Move the Museum!

Informazioni Evento

Luogo
VILLA FARINACCI
Viale Rousseau 90, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
22/09/2018
Contatti
Sito web: http://www.zipart.it
Generi
performance - happening, new media, festival
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Festival di arti visive, performative e multimediali dedicato a curatori, artisti e performer under 35.

Comunicato stampa

Costruita negli anni Quaranta, con la sua torre in mattoni, i pavimenti di marmo, i portici minimali e i suoi 1000 metri quadri di spazi e 4500 di giardino, Villa Farinacci è uno degli ultimi esempi di ville razionaliste romane. Immersa negli spazi verdi di Parco Petroselli e chiusa per oltre 20 anni, torna a rivivere grazie a MOVE THE MUSEUM! When Water Touches the Ground il Festival di arti visive, performative e multimediali dedicato ad artisti e curatori under 35, dal 22 al 30 settembre 2018.

Il progetto del Festival, presentato dal MAXXI insieme all’Associazione Culturale Roerso Mondo e ZIP_Zone d’Intersezione Positiva ha vinto il bando S’Illumina promosso da SIAE, e ha l’obiettivo di dare visibilità e attivare la creatività territoriale, mettendo in relazione le diverse realtà che convivono nel quartiere, diventando un laboratorio di co-progettazione culturale del Municipio IV che ha attivamente sostenuto il progetto.

“Il Municipio Roma IV ha lavorato incessantemente per restituire un bene tanto prezioso alla cittadinanza che potrà finalmente vedere realizzato un sogno – dice Roberta Della Casa Presidente del IV Municipio. - Con grande orgoglio si da il via alle attività culturali all'interno della Villa, iniziando da questo originale festival dalle qualità artistiche elevate, che vedrà coinvolte anche molte realtà locali che ringraziamo per la collaborazione. È un successo di tutti coloro che hanno creduto nell'intento di poter riacquisire un bene della collettività.”

Performance artistiche, musica, laboratori, lecture: un ricco calendario di appuntamenti animerà Villa Farinacci a partire dalla grande inaugurazione di sabato 22 settembre alle ore 18.00, naturalmente aperta a tutta la cittadinanza.

“Farsi promotori di progetti come MOVE THE MUSEUM è per il MAXXI motivo di particolare orgoglio – dice Pietro Barrera Segretario Generale Fondazione MAXXI. - Tra i capisaldi della mission della Fondazione c’è infatti il sostegno e la promozione della giovane creatività italiana, e questa è una occasione particolarmente speciale per dare la possibilità a curatori, artisti e performer under 35 di esprimersi: restituire uno spazio storico alla città attraverso la cultura, è la dimostrazione di come questa possa essere il motore di nuovi circuiti virtuosi.”

Nucleo centrale del Festival è il progetto artistico Spettri a cura di Giulia Gelmini, giovane vincitrice del concorso di idee dedicato a curatori under 35 lanciato dal MAXXI lo scorso luglio, con l’obiettivo di selezionare un intervento espositivo inedito da affidare a artisti o collettivi, anch’essi under 35, residenti in Italia. Spettri presenta i lavori di Enrico Boccioletti, Andrea Magnani e del collettivo DITTO, pensati appositamente per gli spazi della villa: un gioco di ruolo, una antenna che traduce segnali radio in immagini, azioni di un gruppo di attori fantasma, tutte opere che giocano con l’immaterialità, il vuoto e la memoria, permettendo così alla storia della villa di rivivere attraverso l’attivazione dei suoi spazi.

“MOVE THE MUSEUM si è rivelato un esperimento estremamente interessante, che ci ha messo in contatto con una generazione di artisti e curatori preparati e motivati – dice Bartolomeo Pietromarchi Direttore MAXXI Arte. Operazioni come queste ci consentono di mettere in contatto l’istituzione con nuove correnti di ricerca e di approccio espositivo, capaci di indicare la direzione in cui si muove la produzione artistica italiana. Mettere a disposizione della comunità il bagaglio di esperienze e di professionalità del MAXXI è un modo sicuramente fertile per sviluppare nuove collaborazioni e nuovi modi di “fare” un museo di arte contemporanea oggi.”

Il lavoro di Enrico Boccioletti (Pesaro, 1984) Variazione: Intraducibile, è una breve opera drammatica per attori fantasma. Questi personaggi senza corpo incarnano simbolicamente quattro istinti dell’uomo e conducono un dialogo sulla morte, l’amore, la paura e il dolore. Voci fuori campo e sonorizzazioni, compongono un ambiente disorientante che si irradia nella sala senza riempirla. L’origine del lavoro è rintracciabile in un fraseggio generato da uno “scherzo di traduzione”: I would rather be a ghost story than a history of ghosts, in cui la mancata differenziazione tra story e history (entrambe tradotte come storia), produce una tautologica impasse priva di senso: vorrei più essere una storia di fantasmi che una storia di fantasmi.

Con Perhaps Empire, Andrea Magnani (Faenza 1983) mette in scena un gioco di ruolo in cui, invece di personaggi prestabiliti, un gruppo di giovani ragazze partecipa vestendo i propri panni e agendo secondo la propria personalità. Un esercizio di immaginazione che stimola ogni partecipante a una sorta di autoanalisi delle proprie caratteristiche e che ha come scenario il contesto storico della villa. Il gioco che va in scena all’interno di un ambiente composto da due grandi sculture in legno, disegni e altri oggetti, conduce i visitatori in un viaggio personale tra fantasia, fiction e realtà.

Con l’opera Eclissi il collettivo DITTO (Milano, 2017) trasforma alcune fotografie storiche di Villa Farinacci, in sequenze sonore. Attraverso il sistema della Slow Scan Television, la televisione a scansione lenta, i colori delle immagini vengono smaterializzati e fatti corrispondere a frequenze audio. Tramite un microprocessore che converte l’audio in immagini, esse appaiono poi su di uno schermo. Una narrazione criptata, un modo diverso di raccontare la storia e la memoria del luogo, enfatizzandola attraverso la complessità del processo.

Ponendosi come obiettivo il coinvolgimento del pubblico e la valorizzazione del luogo, Spettri si sviluppa attorno al tema dello storytelling, strumento utilizzato dai tre artisti con modalità diverse, per abitare metaforicamente le stanze vuote dell’edificio, la cui storia diventa lo scenario di una pièce teatrale in tre parti.

Accanto alle opere degli artisti, il programma del Festival è arricchito dalle performance del giovane violinista Michele Moi, e dalle lecture di tre scrittori under 35 Tommaso Giagni, Elvis Malaj e Flavia Piccinni, un modo diverso di raccogliere e raccontare storie e sonorità del quartiere circostante.

Accanto agli artisti, i laboratori promossi dalle Associazioni, con i ragazzi del Liceo Artistico Statale “Enzo Rossi” e gli ospiti dei tre grandi Centri di accoglienza presenti nel quartiere, arricchiscono ulteriormente il programma che diventa così una iniziativa inclusiva e interculturale capace di coinvolgere l’intero tessuto sociale del Municipio IV.