Trame Portanti

Informazioni Evento

Luogo
DIMORA ARTICA
Via Dolomiti 11, Milano, Italia
Date
Dal al

Aperta su appuntamento / open by appointment

Vernissage
29/11/2017

ore 18,30

Artisti
Francesca Ferreri, Daniele Giunta, Daniele Girardi, Mario Scudeletti, Marco Useli, Antonella Aprile
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Il progetto espositivo di Trame Portanti è parte di una riflessione incentrata sulle potenzialità del disegno come media autonomo e strumento privilegiato di indagine e comprensione della realtà nelle sue manifestazioni tangibili e immateriali.

Comunicato stampa

Il progetto espositivo di Trame Portanti è parte di una riflessione incentrata sulle potenzialità del disegno come media autonomo e strumento privilegiato di indagine e comprensione della realtà nelle sue manifestazioni tangibili e immateriali. La mostra costituisce un primo momento di confronto tra artisti che utilizzano il disegno come linguaggio autosufficiente, facendolo convivere e germogliare all'interno della propria ricerca accanto alla scultura, all'installazione, al video e a pratiche performative. Nelle opere di Aprile, Ferreri, Girardi, Giunta, Scudeletti e Useli si consumano dialoghi serrati tra osservatore e ambiente in una zona liminare che coincide con un campo d'azione aperto dove l'artista si muove usando lo strumento della metafora visiva. A volte si tratta di un ambiente naturale non antropizzato, fondamento dell'esistenza nel suo divenire organico, in cui istituire un movimento dialogico di simbiosi, trasformazione o contrapposizione.
La pratica del disegno per gli artisti coinvolti in Trame Portanti consente di attraversare indenni la tendenza imitativa delle forme rispondendo all'esigenza di indagare e rimodulare la realtà, vivificandola. L’impulso a scrutare nelle fenditure tracciate tra naturalismo e astrazione, ricorrendo a forme simboliche e strutture ibride di matrice organica o artificiale, è dettato dalla necessità di avvicinare l’oggetto al suo valore assoluto, lontano dall’inarrestabile fluire dell’esperienza emotiva e irrazionale.

Il disegno è un'arte contemplativa, che sfugge per sua natura al rischio di essere consumata in un tempo limitato: esige che si stabilisca un rapporto simbiotico con l'opera accordandovi i propri ritmi. Se è vero che la vita odierna propaga la sua estetica attraverso tempi velocissimi, uno degli aspetti più radicali del disegno è l'introduzione di un rallentamento fattuale, sia nel momento operativo che nella sua ricezione. Può essere considerato obsoleto perché è una lenta forma di trasmissione delle informazioni, ma proprio per questo costringe a sincronizzarsi con un tempo diverso dall'abituale consentendo di vedere davvero un'immagine invece di subirla, di penetrarla invece di consumarla rapidamente.
Il disegno innesca una complicità dinamica tra l'ambiente e il suo osservatore, oggettivando l'atto del guardare. In esso ha sede il luogo della trattativa più delicata tra mente, occhio e mano, eppure il suo elemento costitutivo, la linea, non esiste in natura, è pura astrazione, capace con maggiore acutezza del colore di investigare la realtà.
Il disegno è una membrana sottile su cui si adagia per osmosi la traccia del nostro vedere. È la materializzazione del pensiero che si diluisce e coagula attorno all'oggetto della nostra attenzione e trasferendosi sul foglio riduce le differenze di concentrazione di senso tra esterno e interno.

Le regole della scrittura esigono che la narrazione si concentri sui fatti essenziali, imponendo all’autore di non deviare troppo dal flusso narrativo per evitare di perdere il senso più profondo del racconto. Confusi dalle sottotrame che costantemente invadono la nostra visuale possiamo smarrire le verità che hanno sede nella trama portante che da sola sorregge il campo di forze in cui ci muoviamo. Gli echi e le immagini vuote che identifichiamo come reali sono invece vicende minori legate a quella principale o parallele ad essa. Possono convergere o non intrecciarsi mai con il cuore della storia principale che solo il disegno indaga, afferra e rende manifesto.

Luigi Massari