noi a confondere un tempo per un altro, riducendo la temporalità a una scala alla nostra portata limitata.
Mi interessa l’idea di “ascoltare l’assenza di luce”. O meglio, di usare l’eclissi per scoprire altri modi di rilevare il mondo. Di percepire altri tempi distanti – per esempio la vostra notte a Roma.

ALAgroup

http://aghostcity.altervista.org/
http://sreshtaritpremnath.com/

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #39

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