Matchless gifts

Informazioni Evento

Luogo
THE BHAKTI CENTER
25, 1st Avenue , New York, United States
Date
Dal al
Vernissage
13/09/2016

ore 18

Contatti
Sito web: http://www.bibliothe.blogspot.it
Curatori
Francesco Gallo Mazzeo
Generi
arte contemporanea, serata - evento, collettiva
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In occasione del 50° anniversario dell’International Society for Krishna Consciousness o Krishna Consciousness Movement – New York 1966-2016 – Bhagavat Atheneum / Bibliothè Contemporary Art in collaborazione con Associazione Culture del Mondo è lieta di presentare presso The Bhakti Center di New York la mostra collettiva: MATCHLESS GIFTS. A group exhibition of work by artists related to the Krishna Consciousness Movement from its earliest days to the present.

Comunicato stampa

Bhagavat Atheneum/Bibliothè Contemporary Art
presenta
MATCHLESS GIFTS (INESTIMABILI DONI)
A group exhibition of work by artists related to the Krishna Consciousness Movement
from its earliest days to the present

a cura di Francesco Gallo Mazzeo
da un idea di Enzo Barchi

The Bhakti Center New York

13-18 settembre 2016
inaugurazione martedì 13 settembre ore 18
cocktail ayurvedico

In occasione del 50° anniversario dell'International Society for Krishna Consciousness o Krishna Consciousness Movement - New York 1966-2016 – Bhagavat Atheneum / Bibliothè Contemporary Art in collaborazione con Associazione Culture del Mondo è lieta di presentare presso The Bhakti Center di New York la mostra collettiva: MATCHLESS GIFTS. A group exhibition of work by artists related to the Krishna Consciousness Movement from its earliest days to the present.
Per la prima volta vengono esposte le opere di artisti che, fin dai suoi esordi, hanno partecipato al Movimento per la Coscienza di Krishna insieme a quelle di altri autori internazionali che hanno interpretato in una chiave personale il messaggio di Bhaktivedanta Swami Prabhupada (Calcutta 1896 - Vrindavana 1977) e della Bhagavad Gita:
Enzo Barchi (Ekadasinath), Miriam Briks (Dhriti) & Kevin Yee (Ramdas), Marek Buchwold (Baradraj), Claudio Bianchi, Aurelio Bulzatti, Tommaso Cascella, Bruno Ceccobelli, Harvey Cohen (Haridas), Anna Maria Colucci (Samagra), Teresa Coratella, Satsvarupa Dasa Goswami, Baldo Diodato, Bruna Esposito, Govinda Dasi, Uemon Ikeda, Jadurani, Mark Kostabi, Patrizio Landolfi (Pandu Putra), Massimo Livadiotti, Ria Lussi, Andrea Orlo (Acarya Prema), Tito Marci, Muralidhara, Pariksit, Alberto Parres, Jacelyn Parry, Paola Princivalli Conti, Salvatore Pupillo, Puskara, Jack Sal, Andrea Tagliaventi, Tarshito, Giampaolo Tomassetti (Jnananjana).

Nella divulgazione dei valori proposti dal Movimento, si contemplano il Bhakti yoga come relazione con il divino attraverso l’amore e la devozione, il vegetarianismo e l’ayurveda. In particolare l’arte visiva e la musica, hanno prestato un ruolo importante nell’ispirare i giovani americani ad offrire la loro energia al movimento attraverso il loro impulso creativo. Fu lo stesso Prabhupada, negli anni Sessanta, a stimolare la creazione di ciò che poi sarà chiamato affettuosamente dai primi artisti lo Swamiji’s art studio nell’East Village, a New York. Nel Parco di Tompkins Square, il 9 ottobre 1966, egli con un gruppo di primi seguaci, sedette sotto l’olmo americano (conosciuto come Hare Krishna Tree) e tenne la sua prima sessione di canto fuori dall’India, tra danze ritmate da strumenti a percussione, recitando il Mahamantra: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.

