Tobia Rava’ – Algoritmi e ghematriot

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA D'ARTE L'OCCHIO
Dorsoduro 181, Venezia, Italia
Date
Dal al

da lunedi a sabato 10-18
martedi e domenica su appuntamento

Vernissage
10/07/2011

ore 18

Artisti
Tobia Ravà
Generi
arte contemporanea, personale
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Sono esposti in questa occasione alcuni lavori recenti, soprattutto in light box, sul tema delle ‘Venezie celesti’ e dei ‘Boschi’.

Comunicato stampa

Tobia Ravà presenta alla Galleria l’Occhio di Elisabetta Donaggio alcuni lavori recenti, soprattutto in light box, sul tema delle “Venezie celesti” e dei “boschi”. In mostra sarà presentato il nuovo lavoro in light box che riprende l’immagine del grande dipinto contemporaneamente esposto alle Corderie dell’Arsenale al Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia: “I-tal –ya , Isola della rugiada divina 2011”, opera eseguita dall’artista per ricordare il determinante contributo della Comunità Ebraica al Risorgimento Italiano.

Il titolo "Algoritmi e ghematriot" è riferito al termine matematico ed informatico algoritmo con il quale s’intende, in genere, un metodo matematico per ottenere un certo risultato, risolvere un certo tipo di problema, mentre "ghematriot" equivale esattamente alla parola plurale di ghematria. Si sottolinea così la presenza di una ricerca attraverso una forma che unisce logica e conoscenza, lettere, parole, calcoli, formule ed equazioni, in una sorprendente corrispondenza tra mistica, filosofia e scienza. L’artista quindi non si ferma a all’uso più frequente della ghematria che consiste nel porre in relazione parole che possiedono un identico valore numerico, bensì crea affascinanti percorsi in cui mette in relazione questi concetti con formule e teoremi.

Dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, Tobia Ravà dal 1998 ha avviato una ricerca legata alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla qabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le sue opere, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie “grandangolata” di immagini architettoniche e naturalistiche. I fascinosi soggetti per lo più legati alla biografia dell’artista sono delineati attraverso forme precise e sorretti da una tecnica solida, scanditi da ritmi, pause ed improvvise accelerazioni. La qabbalah si fonde con la razionalità delle immagini architettoniche ed il naturalismo dei filari di pioppi piantati dall’uomo in maniera regolare, canali e ponti veneziani, mentre il motivo del nautilus, della conchiglia, del girasole, dell’orecchio, ed altre variazioni sul tema della spirale e del vortice sono composte con la sequenza di Fibonacci, effettuando con il suo particolare linguaggio alfanumerico movimenti ipercinetici, piroette, avvicinamenti e allontanamenti dei numeri e delle lettere roteanti nello spazio. Due sono i linguaggi, logica letterale e matematica, che si fondono nelle sue opere a creare un terzo linguaggio, quello figurativo, che vuole indagare, ricostruire e manifestare il mistero dell’universo.