Robert Indiana

Informazioni Evento

Luogo
PINACOTECA CASA RUSCA
Piazza Sant'antonio , Locarno, Switzerland
Date
Dal al

Martedì - Domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00
Lunedì chiuso

Vernissage
08/04/2017

ore 17

Biglietti

Intero CHF 12.- Ridotto AVS/AI e gruppi (minimo 10 persone) CHF 10.- Studenti dai 16 anni e gruppi AVS/AI CHF 6.- Ingresso gratuito per le scuole e per gli studenti fino ai 16 anni

Artisti
Robert Indiana
Curatori
Rudy Chiappini
Generi
arte contemporanea, personale
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Riconosciuto a livello internazionale per le sue opere, il celebre artista statunitense Robert Indiana sarà il protagonista, questa primavera, di una grande mostra alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno

Comunicato stampa

Riconosciuto a livello internazionale per le sue opere, il celebre artista statunitense Robert Indiana sarà il protagonista, questa primavera (dal 9 aprile al 13 agosto 2017), di una grande mostra alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno.

L’esposizione fa seguito alle ampie retrospettive promosse al MoMA, al Whitney Museum di New York e in altri grandi musei americani ed europei, ultimo dei quali in ordine di tempo, il Museo di Stato russo di San Pietroburgo, dove una sua mostra è stata organizzata la scorsa estate. Numerose tra le più significative opere di Indiana di quest’ultima rassegna saranno presentate, unitamente ad altri dipinti e sculture raramente esposti, a Locarno.

La straordinaria fama di Indiana è indubbiamente legata alla sua scultura “LOVE”, icona inconfondibile della Pop Art, che si può ammirare in importanti luoghi pubblici di tutto il mondo, dalla Sixth Avenue a New York ai giardini del Museum of Art a New Orleans, fino alla piazza principale di Taipei.

La mostra di Locarno, nell’ambito della quale il pubblico potrà ammirare le principali opere pittoriche e scultoree dell’artista americano, è frutto di una proficua collaborazione con la Galerie Gmurzynska di Zurigo e si configura come la prima personale di Indiana in un museo svizzero.

“Ci sono più segni che alberi in America. Ci sono più segni che foglie. Per questo penso a me stesso come a un pittore del paesaggio americano”. Così dichiarava Robert Indiana in un’intervista al New York Times. L’artista, nato a New Castle nel 1928 come Robert Clark (il nome d’arte deriva dal suo stato di origine), è riconosciuto come una delle voci leader della Pop Art, insieme a Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Tom Wesselmann e James Rosenquist.
Indiana, tuttavia, si distingue dai colleghi per la peculiarità della sua arte, con riferimenti alle proprie radici culturali e pittoriche e in cui fonde idea, parola e immagine in forme da lui stesso definite “verbali-visuali”. Il suo pensiero artistico è al tempo stesso visivo e verbale: consapevole del fatto che il linguaggio gioca un ruolo nel processo del pensiero e questo include la sua identificazione con qualcosa di visivo, nelle sue opere l’artista fa emergere le immagini dalle parole e, viceversa, le parole dalle immagini.

Robert Indiana utilizza segni che sono diffusi e universalmente noti, con l’intento di proporre un’arte immediata e d’impatto, che possa essere alla portata di tutti, mescolata però con un profondo significato esistenziale. Ogni opera è infatti pervasa da una vasta gamma di riferimenti autobiografici, culturali, storici. Si può pertanto affermare che nella sua arte s’incontrano una grande semplificazione formale e un’elevata complessità intellettuale.

La mostra a Casa Rusca indaga, attraverso circa sessanta opere, la produzione dell’artista a partire dalla fine degli anni ’50, quando si trasferisce nella Grande Mela in un loft nella zona portuale di Coenties Slip, dove l’incontro con i citati rappresentanti del movimento minimalista lo porta a una svolta stilistica, raccogliendo tutto il fascino di una pittura dalla vena geometrica, pulita, “hard-edge”.
Accanto ai primi dipinti di natura astratta, il percorso espositivo presenta gli assemblaggi denominati “herms” realizzati con del materiale usurato (alberi di navi, assi di legno, metallo e ruote arrugginite), le colonne percorse da brevi iscrizioni, le sculture (la famosissima “LOVE”), fino alle recenti creazioni in cui i temi della sua ricerca sono tradotti in ideogrammi.

In passato in parte incompreso e ingiustamente dimenticato dalla critica, negli ultimi anni Indiana, con la sua complessità concettuale dell’arte, è stato al centro dell’attenzione di critici e storici dell’arte. Oggi gli si riconosce la capacità di avere esplorato i grandi temi dell’esistenza attraverso gli occhi della memoria, di avere espresso la propria comprensione personale delle aspirazioni e dei fallimenti associati al “sogno americano” e di essere stato un precursore nell’uso dei segni e del linguaggio ampiamente adoperato dagli artisti contemporanei.