Piotr Hanzelewicz – Laborioso Laborioso Laborioso

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO BLUMENSTHIL - ISTITUTO POLACCO DI CULTURA
Via Vittoria Colonna 1, Roma, Italia
Date
Dal al

lunedì – giovedì, ore 10 – 17 e su appuntamento

Vernissage
24/04/2013

ore 19

Artisti
Piotr Hanzelewicz
Curatori
Franco Speroni
Generi
arte contemporanea, personale
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A partire da queste considerazioni sul presente, Piotr Hanzelewicz, artista nato a Lodz, in Polonia, nel 1978, che dal 1983 vive fra Roma e L’Abruzzo, ha costruito una mostra basata su un percorso espositivo che si snoda lungo gli spazi dell’Istituto Polacco di Roma.

Comunicato stampa

Stiamo vivendo il momento storico sicuramente più critico della vita dell’Euro e di conseguenza dell’idea stessa di Europa. La moneta che doveva aprire la via a un grande progetto politico di ampio respiro, nato come risposta ai disastri della seconda guerra mondiale, oggi sembra essere la principale imputata del tradimento di quel sogno, facendo prevalere la sua natura di misuratore di un ordine economico astratto, rispetto alle esigenze di un tessuto sociale concreto con i suoi bisogni e i suoi desideri.
A partire da queste considerazioni sul presente, Piotr Hanzelewicz, artista nato a Lodz, in Polonia, nel 1978, che dal 1983 vive fra Roma e L'Abruzzo, ha costruito una mostra basata su un percorso espositivo che si snoda lungo gli spazi dell’Istituto Polacco di Roma. L’artista allarga l’attenzione a temi più ampi, come il rapporto tra denaro, in quanto equivalente generale, e desiderio; tra valori astratti e vita concreta; tra realtà e sue rappresentazioni, tra le quali, il denaro, ma anche l’arte, hanno svolto e svolgono un ruolo determinante. Su questi binomi, Hanzelewicz allestisce per il visitatore della mostra un percorso euristico che non vuole dare soluzioni predeterminate ma consentire l’esperienza progressiva di situazioni differenti che aprono a esiti possibili. Si susseguono, così, installazioni e interventi site specific che rendono la mostra stessa un equivalente visuale liberamente ispirato sia al racconto di fantascienza del 1963 dello scrittore statunitense Kurt Vonnegut, Ghiaccio-nove, dal quale prende il titolo Laborioso, laborioso, laborioso (traduzione dell'originale 'busy, busy, busy'), sia a un testo del noto sociologo, saggista e scrittore Alberto Abruzzese sul tema delle mille lire ricoperte di scritte, intitolato Mille lire a sguardo.
Così, dal catalogo, citando il testo di Alberto Abruzzese “Quintessenze del denaro”:
“L’euro e la sua criticità. L’euro come regressione verso la terra. Rispetto al modo storico prevalente nel nominare il denaro da parte di ciascuna nazione e lingua, l’euro esibisce un sovrappiù di utopia prendendo il nome dell’unità europea. Le astrazioni geopolitiche del dollaro o della lira o della sterlina appartengono ai nomi delle “misure” o dei mediatori di commercio con cui il mercato funziona, rende possibile lo scambio, il valore. L’euro chiama se stesso Europa: una astrazione rovesciata. Non più verso il cielo ma verso il territorio fisico. La dichiarazione di una sconfitta della modernità, del suo tempo, in nome di una rinascita politica dello spazio. Una crepa nella globalizzazione.
La moneta cartacea sta per finire. Forse solo i poveri, i derelitti della terra, continueranno a vivere la loro vita di infimo ordine maneggiando i resti avariati di spiccioli di carta già destinati al macero. Fuori corso. E solo numeri e codici segreti per i ricchi. La società che vive, che può vivere, vivrà di scambi digitali, senza più nessun oggetto intermediario. Sino a quando sarà il corpo, la sua carne, ad essere una scheda elettronica in cui s’annoda ogni connessione del mondo. Ecco perché la mostra di Hanzelewicz potrà essere ricordata come uno degli ultimi monumenti del capitalismo classico nel suo transito dalla dimensione ancora rozza dei flussi finanziari – in cui ora la società civile e incivile si sta liquefacendo – all’avvento della sua riproduzione tecnologica come ultima e per ciò stesso terribile bolla di sopravvivenza del potere moderno sulla esistenza umana che va morendo là dove è nata.

I testi in catalogo di Alberto Abruzzese e di Franco Speroni, insieme a un dialogo tra l’artista e Michela Becchis sulle opere e sul concetto generale della mostra.

Durante la mostra l’artista effettuerà visite guidate per appuntamento.

Nel corso della serata si terrà il concerto di Andrzej Hanzelewicz (violino) e Piotr Lachert (pianoforte). I due musicisti polacchi si incontrano tornando dopo più di dieci anni a collaborare su un progetto, confrontandosi sui temi della mostra in un dialogo di improvvisazioni. Da un lato un violino di matrice bachiana, aperto a suggestioni novecentesche ed incursioni moderne, dall’altro, il pianoforte di uno dei fondatori della new consonant music. Lachert e Hanzelewicz interagiscono con le immagini prodotte dal vivo da Carlo Nannicola (vjing) che proietterà video creati in tempo reale con l’ausilio della rete. Quindi una sinestesia audiovisiva dove in un circolo virtuoso i musicisti si accordano alle immagini che a loro volta seguono le atmosfere sonore.