Molta gente lo può fare

  • MIKIKU

Informazioni Evento

Luogo
MIKIKU
Via Cossa 7, Pavia, Italia
Date
Dal al

lun: 15.30 - 19.30 | da mart. a sab 9.30 - 13.00 / 15.30 - 19.30

Vernissage
04/02/2012

ore 18.30

Artisti
Molta gente
Generi
arte contemporanea, personale
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In un non celato omaggio a pop art e fluxus, a esperimenti neo-dada, appropriazionismo e concettualismo epigrafico, Molta gente, permeabile a differenti sollecitazioni artistiche, realizza opere che sono il frutto di molteplici contaminazioni: dall’alternative art di Jenny Holzer – che al linguaggio riconosce questo potere “it communicated in a way that painting could not” – ai joke paintings di Richard Prince, dall’ossessione per la dimensione del tempo di On Kawara, all’arte “segnica” di Claude Closky, per ricordarne solo alcune.

Comunicato stampa

“Molta gente lo può fare”. La contraffazione di una delle massime più note di Ben Vautier - “Tutti lo possono fare” - in riferimento al gesto artistico, è d'obbligo in questa occasione.
Un'occasione speciale per “far grattare la testa”, per citare le parole di uno dei tanti artisti all'origine di questi lavori, Ed Ruscha.
Molta gente - pseudonimo della mente creativa che sta dietro all'operazione singolare, simbolica, tra fake e authentic, tra iper-realtà e realismo, presentata da Mikiku - è tutti e nessuno, è contenitore di identità, collettore di pensieri, cordless umano, shaker di idee.
In un non celato omaggio a pop art e fluxus, a esperimenti neo-dada, appropriazionismo e concettualismo epigrafico, Molta gente, permeabile a differenti sollecitazioni artistiche, realizza opere che sono il frutto di molteplici contaminazioni: dall'alternative art di Jenny Holzer - che al linguaggio riconosce questo potere “it communicated in a way that painting could not” - ai joke paintings di Richard Prince, dall'ossessione per la dimensione del tempo di On Kawara, all'arte “segnica” di Claude Closky, per ricordarne solo alcune.
Il risultato è rappresentato da quadri netti, acrilici su tela monocromi, su cui campeggia una frase semplice, ordinaria che comunica il bene della banalità, la neutralità del quotidiano, l'ovvietà.
Ma dietro frasi come “Un bambino aspetta da dieci minuti”, si coglie un'interessante ricerca personale, che spazia tra comunicazione, sociologia e arte.
Feelings-hunter, affamata cacciatrice di emozioni, Molta gente raccoglie i frame del quotidiano - quei momenti concreti ma fuggevoli che solo le parole riescono a fissare - e ne esalta il potere visuale attraverso il lettering, utilizzando aforismi e sentenze che oscillano tra ironia e definitività. Chiede poi al pubblico di sovrapporsi alla sua persona, di dare una nuova lettura alle lettere, di divenire creatore di nuovo senso e di farlo attraverso la memoria personale, il proprio vissuto, la miriade di link emotivi che espressioni come queste sono in grado di aprire.
New painting of common feelings potrebbe chiamarsi allora questa mostra, per fare il verso alla New painting of common objects, la nota esposizione della Pop Art, tenutasi a Pasadena nel 1962.
Da questa performance ontologica, da questo dialogo con il sentire, si genera - nella partecipazione collettiva - un'architettura emozionale, una sorta di contenitore casuale di ricordi.
La rappresentazione di questa architettura del sentire è evocata in mostra da un'installazione di video mapping. Ambiente senza centro, senza fondamenta e senza muri, la proiezione realizzata da Mikiku - attraverso disarticolazioni, rallentamenti di tempo, pause, scambi di senso apparente nel melting di parole che vanno a comporre nuove frasi e nuove immagini emotive - vuole indurre il visitatore a percepirsi intensamente, chiedendogli di sincronizzarsi con l'esperienza e di costruire così il suo tuning. (Lorenza Tonani)