Roberto Falchi – Lampade marine

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO DEPOSITO
Via Lanusei 1, Cagliari, Italia
Date
Dal al

La mostra sarà visitabile dal Giovedì al Sabato dalle 19 alle 21 e negli altri giorni su appuntamento.

Vernissage
11/07/2017

ore 19

Artisti
Roberto Falchi
Curatori
Roberta Vanali, Anna Oggiano
Generi
arte contemporanea, personale
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Costituita da oltre 200 opere di piccole e medie dimensioni realizzate con tecniche calcografiche e acquerello, La mostra prende spunto dalla poesia omonima di Gabriele D’Annunzio.

Comunicato stampa

Martedì 11 luglio, alle ore 19, nei locali di Studio Deposito a Cagliari, sarà inaugurata la mostra personale di Roberto Falchi "Lampade marine", a cura di Roberta Vanali e Anna Oggiano, costituita da oltre 200 opere di piccole e medie dimensioni realizzate con tecniche calcografiche e acquerello. La mostra, che si concluderà il 30 luglio, prende spunto dalla poesia omonima di Gabriele D'Annunzio. La mostra sarà visitabile dal Giovedì al Sabato dalle 19 alle 21 e negli altri giorni su appuntamento.
Trasparenti come il cristallo, luccicanti come gioielli. Tanto fragili quanto resistenti, tanto affascinanti quanto pericolose, hanno la capacità di muoversi lasciandosi trasportare dalla corrente. Iridescenti ed evanescenti, le meduse sono creature antichissime che hanno ispirato letteratura, cinema e mitologia. L’eleganza, i movimenti lenti e sinuosi, il fluttuare dei filamenti luminescenti e sorprendenti, ma soprattutto la capacità di alcune specie di ricominciare un nuovo ciclo vitale andando a ritroso, ne fanno una delle creature più enigmatiche a tal punto d’aver ispirato il nome di una misteriosa formazione geologica su Marte: le Medusae Fossae. E’ forse anche per tutti questi motivi che Roberto Falchi le prende in esame come pretesto per sviluppare l’ultima sua fatica artistica - in continuità con l’intervento precedente Radici - fondata sulle tecniche calcografiche.
Muove dalla poesia di Gabriele D’Annunzio Lampade Marine per dare luogo all’intervento site specific costituito da oltre duecento pezzi di piccole e medie dimensioni che, come tentacoli, aggrediscono le pareti dello spazio. In una fusione ideale tra figurazione e astrazione, tra valore cromatico e valore gestuale l’artista concepisce una nuova serie congeniale ad esplorare mondi sommersi. “Sono dell'idea che l'artista si deve nutrire di equilibrio attraverso la lettura, un artista solitario è capace di scavare nell'interiorità umana e nel mistero dell'ignoto.”
Gli strumenti utilizzati da Roberto Falchi sono artigianali. Materiali poveri come chiodi e spazzole d’acciaio sono adeguati a restituire intricati filamenti che s’intersecano, si sovrappongono e scandiscono le superfici con una grande capacità tecnica nonché cromatica. Mentre i piccoli acquerelli consentono di far emergere le forme ottenute con la stesura del colore per velature. Miniature che, poste in sequenza a ricoprire grandi superfici, rimandano ad una successione ritmica della rappresentazione. L’artista ordisce cromatismi sensibili a mutevoli trasparenze mettendo in luce inattese zone di dissolvenza. Pause necessarie a dare luogo ad improvvise deflagrazioni del colore che emulano la natura di queste antichissime creature marine. Lampade marine che illuminano gli abissi come l’arte illumina la nostra anima. (Roberta Vanali)

Le meduse hanno il potere di ricondurci all'estate, calda, dal cielo terso, il mare blu.
Appaiono, solitarie e regali, eteree, enormi, sospese nel nulla azzurro.
Oppure in gruppetto come una famiglia regale in esilio, spostate di qua e di là senza apparente volontà, lasciando che le cose accadano.
Catturano e rimandano i colori dell'arcobaleno e, con luminosità opalina, all'improvviso si palesano nel niente assoluto; i lunghi tentacoli protesi come ad assecondare - ma è l'unica concessione che fanno- una legge del mondo che le accoglie: la gravità.
Simulano radici, nervose e copiose, ma sanno che è un inganno e lo svelano subito: vedi come ci muoviamo? Noi non siamo ancorate a legami o doveri con nessuno.
E intanto noi continuiamo a chiederci il senso dell'insostenibile leggerezza dell'essere. (Anna Oggiano)