Ode alla pittura

Informazioni Evento

Luogo
PINACOTECA COMUNALE - PALAZZO SARCINELLI
via XX Settembre, 132 , Conegliano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
02/12/2016

ore 11.30 su invito

Editori
LINEA D\'OMBRA LIBRI
Artisti
Piero Guccione, Zoran Music, Giuseppe Zigaina
Curatori
Marco Goldin
Uffici stampa
STUDIO ESSECI
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Marco Goldin presenta la Collezione di Palazzo Sarcinelli da Music a Zigaina a Guccione.

Comunicato stampa

Per 15 anni, meglio per 15 ampie stagioni espositive, Marco Goldin è stato direttore di Palazzo Sarcinelli, a Conegliano. Si era negli anni tra il 1988 e il 2002, anni in cui il Palazzo coneglianese si conquistò il ruolo di sede di riferimento per la pittura del secondo Novecento in Italia.
75 le mostre programmate al Sarcinelli sotto la direzione, e con la curatela scientifica, di Marco Goldin.
In quei 15 anni, dalle sale del Palazzo sono passati tutti i grandi artisti italiani del XX secolo, oltre ad alcuni grandissimi stranieri come Claude Monet del quale vennero esposte due “Ninfee” nel 1997, Paul Klee, Max Ernst, Graham Sutherland. Il sottotitolo della mostra ne ricorda solo tre: Music, Zigaina e Guccione.
Ma accanto a loro, a intessere quella che giustamente viene ricordata come una lunga esperienza di “Ode alla pittura”, andrebbero citati, tra i tanti, Morandi, De Chirico, Sironi, Carrà, De Pisis, Gino Rossi, Mafai, Pirandello, Scipione solo per dire di alcuni tra i grandi della prima parte del Novecento. E poi, artisti della seconda parte del secolo, con vaste esposizioni monografiche da Pizzinato a Morlotti, da Guccione a Ruggeri, da Zigaina a Ferroni, da Olivieri a Verna, da Guarienti a Sarnari, da Clerici a Strazza, da Bendini a Schifano, da Raciti a Savinio solo per ricordarne alcuni tra le decine.
“L’esperienza che Conegliano, il Veneto, l’Italia hanno vissuto negli anni di direzione di Goldin – ricorda il Sindaco Floriano Zambon – è stata unica nel nostro Paese. Con mostre di successo. Ma soprattutto con la creazione, dentro e intorno a Palazzo Sarcinelli, di un sorta di laboratorio, di cenacolo esteso, dove artisti, critici, appassionati si sentivano “di casa e a casa”, dove si veniva da ogni parte d’Italia per confrontarsi intorno all’attualità della pittura, in tempi che vedevano questa espressione artistica messa, se non al bando, per lo meno considerata come superata. Le mostre di Goldin al Sarcinelli, al contrario, ne evidenziavano la forza e la vitalità”.
“Impressionante la serie di cataloghi delle esposizioni di quegli anni. Volumi sempre curatissimi, importanti. E notevolissima l’eredità che quelle mostre hanno lasciato: culturale innanzitutto, ma anche materiale. Mi riferisco – continua il Sindaco – alle quasi duecento opere che, grazie allo stimolo di Marco, gli artisti che hanno esposto al Sarcinelli hanno voluto donare alla sede che li aveva ospitati. Un patrimonio anche economico davvero notevole, ma ancora più rilevante in quanto testimonianza di una stagione unica nella storia recente della nostra città e non solo”.
A raccontare quella mitica stagione sarà un libro/catalogo di quasi 300 pagine, curato dallo stesso Goldin ed edito da Linea d’ombra, che così aggiunge questo prezioso tassello ai festeggiamenti per il suo ventennale. In esso, un nuovo saggio del curatore, affiancato dalla riedizione di due suoi passati interventi riepilogativi sugli “anni del Sarcinelli”. Poi le testimonianze di artisti, critici, sponsor – il Gruppo Euromobil e gli sponsor raccolti attorno a Enzo Cainero innanzitutto– che hanno affiancato Comune e Goldin nella meravigliosa avventura coneglianese. Infine le immagini delle 107 opere scelte per questa grande mostra rievocativa.
Una rievocazione che il Sindaco e l’ex direttore hanno voluto potesse diventare un momento di festa. Da celebrare nel Teatro Accademia di Conegliano dove, il 2 dicembre alle ore 17,30, sono invitati tutti i protagonisti di quella lunga stagione. A rievocarla, con alcuni dei testimoni e con il Sindaco, sarà Goldin con una lectio su “Palazzo Sarcinelli e la pittura italiana del secondo Novecento”, a ricordare una cronaca che nel frattempo è diventata Storia, brano affatto secondario della cultura italiana a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio.