Il mondo della politica e della cultura al Parlamento Europeo: il report dalla conferenza

Si è svolta la Conferenza di Alto Livello “Patrimonio culturale in Europa: unire passato e futuro” a Bruxelles. Ecco cosa è venuto fuori dai dibattiti del 26 giugno. Il report

Organizzata dal Parlamento europeo, su iniziativa del Presidente Antonio Tajani e in collaborazione con la Commissione Cultura, il 26 giugno 2018 si è tenuta la Conferenza di Alto Livello “Patrimonio culturale in Europa: unire passato e futuro” (qui l’intervista a Silvia Costa,). Il mondo della politica e quello della cultura si sono dati appuntamento a Bruxelles per ribadire la centralità della cultura, nelle sue diversità e specificità, per l’intero progetto geo-politico e valoriale del Vecchio Continente. E riconsiderarne ruolo strategico e ricadute economiche in termini di crescita e prospettive occupazionali (300.000 le persone impiegate direttamente nel settore del patrimonio culturale nell’UE, che genera indirettamente 7,8 milioni di posti di lavoro).

CHI HA PARTECIPATO

Tra gli ospiti e i relatori, alle cariche politiche e istituzionali dell’Unione Europea si sono alternati gli esponenti della creatività e del sistema culturale: Jean-Michel Jarre, Daniel Barenboim e Ezio Bosso per la musica, lo chef Thierry Marx, la fotografa e designer Mathilde de L’Ecotaise il regista Radu Mihaileanu, insieme a Paul Dujardin, Direttore del Bozar di Bruxelles, France Desmarais per l’ICOM, Guillaume Kientz, Conservatore al Musée du Louvre, e Xing QU, Deputy Director dell’UNESCO.
Un evento centrale, che ha seguito l’European Culture Forum di Milano (dicembre 2017) e il Summit del Patrimonio culturale europeo a Berlino (18-24 giugno 2018), nelle più ampie celebrazioni del 2018, proclamato Anno Europeo del Patrimonio Culturale: circa 8000 gli eventi in tutti i 28 Stati membri dell’UE per “rafforzare il senso di appartenenza a uno spazio comune europeo” e sostenuti da Commissione europea, Parlamento europeo, Consiglio dell’Unione europea, Comitato europeo delle regioni e Comitato economico e sociale europeo.

I PANEL TEMATICI

Per anni si è invocata un’Unione europea che non fosse solo mercato e diktat economico-finanziari, e desiderato che il progetto economico non fosse l’unico collante di una comunità. “Non è possibile innamorarsi del mercato comune europeo”, ha detto tempo fa Jacques Delors. Ma della cultura sì, e le attività della conferenza hanno provato a rispondere a questa esigenza, rimettendo al centro un’idea di cultura quale “forza unificante, strumento d’inclusione sociale, d’integrazione”, come affermato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, nel richiamo alla sostanza del patto europeo fondato su “dignità, solidarietà e rispetto”.
Gli oltre tremila anni di storia in cui affondano le nostre radici e che hanno forgiato la nostra identità comune non possono essere dimenticati”, ha dichiarato il Presidente Antonio Tajani inaugurando l’evento e aprendo ai tre panel tematici (Patrimonio culturale ed Europeità, Preservare e promuovere il patrimonio culturale, Innovazione e potenziale economico del patrimonio culturale).

LE CONCLUSIONI

A fine lavori, appare un’Europa che non nasconde la preoccupazione per le incombenti minacce populiste. Ricorrente negli interventi della giornata, il termine Zeitgeist diventa rivelatorio di una ricerca condivisa, un richiamarsi collettivo a uno spirito del tempo, una saldatura internazionale e sovranazionale che respinga cupi scenari di ostilità e discriminazione. “Celebriamo un passato comune, speriamo di poter festeggiare il nostro futuro insieme. Il pericolo e la minaccia dei nazionalismi è la nostra sfida più grande. Serve il ritorno a una cultura basata sui fatti: la falsa narrativa dell’attualità non può essere il nostro Zeitgeist”, ha dichiarato Daniel Barenboim.
L’Europa invoca l’aiuto del mondo della cultura e dei suoi più amati esponenti (tra questi, di certo Ezio Bosso, che ha commosso l’aula ricordando come i musicisti nascano già europei, ascoltando e studiando i grandi maestri del passato senza barriere nazionali, e suggerendo l’immagine dell’Europa come un’orchestra, di cui gli uomini devono essere strumenti) e le attribuisce la responsabilità e l’opportunità di dare corpo a una visione, a traiettorie di integrazione e solidarietà, ad accogliere i nuovi cittadini e i cittadini futuri, contro le lacerazioni dell’attualità e il rischio di un cinico ripiegamento su sé stessi.

RICOMINCIARE DALLA CULTURA

“Se potessi ricominciare con la costruzione dell’Europa, comincerei dalla cultura”.La citazione, attribuita a Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’Europa, ci aiuta ad evidenziare come istruzione e accesso alla cultura debbano essere strumenti prioritari per la collettività contro le spinte centrifughe. Insieme al recupero di una visione, di una saggezza antica di miti e simboli condivisi, di quel passo sospeso della cicogna, come il film di Theodoros Angelopoulos ricordato in conferenza dalla ministra greca della cultura Lydia Koniordou: un passo di chi, al confine con un’alterità, sa di non poter far altro che sporgersi con fiducia verso il futuro, per quanto ignoto esso possa apparire.  Appuntamento, per valutare le nuove traiettorie europee, al prossimo summit “Educazione e cultura”, in programma a Goteborg il 17 novembre 2018, quando, all’Assise del Patrimonio programmata dalla Commissione Cultura con gli Stati membri si dovrebbe dare avvio al Piano Ue per la cultura e il patrimonio.  Fino ad allora, l’Europa resti umana, e umanista.

-Cristina Masturzo

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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna Economia e Mercato dell'Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia di…

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