Silvia Giambrone – Lettera delle 8.17

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO STEFANIA MISCETTI
via delle Mantellate, 14 - 00165 , Roma, Italia
Date
Il
Vernissage
06/12/2016

ore 18,30

Artisti
Silvia Giambrone
Generi
performance - happening
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Lettera delle 8.17, di Silvia Giambrone e la pubblicazione Silvia Giambrone, dillo con i fiori a cura di Cristiana Perrella, in occasione del finissage della mostra dillo con i fiori.

Comunicato stampa

STUDIO STEFANIA MISCETTI è lieto di presentare la performance inedita
Lettera delle 8.17, di Silvia Giambrone e la pubblicazione Silvia Giambrone, dillo con i fiori a cura di Cristiana Perrella,
in occasione del finissage della mostra dillo con i fiori.
La perfomance è una evoluzione dell'opera video august 6th mon amour esposta in galleria
e prevede l'intervento di due performers, Silvia Giambrone e Davide Enia che interpreteranno un testo scritto dall'artista.

La mostra dillo con i fiori è composta dalla video installazione august 6th, mon amour (2015) e dall’opera inedita dillo con i fiori (2016).
La video installazione august 6th, mon amour – vincitrice nel 2016 del Premio Optima SmartUp – nasce dall'esperienza di un'intervista diretta
ad uomo e una donna sopravvissuti allo scoppio della bomba nucleare ad Hiroshima,
che l’artista ha incontrato durante un viaggio in Giappone nel 2013.
Per gli Hibakusha - i superstiti dell’olocausto nucleare - l’ordigno non ha mai smesso d’esplodere e, seppure sopravvissuti,
le loro vite sono rimaste ferme allo scoppio della bomba. I testimoni, infatti, sono stati costretti a celare di essere stati ad Hiroshima
durante e dopo il bombardamento per la paura di essere respinti dalla società che emarginava i potenziali soggetti radioattivi,
o a causa della costante minaccia di potersi ammalare e di mettere al mondo figli malati per le radiazioni a cui erano stati esposti.
Per questa ragione Silvia Giambrone ha scelto di lavorare sull’immagine dell’orologio ritrovato dopo l’esplosione
ed esposto ora al museo della pace di Hiroshima, che riporta l’orario esatto della deflagrazione e di intervenire spostandolo avanti di un minuto
e aggiungendo la lancetta dei secondi che oscilla avanti e indietro ininterrottamente, tra passato e futuro.
L’artista racconta un tempo e uno spazio, irrimediabilmente immobili, nei quali la vita degli hibakusha è rimasta intrappolata,
sottolineando come il momento più difficile delle loro esistenze non sia stato tanto quello dell'esplosione della bomba quanto il tempo successivo,
con la consapevolezza di essere sopravvissuti.
A dare il titolo alla mostra è l’opera inedita dillo con i fiori: margherite che mostrano come la radioattività legata all'incidente di Fukushima,
le abbia modificate. I fiori che abitualmente vengono associati all’esplosione vitale e al dono,
in questo caso narrano della veste che la natura ha preso per sopravvivere.
I fiori e l’orologio sono oggetti portatori dell’eredità dei fatti tragici che hanno vissuto e, mostrando la loro inevitabile mutazione,
enfatizzano la condizione di sopravvivenza a cui la natura e l’uomo sono stati costretti dall'irruzione della Storia nel corso della loro esistenza.

Silvia Giambrone, Agrigento (1981); vive e lavora a Roma. Lavora con video, installazione, scultura, performance, suono.
La sua ricerca è incentrata sulla soggettività e sulla relazione tra corpo, linguaggio e potere. Laureata all'Accademia di Belle Arti di Roma, è tra i fondatori di 26cc
di Roma. Negli ultimi quattro anni partecipa a numerose residenze in Europa e Stati Uniti e viene invitata a diverse conferenze su temi femministi.
Alcune tra le sue mostre più significative includono: Pandora's Boxes, CCCB Museum, Madrid (2009); Eurasia, Mart, Rovereto (2009); Moscow Biennale:
Qui vive?(2010); Flyers, Oncena Biennal de la Havana (2012); Re- Generation, Museo Macro, Roma (2012); Mediterranea 16 (2013); Kaunas Bienale Unitext (2013); Let it go, American Academy in Rome (2013); Let it go, Museo Riso (2014); Silvia Giambrone: Critica in arte, MAR Museum, Ravenna (2014);
Silvia Giambrone: Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo, MAG Museum, Riva del Garda (2014); Residenza all'ISCP di New York (2015);
Silvia Giambrone: A terrible love of war, Kaunas Bienale, Lituania (2015); The Body as Language: Women and Performance, Richard Saltoun Gallery, London (2015); ‘Suite Rivolta’, Carla Lonzi’s feminism and the art of revolt, Museu de Electricidade, Doclisboa’s Passages, Lisboa (2015); Every passion borders on the chaotic, Museo Villa Croce, Genova (2016); W Women in Italian Design, Triennale Design Museum, Milano (2016); Archeologia domestica Vol. I, Istituto italiano di cultura, Colonia (2016).

Premi: 2016 Optima SmartUp, Primo premio; 2014 Collectors for Celeste Prize, Primo Premio; 2014 Premio Francesco Fabbri, Menzione Speciale BIM; 2013 Kaunas Biennale, Primo Premio; 2009 Premio Epson, Primo Premio.