Ai primi vent’anni del Movimento risalgono le opere di autori come Harvey W. Cohen (Haridas) con la grafica del Mantra-Rock Dance (1966), Govinda Dasi che disegnò la copertina dell’edizione della Bhagavad Gita del 1968 e Baradvaja & Jadurani Dasi con la copertina per l’edizione del 1972. Nello studio di New York prima, poi Boston e successivamente Los Angeles le opere che avrebbero illustrato i libri di Srila Prabhupada erano realizzate con le tecniche delle antiche botteghe d’arte d’Europa, interpretando l'iconologia classica Vedica in chiave moderna. Con l’acquisizione, nel 1979, di Villa Vrindavana una villa Medicea alle porte di Firenze, aIcuni tra i primi artisti americani tra cui Ram das Abhiram con Dhriti dasi e Pariksit, sono invitati a formare una scuola europea ed è lì che danno vita insieme a Jnananjana (Giampaolo Tomasetti) ed Acarya Prema ad una rinnovata produzione successivamente definita Neovedico. Dal 2015 Villa Vrindavana è anche la sede italiana del MOSA - Museum of Sacred Art ed un’oasi spirituale volta alla divulgazione dei Testi Sacri sia attraverso l’arte pittorica che al popolare network Radio Krishna Centrale (RKC), di cui fin dai primi anni Novanta tra i principali animatori ci furono i musicisti e compositori Claudio Rocchi (Krishna Caitanya) e Paolo Tofani (Krsna Prema).

La seconda sezione del percorso espositivo è dedicata a quegli artisti che, interagiscono con la filosofia della coscienza di Krishna attraverso un approccio culturale: Enzo Barchi, Claudio Bianchi, Aurelio Bulzatti, Tommaso Cascella, Bruno Ceccobelli, Anna Maria Colucci (Samagra), Teresa Coratella, Satsvarupa Dasa Goswami, Baldo Diodato, Bruna Esposito, Uemon Ikeda, Mark Kostabi, Patrizio Landolfi (Pandu Putra), Massimo Livadiotti, Ria Lussi, Tito Marci, Alberto Parres, Jacelyn Parry, Paola Princivalli Conti, Salvatore Pupillo, Jack Sal, Andrea Tagliaventi, Tarshito.

In mostra saranno esposti memorabilia di Alan e Carol Kallman, George Harrison, John Lennon e Yoko Ono che, insieme ai film di Giorgio e Jonas Mekas e un video con Allen Ginsberg che canta Hare Krishna, documentano l’impatto che ebbero le parole e l’insegnamento di Prabhupada sulla cultura dell’epoca. Tra i vari eventi, il 29 gennaio 1967, a San Francisco fu organizzato il Mantra Rock Dance, un concerto fund raising in cui suonarono i Grateful Dead e Janis Joplin con i Big Brothers & The Holding Company. Altri sostenitori del movimento furono Ravi Shankar, anche autore delle musiche del documentario Hare Krishna (A Giorgio Film, 1967) e, soprattutto, George Harrison che produsse l’album The Radha Krishna Temple (1969), incluse il mantra Hare Krishna nella canzone My Sweet Lord e finanziò la stampa del libro Krishna the Supreme Personality of Godhead prodotto dall’ISKON.

“Sicuramente realizzare un’opera a tema così specifico sarà una sfida,” - afferma Enzo Barchi, ideatore della mostra - “ma anche una forma di meditazione trascendentale, in quanto essa è orientata verso Sri Krishna ed il Suo puro devoto Bhaktivedanta Swami Prabhupada, fonte di infinita ispirazione e gioia spirituali.”

“Sanjaya disse... quando ricordo la meravigliosa forma di Sri Krishna sono colpito da uno stupore sempre crescente e sempre più intensa è la mia gioia. Ovunque si trovi Krishna, il maestro di tutti i mistici, ovunque si trovi Arjuna l’arciere supremo, là senza dubbio regneranno anche opulenza, vittoria, straordinaria potenza e moralità.”, si legge negli ultimi versi della Bhagavad Gita.

Sarà realizzato un catalogo bilingue Italiano/Inglese da Bhagavat Atheneum e Associazione Culture del Mondo, edito da Kappabit con testi di Radhanath Swami, Marek Buchwald (Baradraj das), Francesco Gallo Mazzeo, Manuela De Leonardis, Iacopo Nuti e il progetto grafico di Andrea Tabrini.