Stefano Graziani – Questioning Pictures

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE PRADA OSSERVATORIO
Piazza del Duomo, 20123 Galleria Vittorio Emanuele II, Milano, Italia
Date
Dal al

lunedì / martedì / mercoledì / giovedì / venerdì, 14 - 20
sabato / domenica, 10 - 20

Aperto l'8 e il 26 dicembre 2017

Il 24 e 31 dicembre 2017 aperto 10 - 17

Chiuso il 25 dicembre 2017 e 1 gennaio 2018

La biglietteria rimane aperta fino a un'ora prima della chiusura

Vernissage
09/11/2017

su invito

Biglietti

Intero - 10 € Ridotto - 8 € Studenti fino ai 26 anni Possessori tessera FAI Accompagnatori visitatori con disabilità Gruppi 15-25 persone Gratuito Visitatori sotto i 18 e sopra i 65 anni Visitatori con disabilità Giornalisti accreditati o in possesso di tessera stampa in corso di validità L’acquisto del biglietto per Osservatorio consente l’ingresso gratuito presso Fondazione Prada (Largo Isarco, 2) entro 7 giorni dalla sua emissione. L’ingresso omaggio può essere ritirato presentando il biglietto presso la biglietteria della Fondazione.

Artisti
Stefano Graziani
Curatori
Francesco Zanot
Generi
arte contemporanea, personale
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Fondazione Prada presenta “Questioning Pictures”, un nuovo progetto espositivo di Stefano Graziani, all’Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II.

Comunicato stampa

Fondazione Prada presenta “Questioning Pictures”, un nuovo progetto espositivo di Stefano Graziani, all’Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano dal 9 novembre 2017 al 26 febbraio 2018 (anteprima stampa giovedì 9 novembre, dalle 10 alle 14). La mostra, curata da Francesco Zanot, include un nuovo corpus di opere commissionate dalla Fondazione che esplorano la fotografia come strumento di narrazione, catalogazione e reinterpretazione.

Graziani indaga sistemi di archiviazione e conservazione di musei come il Canadian Centre for Architecture (CCA) di Montreal, il Sir John Soane’s Museum di Londra, il Kunstmuseum Basel, il Museum Insel Hombroich di Neuss, il Museo di Castelvecchio a Verona e la gipsoteca del Museo Canova di Possagno, concentrandosi sul rapporto ambivalente tra fotografia e oggetto museale. Il fotografo si muove su un territorio ambiguo: da una parte svolge un lavoro di documentazione di materiali diversi come disegni e modelli architettonici, libri, fotografie e dipinti, dall’altra intraprende un percorso di interpretazione attraverso un uso attento delle luci e degli angoli di ripresa e l’inclusione nei suoi scatti di elementi di disturbo. Le sue fotografie non solo rivelano raccolte museali e archivi a cui solitamente il pubblico non ha accesso, ma li riattivano secondo logiche e prospettive del tutto soggettive.

Attraverso un dispositivo allestitivo, concepito dallo studio OFFICE Kersten Geers David Van Severen come un sistema di paraventi colorati e modulabili, disposti sui due livelli dell’Osservatorio, si creano degli accostamenti visivi e semantici inaspettati tra le fotografie e tra gli oggetti rappresentati. Il modello di un edificio di Aldo Rossi è collegato a un disegno di Gordon Matta-Clark, un album fotografico di fine Ottocento su Pompei è accostato a un plastico del Pantheon in mostra al Sir John Soane’s Museum di Londra, un gesso di Antonio Canova conservato a Possagno dialoga con le Tre Grazie di Lucas Cranach esposte al Kunstmuseum Basel e ancora una maquette di un progetto utopico di Cedric Price è associata a un prototipo di tavolo disegnato da Mies van der Rohe. Ciò che unisce questo insieme eterogeneo di oggetti e opere d’arte è il pensiero di Graziani, la cui visione li trasforma in nature morte, disorientanti e inattese.