¿soy Cuba?

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZINA DEI BAGNI MISTERIOSI
Via Carlo Botta 18, Milano, Italia
Date
Dal al

Tutti i giorni dalle 16 alle 21

Vernissage
13/10/2017
Biglietti

Intero 8 euro Ridotto 6 euro

Artisti
Reynier Leyva Novo, José Yaque, Susana Pilar Delahante Matienzo, Alejandro Campins, Elizabet Cerviño, Leandro Feal, Osvaldo González, Luis Enrique López, Angelina Chàvez
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Otto artisti cubani della scena contemporanea
inaugurano la Palazzina dei Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti a Milano interrogandosi sulla nuova identità di un Paese sulla via del cambiamento.

Comunicato stampa

La nuova generazione artistica cubana, con la sua energia vitale, inaugura l’attività espositiva di Palazzina dei Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti a Milano, offrendo alla città un ulteriore contributo culturale e contemporaneo. Da venerdì 13 ottobre ¿soy Cuba? racconterà al pubblico la nuova identità cubana e cosa significhi oggi essere protagonisti di un profondo cambiamento culturale.

“Cuba è oggi una società in mutazione in un mondo globalizzato e allo stesso tempo continua a essere l’ultima traccia di Guerra Fredda nella storia contemporanea. Soy Cuba? Cosa significa essere cubano oggi?” si chiede la curatrice della mostra Laura Salas Redondo. L’interrogativo del titolo della mostra è ispirato, non a caso, al film “Soy Cuba” di Mikhail Kalatozov, che nel 1964 riesaminava la ricerca di una nuova identità che aveva accompagnato la Rivoluzione contro Fulgencio Batista. La pellicola, riscoperta grazie a Martin Scorsese e Francis Ford Coppola che nei primi anni novanta la innalzarono al rango di suprema opera cinematografica, sarà visibile a Palazzina dei Bagni Misteriosi, come a indicare l’inizio del percorso artistico.

La mostra nasce da un’idea di Marina Nissim, in collaborazione con Galleria Continua e Associazione Pier Lombardo. ¿soy Cuba? è a tutti gli effetti una riflessione corale sull’attuale momento storico cubano e sull’impegno di una intera generazione che ha deciso di mantenere ben salde le proprie radici e al tempo stesso rompere l’isolamento e viaggiare per dialogare con la comunità artistica globale. Partire e poi ritornare per costruire un nuovo quadro di riferimento spazio temporale, nuove coordinate per ripensare i processi di costruzione dell'identità culturale cubana.

Otto sono gli artisti scelti a rappresentare questa nuova rivoluzione: “La ricerca degli otto artisti che compongono la mostra, Alejandro Campins, Elizabet Cerviño, Susana Pilar, Leandro Feal, Osvaldo González, Luis Enrique López - Chàvez, Reynier Leyva Novo e José Yaque, utilizza stili, materiali e linguaggi diversi. Ciò consente di testare un metodo archeologico teso a esplorare tematiche differenti e a far emergere risultati che vanno ben al di là della questione estetica, dando significato all’interrogativo iniziale.” continua Laura Salas Redondo, e annuncia due importantissimi camei “Due visioni di generazioni e regioni geografiche differenti ma molto vicini a Cuba, Carlos Garaicoa e Pascale Marthine Tayou, completano la narrazione lasciandoci nuove chiavi di lettura di un tema comune”.

¿soy Cuba? è un progetto che vuole raccontare i movimenti artistici contemporanei di una terra da sempre feconda di produzioni innovative:

“La parola identità evoca qualcosa di molto personale, non collettiva, l’identità è qualcosa che si alimenta ogni giorno e che quindi si arricchisce e si trasforma, diventando così il filtro attraverso il quale si osserva il mondo” così Alejandro Campins, che porterà i suoi quadri e le sue fotografie, in particolare la serie Letargo, uno studio ragionato ed emotivo dei bunker di diverse parti del mondo.

Le riflessioni sulle parole e sui frammenti di significato e i quadri di Elizabet Cerviño riempiranno lo spazio. La giovane artista porterà anche una performance realizzata in occasione della mostra, Palabra lesionada. “Quando faccio riferimento all’identità, mi riferisco all’aspetto nascosto, mistico, dell’essere umano, alla sua trascendenza spirituale e genetica, piuttosto che a qualche costruzione sociale della cultura che adottiamo come abitudine e che si ripete in diversi esseri umani” dice l’artista.

Susana Pilar, da sempre attenta alla tematica femminile, sarà presente con la serie in lightbox Lo que contaba la abuela e con Aplausos, opera sonora immersiva che circonderà il pubblico con una selezione di applausi a discorsi che hanno cambiato - nel bene e nel male - la storia del mondo: Martin Luther King, Fidel Castro e Che Guevara alle Nazioni Unite, Hugo Chavez a Cuba, George W. Bush il 20 settembre 2001, e la sua dichiarazione di guerra al terrorismo dopo l’attentato alle Torri Gemelle, Barak Obama per il suo secondo mandato nel 2012, il discorso di Putin sulla situazione in Crimea.

Leandro Feal racconterà il percorso identitario attraverso il suo profilo Instagram, dove da anni dà testimonianza di come stiano cambiando la vita notturna, gli incontri, i costumi della società cubana: la serie fotografica Hotel Roma. Feal parteciperà anche con la serie Almost Blue, ​foto realizzate in diverse città del mondo, anche cubane, dove la luce diventa uniforme: un evidente abbandono “dell'esotismo" ​della luce tropicale di Cuba che diventa sempre più blu. L’artista ha lavorato riflettendo su "la continua sostituzione dei confini culturali e di identità dove la violenza e il godimento della vita quotidiana costituiscono il sismografo dei nuovi archivi geopolitici”.

Luis Enrique López - Chàvez renderà spettacolare l’inaugurazione, portando anche la sua performance Otro Juego de Piscina - che sarà poi rappresentata in forma fotografica e filmata all’interno della mostra - : una gara di nuoto, convocata pubblicamente per la sera dell’inaugurazione, senza alcuna teatralità, come ricerca artistica sulle sfide formali che questa sperimentazione pone. Le mute indossate dai cinque concorrenti comporranno questa frase: "L'​arte​ è una proposta estetica che cambia il suo significato con il denaro". Frase che può nel corso della gara mutare di forma e accezione in base all'ordine di arrivo. E ancora saranno in mostra le dieci opere della serie Veleni, diversi tipi di pozioni prodotte da piante tossiche cubane, ognuna dedicata ad artisti viventi contemporanei che hanno influenzato enormemente López e la sua arte.

“Quando ci raggruppano nella definizione artisti cubani, ciò che avverto è un’emozione, ed è molto difficile spiegare le emozioni. È qualcosa che può soltanto essere espressa come quella necessità di vivere o di tornare sempre in quel luogo che ti definisce, che ti fa diventare chi sei”: Osvaldo González creerà relazioni spazio e oggetto con le sue opere di scotch, azioni semplici, relazioni con oggetti quotidiani che diventano spinte artistiche. L’artista genererà nello spazio di Palazzina dei Bagni Misteriosi un nuovo linguaggio molto particolare, in cui le strutture di scotch saranno in dialogo con la luce.​ Attraverso questo materiale industriale per eccellenza, l'artista sarà in grado di riprodurre momenti di realtà attraverso un lavoro meticoloso, aggiungendo e rimuovendo spazio nello spazio.

Reynier Leyva Novo rifletterà sull’identità politica e sui cambiamenti recenti con l’installazione El beso de Cristal, dove la lunga fila di bicchieri serigrafati con la successione cronologica dei Presidenti degli Stati Uniti incontrerà i bicchieri che rappresentano i Presidenti cubani. Le due file terminano con i Presidenti che hanno segnato la storia più recente: Raul Castro e Barak Obama. Con quest’opera l’artista anticipò di un anno questo evento. E ancora con Perfect doctrine della serie The Weight of Ideology: tutto l’inchiostro usato per stampare i titoli rossi del giornale del partito Granma, nei numeri pubblicati dalla nascita della figlia nel 2014 al 2015 (dal 23 gennaio 2014 al 23 gennaio 2015), appeso di fronte alla Red Stokke Chair (sedia amata in tutto il mondo, progettata per essere utilizzata per tutta la vita).

E infine Suelo Autoctono di José Yaque, che cementerà terra e libri italiani, autoctoni appunto, come una scoperta archeologica nel sottosuolo della Palazzina e che esporrà i dipinti della serie Minerals, dove la pittura si riferisce alla Terra, superficie all’origine di tutto. L’opera di Yaque riflette il suo pensiero: “molte persone passano la propria vita a cercare di definire una cosa, non so per quale motivo. L’identità è una cosa che hanno davanti ai propri occhi e in tutto il loro corpo, e spesso non se ne rendono conto”.